Che un’alimentazione ricca di frutta e verdura sia un alleato per il cuore non è certo una novità. Ma come può un semplice bicchierino di succo di barbabietola contribuire a mantenere la pressione sotto controllo? Una nuova ricerca mostra che l’effetto non dipende solo dai nutrienti in sé, ma anche da un attore finora poco considerato: i batteri della nostra bocca.
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Free Radical Biology and Medicine, il succo di barbabietola – noto per l’alto contenuto di nitrati – può abbassare la pressione sanguigna negli adulti più anziani attraverso un meccanismo che coinvolge il microbiota orale, ovvero la comunità di microrganismi che vive nella cavità orale.
Perché l’ossido nitrico è così importante
L’ossido nitrico (NO) è una piccola molecola che svolge un ruolo chiave nella salute cardiovascolare. Funziona come vasodilatatore naturale, aiutando i vasi sanguigni a rilassarsi e favorendo un flusso sanguigno più efficiente. Con l’avanzare dell’età, però, la capacità dell’organismo di produrre NO tramite l’enzima ossido nitrico sintasi diminuisce, aumentando il rischio di ipertensione e malattie cardiovascolari.
Tradizionalmente si è cercato di compensare questa carenza con farmaci o integratori specifici. Tuttavia, non tutti i pazienti rispondono bene a queste strategie, ed ecco che la ricerca ha iniziato a guardare anche ad alternative naturali. Una delle più promettenti viene proprio dall’alimentazione: il consumo di verdure ricche di nitrati, come spinaci, rucola e soprattutto barbabietola rossa.
Cosa c’entra il microbiota orale?
Mangiare o bere alimenti ricchi di nitrati non basta. Affinché questi composti possano trasformarsi in ossido nitrico, è necessario un passaggio intermedio: il nitrato deve essere convertito in nitrito. E questo lavoro non lo fa il nostro organismo, ma lo affidiamo a una popolazione speciale di batteri che vivono sulla nostra lingua.
Sono questi microbi a possedere gli enzimi necessari per ridurre i nitrati a nitriti. Una volta ingeriti, i nitriti vengono poi trasformati in ossido nitrico, migliorando la dilatazione dei vasi e abbassando la pressione. In altre parole, la nostra salute cardiovascolare dipende anche dal microbioma orale.
Con l’invecchiamento, però, questo delicato equilibrio può rompersi: non solo cala la produzione endogena di NO, ma anche la comunità batterica della bocca tende a cambiare, rendendo meno efficiente il processo.
Barbabietola e microbiota, tra giovani e anziani
Per indagare meglio questo meccanismo, i ricercatori hanno condotto uno studio clinico su 75 persone divise in due gruppi: 39 giovani adulti (18–30 anni) e 36 adulti più anziani (67–79 anni).
I partecipanti hanno seguito tre diversi interventi, ciascuno della durata di due settimane, separati da periodi di “washout” per evitare interferenze:
- Succo di barbabietola ricco di nitrati (due shot da 70 ml al giorno, per un totale di circa 595 mg di nitrati ciascuno);
- Succo di barbabietola placebo, identico per colore e sapore, ma senza nitrati;
- Collutorio antisettico, usato per verificare cosa accade se si “spazzano via” i batteri responsabili della trasformazione.
Durante lo studio, i ricercatori hanno monitorato diversi parametri: la pressione arteriosa (brachiale e centrale), la funzionalità endoteliale, la rigidità delle arterie e i livelli plasmatici di nitrati e nitriti, utilizzati come marcatori della disponibilità di NO. Inoltre, hanno analizzato il microbioma orale attraverso campioni prelevati con tamponi sulla lingua.
Benefici evidenti solo negli anziani
I dati hanno mostrato una differenza netta tra giovani e anziani. Nei giovani adulti, il consumo di succo di barbabietola non ha portato a variazioni significative della pressione.
Negli anziani, invece, l’effetto è stato evidente: la pressione arteriosa media è scesa di circa 4 mmHg, un calo clinicamente rilevante, considerato che anche riduzioni modeste della pressione possono tradursi in un minor rischio di eventi cardiovascolari.
Questi benefici erano accompagnati da un aumento dei livelli di nitriti nel sangue e da una modifica del microbiota orale: in particolare, si è osservata una diminuzione di un gruppo batterico dominato dal genere Prevotella, associato a vie metaboliche che “deviano” il nitrito verso altre trasformazioni meno utili per la produzione di NO. Al contrario, sono aumentati batteri come Neisseria e Rothia, noti per la loro capacità di ridurre i nitrati e favorire quindi la formazione di ossido nitrico.
Un equilibrio da non disturbare
Un aspetto curioso emerso dallo studio riguarda l’uso del collutorio antisettico. Eliminando indiscriminatamente la flora batterica della bocca, si è osservata una riduzione della diversità microbica e persino un peggioramento della funzione vascolare nei giovani partecipanti.
Questo dato conferma che non tutti i batteri sono “nemici”: anzi, alcuni svolgono un ruolo fondamentale nel mantenere la pressione e la salute cardiovascolare. L’uso eccessivo di collutori antibatterici potrebbe quindi avere effetti indesiderati, alterando un ecosistema delicato che ci aiuta più di quanto pensiamo.
Lo studio fornisce una prova concreta che una semplice abitudine alimentare – bere succo di barbabietola – può avere un impatto positivo sulla pressione arteriosa negli anziani, categoria in cui il rischio di ipertensione è più alto e la produzione di ossido nitrico più compromessa.
Non si tratta di un effetto miracoloso né sostitutivo dei trattamenti medici, ma di un approccio naturale, sicuro e facilmente accessibile che può integrare altre strategie per la prevenzione cardiovascolare. Inoltre, apre la strada a nuove ricerche su probiotici mirati al microbioma orale, capaci di potenziare il ruolo dei batteri più benefici nel metabolismo dei nitrati.
Questa ricerca mette anche in luce un concetto sempre più chiaro: la nostra salute non dipende solo da ciò che mangiamo, ma anche da come i nostri microbi lo trasformano. E talvolta, la differenza tra pressione alta e pressione sotto controllo può passare da un bicchiere di succo di barbabietola e da qualche miliardo di batteri “alleati” che abitano la nostra lingua.


