Che mangiare troppa carne rossa possa essere dannoso per la salute, si sa da tempo. Ma tra i motivi per ridurne il consumo potrebbero aggiungersi anche gli effetti negativi sul microbiota intestinale, con ripercussioni a cascata sul benessere dell’organismo. A suggerire la necessità di chiarire questo aspetto è una revisione pubblicata su Advances in Nutrition, a cura degli esperti della Texas Tech University. 

Gli autori hanno analizzato 15 lavori scientifici, di cui solo cinque condotti sull’uomo. Nella maggior parte dei casi, lo schema alimentare prevedeva un elevato consumo di carne bovina, pari a 240-380 grammi al giorno. Come hanno sottolineato i ricercatori, gli studi pubblicati nell’ambito dell’alimentazione si concentrano per lo più sulla risposta del microbiota ai carboidrati, oppure alla quantità e qualità dei grassi, ma molto meno alle proteine.

Uno stimolo per altre ricerche

I ricercatori hanno esaminato gli studi che hanno finora valutato l’impatto sul microbiota intestinale delle proteine e degli aminoacidi della carne bovina, che hanno però fornito dati non ancora conclusivi e talora variabili tra i diversi studi. 

I quesiti da risolvere sono quindi ancora molti: per esempio, è necessario approfondire gli effetti della carne rossa sul microbiota in base al metodo di cottura utilizzato, nonché valutare eventuali cambiamenti nei livelli di metaboliti prodotti dai batteri intestinali. Infine, sarà utile determinare se altri nutrienti, come i carboidrati complessi, possono migliorare alcuni effetti negativi dell’aumento del consumo di carne bovina nell’ambito di diete ricche di grassi e/o di zuccheri.

Rischio cardiovascolare

Di sicuro, quello che è appurato è che ai batteri con un ruolo negativo sull’apparato cardiovascolare “piace” molto la carne rossa. E questo non va bene, come ha appurato una ricerca pubblicata su Nature Microbiology. 

Gli autori di questo studio ritengono che l’aumento del rischio di malattie cardiovascolari sia in parte collegato alla trasformazione da parte del microbiota intestinale della L-carnitina, una sostanza abbondante nella carne rossa, in TMAO, trimetilammina- N -ossido. E il ruolo negativo di questo composto è già stato dimostrato: nell’ambito dello studio EPIC-Norfolk, infatti, i ricercatori sono arrivati alla conclusione che il TMAO prodotto dai microrganismi intestinali potrebbe essere utilizzato come marcatore di un aumentato rischio cardiovascolare, indipendentemente da altri fattori di rischio.