Quando si parla di alimentazione sana, la carne rossa è spesso messa sul banco degli imputati. Troppo grassa, associata a malattie cardiovascolari e diabete, impattante per l’ambiente. Il pollo, invece, viene quasi sempre promosso a pieni voti come fonte proteica “magra” e più salutare. Ma cosa succede se ci chiediamo non solo quale carne faccia meglio alla nostra salute, ma quale sia più amica del microbiota intestinale?

Un nuovo studio pubblicato su Molecular Nutrition and Food Research solleva interrogativi interessanti e, forse, spiazzanti: secondo i ricercatori spagnoli autori dello studio, una dieta a base di carne rossa magra di manzo Pirenaica potrebbe avere un impatto meno negativo sul microbiota intestinale rispetto a una dieta a base di pollo.

Lo studio: carne di manzo Pirenaica vs pollo

Il lavoro, condotto su giovani adulti sani (età media 20 anni), ha confrontato in modo diretto gli effetti del consumo regolare di carne di manzo Pirenaica — una razza bovina allevata in modo estensivo e locale — e carne di pollo, entrambe considerate “magre”, sul microbiota intestinale. Si tratta di uno studio crossover randomizzato: ogni partecipante ha seguito entrambe le diete per otto settimane ciascuna, con una pausa di cinque settimane tra una fase e l’altra per permettere al microbiota di “resettarsi”.

Durante ciascuna fase, i partecipanti hanno consumato carne tre volte a settimana: 200 g di manzo Pirenaica con osso oppure 150 g di petto di pollo senza osso, cucinati in modo standardizzato (alla griglia, stufati o al forno). Sono stati raccolti campioni fecali all’inizio e alla fine di ogni periodo per analizzare la composizione batterica e la diversità microbica.

Il pollo riduce di più la diversità del microbiota

Al termine dell’esperimento, i ricercatori hanno riscontrato alcune differenze interessanti tra i due tipi di carne. Entrambe le diete hanno portato a un calo di alcuni batteri considerati benefici, come Roseburia e Coprococcus, produttori di acidi grassi a catena corta (SCFA) con effetti protettivi per la salute intestinale. Tuttavia, il consumo di pollo ha causato una riduzione più marcata della ricchezza e diversità microbica, due indici considerati fondamentali per un microbiota sano ed equilibrato.

Nel dettaglio, la dieta a base di pollo è stata associata a un calo significativo di Synergistota e Chloroflexota, e a una diminuzione dell’attività metabolica microbica, con una riduzione dei pathway legati alla biosintesi degli acidi grassi, alla gluconeogenesi e alla produzione di aminoacidi aromatici.

Il manzo Pirenaica, invece, ha mostrato un impatto più contenuto: pur provocando variazioni in alcuni gruppi batterici (come l’aumento di Blautia e la riduzione di Eubacterium hallii, Roseburia e Coprococcus), non ha influenzato in modo significativo la diversità complessiva. In più, la sua assunzione ha attivato in modo specifico i batteri coinvolti nella biosintesi della L-metionina, un aminoacido essenziale.

Carne, dieta e microbioma

Lo studio si inserisce in un dibattito crescente sull’interazione tra alimentazione e microbiota intestinale. Negli ultimi anni, la ricerca ha mostrato come la dieta possa modulare profondamente la composizione del microbioma, influenzando numerosi aspetti della salute umana: dal metabolismo alla funzione immunitaria, fino al benessere mentale.

Tuttavia, la maggior parte degli studi si è concentrata sugli effetti dei cibi vegetali, dei probiotici o degli zuccheri, lasciando in ombra l’impatto specifico delle diverse fonti di carne. Inoltre, il consumo di carne rossa è stato spesso analizzato senza distinguere tra prodotti trasformati e tagli magri, né considerando le modalità di allevamento.

In questo caso, il manzo utilizzato proviene da un sistema di allevamento estensivo e locale, il che potrebbe aver contribuito a un profilo nutrizionale e microbiologico più favorevole. Gli autori sottolineano infatti che i risultati non sono generalizzabili a tutte le carni rosse, specialmente quelle industriali o processate.

Carne rossa, ma con cautela

In sintesi, lo studio suggerisce che la carne di manzo Pirenaica magra potrebbe non essere così dannosa per il microbiota come comunemente si crede, e potrebbe persino risultare meno impattante del pollo sulla diversità microbica intestinale. Tuttavia, gli stessi ricercatori invitano alla prudenza nell’interpretare i dati: il campione era piccolo (solo 16 persone hanno completato tutte le fasi dello studio), e lo studio ha un carattere esplorativo.

Non si tratta quindi di una promozione incondizionata della carne rossa, ma di un invito a guardare con maggiore attenzione alla qualità del prodotto, alla sua provenienza e alle sue caratteristiche nutrizionali specifiche.

Per il momento, il consiglio resta quello di seguire una dieta varia, ricca di fibre, con un consumo moderato di carne — rossa o bianca — privilegiando sempre alimenti freschi e non processati. Ma questo studio apre la porta a una nuova riflessione: forse, in tema di carne, non è il colore a fare la differenza.