Lactiplantibacillus plantarum 299 (DSM 6595)
Lactiplantibacillus plantarum 299 (DSM 6595) è un ceppo probiotico umano appartenente alla specie L. plantarum, noto per la sua capacità di aderire stabilmente alla mucosa intestinale. Questa adesione è mediata da proteine di superficie specifiche, che si legano ai recettori contenenti mannosa presenti sulle cellule epiteliali, un meccanismo che lo rende particolarmente efficace nel colonizzare il tratto gastrointestinale. Tale capacità è importante perché garantisce una presenza duratura nel colon anche dopo la sospensione della somministrazione, aumentando le potenzialità terapeutiche del ceppo.
Questo probiotico ha dimostrato di sopravvivere efficacemente al transito attraverso lo stomaco e l’intestino tenue, grazie alla sua resistenza all’ambiente acido e ai sali biliari. La sua vitalità nel colon gli consente di svolgere funzioni benefiche, in particolare nel rafforzare l’integrità della barriera intestinale. In vari modelli sperimentali, tra cui pazienti con pancreatite o soggetti sottoposti a chirurgia maggiore, L. plantarum 299 ha mostrato di ridurre la permeabilità intestinale, un fenomeno spesso associato al cosiddetto “leaky gut”, contribuendo a limitare la translocazione batterica e i processi infiammatori sistemici.
Applicazioni cliniche
Una delle caratteristiche più interessanti di questo ceppo è la sua azione immunomodulante e antimicrobica. Stimola infatti la produzione di mucine intestinali come MUC2 e MUC3, proteine che creano uno strato protettivo contro i patogeni. Inoltre, la fermentazione dei carboidrati da parte di L. plantarum 299 porta alla produzione di acidi organici come acetico e propionico, i quali abbassano il pH dell’intestino creando un ambiente sfavorevole alla proliferazione di batteri patogeni come Clostridium difficile, Listeria, E. coli e Yersinia.
Le applicazioni cliniche documentate di L. plantarum 299 sono particolarmente rilevanti nei contesti ospedalieri. In uno studio condotto su pazienti intubati in terapia intensiva, questo probiotico ha ridotto la colonizzazione orofaringea da parte di batteri patogeni in misura comparabile all’antimicrobico clorexidina. Inoltre, in un trial clinico condotto su pazienti trattati con antibiotici ad ampio spettro, nessun soggetto che assumeva L. plantarum 299 ha sviluppato infezione da C. difficile, mentre nel gruppo di controllo l’incidenza ha raggiunto il 19%. Questi risultati indicano un potenziale preventivo importante nei contesti ad alto rischio infettivo.
Sebbene la maggior parte delle ricerche sull’utilizzo di probiotici per la sindrome dell’intestino irritabile (IBS) si concentri sulla variante strettamente correlata 299v (DSM 9843), le proprietà comuni tra i due ceppi – in particolare la capacità di aderire alla mucosa e di modulare l’ambiente intestinale – suggeriscono un possibile effetto benefico analogo. Gli studi su 299v hanno riportato miglioramenti nei sintomi come gonfiore, dolore addominale e regolarità intestinale, sebbene per DSM 6595 siano ancora limitate le evidenze cliniche dirette in questo ambito.
Dal punto di vista della sicurezza, Lactiplantibacillus plantarum 299 si è dimostrato ben tollerato in tutti i contesti clinici studiati, inclusi pazienti in condizioni critiche e immunocompromessi. Non sono stati segnalati effetti collaterali rilevanti, rendendolo un candidato affidabile per un uso probiotico mirato.
The role of Lactobacillus plantarum 299v in supporting treatment of selected diseases
Use of the probiotic Lactobacillus plantarum 299 to reduce pathogenic bacteria in the oropharynx of intubated patients: a randomised controlled open pilot study
Lactobacillus plantarum 299v reduces colonisation of Clostridium difficile in critically ill patients treated with antibiotics