In uno scenario in cui la ricerca scientifica si intreccia sempre più con la vita quotidiana, uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Parma ha portato alla luce sorprendenti connessioni tra l’attività fisica e il microbiota intestinale.
Pubblicato sulla rivista “Microbiome”, lo studio ha esaminato i dati metagenomici di atleti e adulti sedentari, svelando come l’esercizio fisico influenzi l’ecosistema microbico intestinale.
Il fulcro della ricerca si è concentrato sull’analisi di campioni fecali di 418 soggetti, tra cui atleti sani e adulti sedentari.
Il risultato? Una maggiore produzione di acidi grassi a catena corta (SCFA) nei microbiota intestinali degli atleti, un fattore fondamentale per l’efficienza metabolica generale.
I ricercatori hanno scoperto che i batteri produttori di SCFA, come Eubacterium rectale e Faecalibacterium prausnitzii, sono significativamente più presenti negli atleti. Questi batteri non si limitano solo al metabolismo energetico, ma includono anche enzimi per il metabolismo degli aminoacidi e delle vitamine.
Una scoperta sorprendente riguarda la presenza della specie dominante Prevotella copri negli atleti, un altro produttore chiave di SCFA. Questo dato sottolinea l’intreccio tra attività fisica, produzione di SCFA e la dieta degli atleti.
L’analisi ha rivelato anche due grandi cluster enzimatici funzionali (EFCs), distinti tra atleti e sedentari. L’EFC degli atleti è collegato a un’ampia varietà di enzimi e sintasi ad alto impatto biologico, a differenza di quello dei sedentari, che mostra una capacità ridotta di influenzare la salute dell’ospite attraverso la produzione di metaboliti secondari.
La ricerca ha ulteriormente evidenziato che i principali taxa batterici associati all’attività fisica, come Faecalibacterium prausnitzii, Eubacterium rectale e Blautia wexlerae, sono responsabili di reazioni enzimatiche cruciali per le prestazioni fisiche e la salute generale.
In conclusione, lo stile di vita degli atleti sembra esercitare una pressione ecologica che modula il microbiota intestinale, favorendo specie batteriche con un potenziale enzimatico più elevato.
Questo studio non solo conferma il ruolo centrale di specie batteriche conosciute come produttori di SCFA, ma rivela anche il loro coinvolgimento nella produzione di una gamma più ampia di molecole funzionali, offrendo nuove prospettive sulla relazione tra esercizio fisico, salute intestinale e prestazioni atletiche.