Lactobacillus plantarum
Lactobacillus plantarum (di recente riclassificato come Lactiplantibacillus plantarum, anche se il nome originale è ancora ampiamente usato) è una specie probiotica molto studiata e utilizzata per via della sua grande adattabilità e delle numerose proprietà benefiche dei suoi numerosi ceppi. Lactobacillus plantarum è naturalmente presente in alimenti fermentati (come crauti, olive, kimchi, pane a lievitazione naturale) e nel tratto gastrointestinale umano.
Lactobacillus plantarum è un batterio lattico, ciò significa che produce acido lattico. È annoverato tra i probiotici, microorganismi vivi che, se somministrati in quantità adeguata, conferiscono benefici alla salute dell’ospite. La sua notorietà deriva dalla capacità di adattarsi a diversi ambienti, dalla resistenza agli acidi gastrici e ai sali biliari, e dalla sua interazione con la mucosa intestinale, dove contribuisce a mantenere l’equilibrio del microbiota e a contrastare l’attacco di microrganismi patogeni.
Tra i ceppi più studiati troviamo il 299v, ma anche l’Lp-115, noto per il suo impatto sulla salute digestiva e immunitaria, e il PS128, legato agli studi neurologici. Il ceppo probiotico P17630 è stato invece indagato in ginecologia e altri ceppi come il CCFM8610 sono stati persino analizzati per la loro capacità di proteggere l’organismo dall’esposizione a metalli pesanti, a dimostrazione della grande versatilità di questo microrganismo.
Intestino irritabile
Uno degli ambiti in cui Lactobacillus plantarum ha mostrato risultati particolarmente promettenti è quello della salute intestinale, in particolare nel trattamento della sindrome dell’intestino irritabile (IBS).
Ceppi specifici, come per esempio L. plantarum 299v, sono stati protagonisti di studi clinici che hanno dimostrato una riduzione significativa dei sintomi legati all’IBS quali gonfiore, dolore addominale e irregolarità intestinale.
L’azione probiotica sembra legata non solo alla regolazione della motilità intestinale, ma anche alla capacità di rafforzare la barriera epiteliale e modulare le risposte infiammatorie locali.
Sistema immunitario
Ma le potenzialità di L. plantarum non si limitano alla gastroenterologia. Numerosi studi ne stanno approfondendo anche il ruolo nella modulazione del sistema immunitario. Alcuni ceppi appartenenti alla specie plantarum infatti sono in grado di influenzare la produzione di citochine e di stimolare risposte immunitarie più efficaci, per esempio attraverso l’aumento delle IgA secretorie.
Tali effetti sono interessanti sia in un’ottica preventiva, come nel caso delle infezioni respiratorie, sia in contesti in cui il sistema immunitario necessita di un riequilibrio.
Asse intestino cervello
Negli ultimi anni, la ricerca ha iniziato a esplorare anche il potenziale di L. plantarum sull’asse intestino-cervello. Alcuni ceppi, come il PS128, sembrano influenzare la produzione di neurotrasmettitori come il GABA e potrebbero contribuire a migliorare l’umore e ridurre stati d’ansia.
Sebbene i dati clinici siano ancora limitati, i risultati preliminari in modelli animali e in piccoli studi sull’uomo sono incoraggianti e aprono nuove prospettive terapeutiche, anche per disturbi neurologici e neuropsichiatrici.
Colesterolo e metabolismo
Altri filoni di ricerca guardano invece alla salute metabolica. Alcuni ceppi di L. plantarum sono stati associati a una riduzione dei livelli di colesterolo LDL e a un miglioramento del profilo lipidico complessivo.
Questo effetto sarebbe mediato dall’enzima che idrolizza i sali biliari il quale favorisce l’eliminazione del colesterolo attraverso la bile. C’è anche chi sta studiando il suo possibile impiego nella regolazione della glicemia e nella prevenzione di patologie metaboliche.
Salute orale
Non mancano poi applicazioni in ambiti più specifici come la salute orale – grazie all’attività antimicrobica contro i batteri responsabili di gengiviti e alitosi – e persino nel settore dermatologico. In quest’ultimo caso, l’uso topico di probiotici, incluso L. plantarum, viene studiato per supportare la barriera cutanea e contrastare disturbi come l’acne o la dermatite atopica. Anche qui, siamo di fronte a un’area in espansione, dove le prove cliniche sono ancora in fase iniziale ma mostrano un buon potenziale.
Vaginiti da candida
Il ceppo Lactiplantibacillus plantarum P17630 è stato oggetto di particolare interesse in ambito ginecologico per il suo ruolo nel supportare l’equilibrio del microbiota vaginale e nella prevenzione delle infezioni urogenitali ricorrenti.
Questo ceppo, selezionato per la sua capacità di aderire alle cellule epiteliali vaginali e di produrre sostanze antimicrobiche come il perossido di idrogeno e l’acido lattico, contribuisce a mantenere un ambiente vaginale acido, sfavorevole alla proliferazione di patogeni come Gardnerella vaginalis e Candida albicans.
Studi clinici hanno dimostrato che la somministrazione orale di L. plantarum P17630 può essere efficace nel ridurre la frequenza delle vaginiti batteriche e micotiche recidivanti, potenziando al contempo le difese naturali della mucosa vaginale. La sua azione probiotica, quindi, si configura come un valido supporto nella prevenzione delle recidive e nel mantenimento della salute intima femminile, anche in pazienti sottoposte a terapie antibiotiche o antimicotiche, che possono alterare il microbiota vaginale.