Lactobacillus rhamnosus
Quando si parla di Lactobacillus rhamnosus si fa spesso riferimento a uno dei protagonisti storici della “prima ondata” dei probiotici. Dal 2020, la grande revisione tassonomica dei lattobacilli ha spostato questa specie nel nuovo genere Lacticaseibacillus, ma nei paper clinici e sulle etichette troverai ancora spesso il vecchio nome: la sostanza non cambia, conta sempre il ceppo (sigla alfanumerica) e l’evidenza che lo accompagna.
Caratteristiche generali della specie
I ceppi di Lacticaseibacillus rhamnosus sono batteri Gram-positivi produttori di acido lattico, capaci – in misura variabile – di tollerare acidità gastrica e sali biliari, aderire alla mucosa intestinale e interagire con l’immunità della barriera. In vitro e in modelli preclinici alcuni ceppi rilasciano proteine solubili (come p40/p75 derivate da LGG) che attivano EGFR e aiutano a preservare l’integrità dell’epitelio intestinale: sono meccanismi biologici plausibili che spiegano parte degli effetti osservati nell’uomo, ma non sostituiscono le prove cliniche. In sintesi: stessa specie ≠ stessi effetti; per i probiotici l’efficacia è ceppo-specifica e indicazione-specifica.
Lactobacillus rhamnosus GG (ATCC 53103), il “capostipite”
LGG è probabilmente il rhamnosus più documentato. Negli anni 2000 ha alimentato l’ipotesi di prevenzione dell’eczema atopico nei figli quando somministrato perinatamente a madri e lattanti ad alto rischio allergico; la riduzione dell’eczema a 2 e 4 anni è stata riportata nei trial finlandesi, con risultati non sempre coerenti alle estensioni successive o in coorti differenti. Oggi si tende a considerarlo un potenziale beneficio limitato al contesto/ceppo/dose e non universale.
Sul fronte gastroenterite acuta pediatrica, due grandi RCT pubblicati sul New England Journal of Medicine nel 2018 – uno su LGG e uno su una combinazione con L. rhamnosus R0011 e L. helveticus R0052 – non hanno mostrato vantaggi clinici rispetto al placebo. Questi studi hanno ridimensionato l’uso “di routine” del probiotico in pronto soccorso per questa indicazione.
Per la diarrea associata ad antibiotici nei bambini, invece, meta-analisi e position paper pediatrici europei indicano che alcuni ceppi – in primis LGG (e il lievito S. boulardii) – riducano l’incidenza dell’evento quando somministrati insieme all’antibiotico, con profilo di sicurezza favorevole negli ospiti sani. Anche qui, la raccomandazione è ceppo- specifica.
Nei disturbi funzionali addominali/IBS pediatrici, LGG ha mostrato in RCT una riduzione di frequenza e intensità del dolore in sottogruppi di bambini con IBS, con beneficio mantenuto nel follow-up. Non è una “cura” universale, ma un’opzione con evidenza moderata in selezionati profili clinici.
Per Helicobacter pylori, i dati sono misti: con le moderne quadruple bismuto-terapie ad alta efficacia l’aggiunta di LGG non aumenta i tassi di eradicazione; con regimi meno performanti e in altre epoche terapeutiche meta-analisi hanno riportato miglioramenti modesti nei tassi di cura e/o nella tollerabilità (meno effetti collaterali gastrointestinali). In pratica, oggi l’uso è più ragionevole per la tollerabilità che per spingere l’eradicazione quando si usano schemi già molto efficaci.
Infine, in odontoiatria (prevenzione carie). Uno studio ha dimostrato che i bambini che hanno assunto il Lactobacillus rhamnosus hanno avuto una riduzione del 50% delle carie rispetto al gruppo di controllo: latte/yogurt addizionati a LGG o altri rhamnosus (es. SP1) hanno infatti dimostrato riduzioni di S. mutans salivare. È un filone interessante, ma ancora tutto da approfondire.
Lactobacillus rhamnosus HN001: allergia e salute mentale materna
Il ceppo HN001 (originariamente L. rhamnosus HN001) ha dati prospettici di prevenzione dell’eczema nei figli quando somministrato in gravidanza/allattamento e nei primi mesi di vita. Un filone altrettanto citato è quello della riduzione dei punteggi di depressione/ansia post-partum nelle madri che assumevano HN001 rispetto al placebo: risultati promettenti, da considerare comunque all’interno di protocolli specifici e non come intervento “benessere” generico.
Lactobacillus rhamnosus GR-1 (con L. reuteri RC-14), l’asse urogenitale
GR-1 è legato alla salute urogenitale femminile, spesso in associazione con L. reuteri RC-14. Trial e revisioni sistematiche suggeriscono che, come adiuvanti agli antibiotici, questi ceppi possano migliorare la remissione o ridurre le recidive della vaginosi batterica rispetto al solo antibiotico; l’effetto appare più solido in strategie integrate e su orizzonti temporali adeguati, mentre i risultati con uso esclusivo del probiotico sono variabili.
Sicurezza: cosa sappiamo davvero
A livello europeo la specie Lacticaseibacillus rhamnosus rientra tra i microrganismi tradizionalmente considerati sicuri nel sistema QPS (Qualified Presumption of Safety) di EFSA, a condizione – come per gli altri lattobacilli – che il ceppo non presenti resistenze antibiotiche acquisite e sia correttamente identificato/documentato. Negli Stati Uniti, LGG è oggetto di lettere GRAS per usi alimentari. Nell’uso quotidiano in adulti e bambini sani gli eventi avversi sono di solito lievi e transitori (gonfiore, gas).
Detto questo, la letteratura descrive rari casi di batteriemia o endocardite da L. rhamnosus, tipicamente in soggetti gravemente immunocompromessi, con cateteri venosi o altre condizioni predisponenti. Non si tratta di controprove dell’utilità clinica, ma di richiami alla prudenza: in tali scenari la valutazione rischi-benefici deve essere strettamente medica e personalizzata.
Regolatorio: cosa è consentito dire (e cosa no)
In UE EFSA non ha autorizzato claim salutistici specifici per i “probiotici” come categoria; anzi, in molte giurisdizioni il termine “probiotico” è considerato esso stesso un claim non autorizzato, con l’eccezione – non pertinente a rhamnosus – del claim per le colture di yogurt che “migliorano la digestione del lattosio”. In Italia, le Linee guida del Ministero della Salute (2018) definiscono paletti tecnici (identificazione del ceppo, quantità, sicurezza, letteratura) per l’uso di probiotici negli integratori/alimenti. Negli USA, i ceppi possono avere status GRAS per impieghi alimentari, ma i claim rimangono regolati dalle norme su structure/function e non possono implicare trattamento di malattie.
Dosaggio del Lactobacillus rhamnosus
Il dosaggio del Lactobacillus rhamnosus dipende dall’uso previsto. Per la salute generale, una capsula contenente almeno 10 miliardi di batteri vivi è sufficiente. Per prevenire la diarrea associata agli antibiotici, si consiglia di assumere per esempio 2 capsule di Lactobacillus rhamnosus GG al giorno, fornendo 10 miliardi di batteri vivi o 1 capsula con oltre 20 miliardi di batteri vivi.
Inoltre, il Lactobacillus rhamnosus può essere assunto come integratore alimentare o aggiunto a vari alimenti come prodotti lattiero-caseari.
Dove (e come) i ceppi di rhamnosus trovano spazio clinico
Nella pratica basata su evidenze, i ceppi di rhamnosus sono usati soprattutto in gastroenterologia pediatrica per prevenire la diarrea associata ad antibiotici in bambini altrimenti sani, scegliendo prodotti che contengano LGG alle dosi studiate. In gastroenterite acuta, dopo i due RCT NEJM del 2018 non è raccomandato l’uso routinario in PS. Negli IBS/FGID pediatrici, LGG è talvolta considerato per ridurre il dolore in selezionati profili. Nell’eradicazione di H. pylori i ceppi di rhamnosus possono essere impiegati come adiuvanti per migliorare tollerabilità di schemi antibiotici più pesanti, con scarso ruolo sull’eradicazione quando si usano regimi moderni molto efficaci. In ambito allergologico, alcuni protocolli perinatali con LGG o HN001 sono stati associati a minore eczema nei figli, ma l’effetto non è generalizzabile e dipende da ceppo/tempo/dose. In ginecologia (vaginosi batterica), GR-1 con RC-14 trova spazio insieme agli antibiotici per consolidare la remissione, mentre in odontoiatria l’interesse è crescente ma ancora non di routine clinica. In tutti i casi la regola d’oro resta: ceppo giusto, indicazione giusta, dose/tempo giusti.
Le evidenze su rhamnosus sono infatti robuste per alcune indicazioni pediatriche e come adiuvante in specifici scenari; meno convincenti o negative in altre (es. gastroenterite acuta in PS). Il quadro regolatorio europeo limita fortemente i claim: nel dialogo clinico o nella comunicazione regolata conviene attenersi a ceppo, dose, durata e outcome così come testati nei trial, scegliendo prodotti con identificazione di ceppo in etichetta e solida qualità documentale.
Lactobacillus rhamnosus GG versus Placebo for Acute Gastroenteritis in Children
Probiotics for the prevention of antibiotic-associated diarrhea in children
A randomized controlled trial of Lactobacillus GG in children with functional abdominal pain
Effect of long-term consumption of a probiotic bacterium, Lactobacillus rhamnosus GG, in milk on dental caries and caries risk in children
Probiotics, a promising therapy to reduce the recurrence of bacterial vaginosis in women? a systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials
EFSA
