Biancospino
Crataegus oxyacantha o monogyna
È un arbusto (talora un piccolo albero) diffuso in tutte le regioni temperate dell’emisfero settentrionale; in Italia la specie più comune è C. monogyna.
I suoi rami intricati e le spine ne fanno una pianta adatta a formare siepi, tanto impenetrabili quanto gradevoli. In primavera si ricoprono di fiori bianco-rosati e in inverno di frutti tondeggianti (drupe) color rosso vivo.
In fitoterapia si utilizzano i fiori e le foglie, raccolti intorno a marzo/aprile, prima della massima fioritura, ed essiccati.
Ricco di flavonoidi e proantocianidine, il biancospino è considerato la “pianta del cuore” per eccellenza. Possiede anche azione antiradicalica, e quindi antiossidante, e sedativa.
Proprietà del biancospino
Sul cuore. Grazie alla sua azione vasodilatante, soprattutto sulle coronarie, incrementa l’apporto di sangue al cuore e riduce la pressione arteriosa in caso di ipertensione lieve e moderata.
Aumenta anche la contrattilità del muscolo cardiaco, probabilmente per gli effetti delle procianidine, mentre riduce la frequenza dei battiti.
Sul sistema nervoso. L’azione sedativa del biancospino tende a ridurre l’emotività e le reazioni ansiose e agisce positivamente sui disturbi del sonno di origine nervosa.
Antiossidante. Ricco di bioflavonoidi e di altri composti antiossidanti il biancospino ha mostrato di ostacolare i processi aterosclerotici inibendo i processi di ossidazione che portano all’accumulo di colesterolo nelle arterie.
Utilizzi del biancospino
Il biancospino viene utilizzato soprattutto nelle fasi iniziali dell’insufficienza coronarica e nelle cardiopatie associate all’invecchiamento.
La sua azione cardioprotettiva è potenziata dalla presenza dei flavonoidi che hanno attività antiossidante molto utile nella prevenzione dei disturbi cardiovascolari e infiammatori.
È indicato anche negli stati di eccitazione nervosa nei quali migliora il senso di oppressione, riduce i segnali cardiovascolari dell’ansia e migliora il sonno.
Preparazioni
Si utilizza l’estratto secco nebulizzato e titolato in vitexina. Secondo la Farmacopea italiana il titolo minimo deve essere 0,7% mentre secondo quella francese 1,5%.
Pertanto le dosi consigliate, da assumere lontano dai pasti, sono differenti a seconda delle preparazioni: 500-1.000 mg al giorno nel primo caso, 9-13 mg per kg di peso corporeo in caso di titolo al 1,5%.
Tali dosi vanno suddivise in 2 o 3 assunzioni e la somministrazione va protratta per almeno 6 settimane.
Il biancospino si trova anche come estratto idroalcolico (4-7: 1) standardizzato in procianidine o in flavonoidi, la cui dose giornaliera consigliata è di 160-900 mg, oppure come tintura madre, della quale si consiglia di assumere 20 gocce per 2-3 volte al giorno.
Effetti collaterali del biancospino
Alle dosi consigliate non sono riportati effetti collaterali degni di nota. Raramente possono comparire disturbi allo stomaco, specie se già si soffre di gastrite, che scompaiono alla sospensione del trattamento.
In caso di scompenso cardiaco o di disturbi del ritmo è comunque consigliabile la supervisione medica.
Il biancospino non deve essere usato in gravidanza e allattamento poiché mancano studi sulla tossicità riproduttiva.
Interazioni del biancospino
Può interagire con la digitale potenziandone gli effetti e con i farmaci che riducono il ritmo cardiaco, come i betabloccanti.