Una nuova ricerca pubblicata su The Journal of Nutrition ha rivelato che il consumo quotidiano di kombucha a base di tè nero può migliorare la composizione del microbiota intestinale, in particolare nelle persone con obesità. 

Lo studio ha evidenziato una riduzione dei microrganismi intestinali associati a infiammazione e aumento di peso, e un incremento di batteri benefici, con effetti più marcati nel gruppo obeso rispetto a quello normopeso.

Bastano 8 settimane di kombucha per la salute dell’intestino

La ricerca ha coinvolto 46 adulti tra i 18 e i 45 anni, suddivisi equamente in due gruppi: normopeso e obesi. I partecipanti hanno bevuto ogni giorno 200 mL di kombucha prodotto in laboratorio per otto settimane. 

Durante questo periodo, sono stati monitorati parametri quali la composizione del microbiota fecale, la permeabilità intestinale, la presenza di acidi grassi a catena corta e alcuni biomarcatori ematici e urinari.

Il kombucha utilizzato conteneva 145 composti fenolici, tra cui flavonoidi (81%) e acidi fenolici (19%), noti per le loro proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.

I risultati hanno mostrato che il consumo regolare di kombucha ha aumentato la presenza di batteri benefici come Bacteroidota, Akkermansiaceae e Subdoligranulum, produttore di butirrato, un acido grasso importante per la salute intestinale.

In particolare, nel gruppo obeso si è osservata una riduzione significativa di due generi batterici associati all’obesità, Ruminococcus e Dorea, i cui livelli sono tornati simili a quelli delle persone normopeso dopo l’intervento.

Interessante anche l’effetto sul micobiota (i funghi intestinali): l’assunzione di kombucha ha aumentato la presenza del genere Saccharomyces, anche se la diversità complessiva del micobiota non è cambiata in modo significativo.

Nonostante i cambiamenti nel microbiota, lo studio non ha registrato variazioni significative nei livelli di acidi grassi a catena corta (come acetato, butirrato e propionato) nelle feci, né nei marker di permeabilità intestinale come il rapporto lattulosio/mannitolo nelle urine o la zonulina plasmatica.

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Benefici più evidenti nei soggetti obesi

I benefici dell’assunzione di kombucha sono stati più evidenti nei soggetti obesi, probabilmente a causa dello squilibrio iniziale più marcato nella composizione del loro microbiota. 

Questo suggerisce che l’efficacia del kombucha nel modulare il microbiota possa dipendere dallo stato metabolico di partenza.

Questo studio rappresenta un passo importante nella comprensione degli effetti del kombucha sul microbiota umano, mostrando come il tè fermentato possa favorire un ambiente intestinale più equilibrato, soprattutto nelle persone con obesità. 

Tuttavia, data la mancanza di un gruppo di controllo e la breve durata dell’intervento, i ricercatori sottolineano la necessità di ulteriori studi più ampi e a lungo termine.

In attesa di conferme definitive, questa ricerca aggiunge evidenze alla crescente lista di potenziali benefici derivanti dal consumo regolare di alimenti fermentati come il kombucha.

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