La nausea e il vomito colpiscono fino al 66% delle donne in gravidanza, con effetti che possono estendersi ben oltre il primo trimestre.

Questi sintomi, noti per il loro impatto negativo sulla qualità della vita, possono avere conseguenze importanti non soltanto per la madre, ma anche per il nascituro.

Nausea e vomito in gravidanza: le cause

La nausea e il vomito di gravidanza sono sintomi comuni che tendono a manifestarsi nel primo trimestre e possono persistere per periodi variabili.

«Questi sintomi sono spesso uno dei primi segnali della gravidanza e possono essere influenzati da fattori ormonali e da una sensibilità individuale accresciuta» afferma Romolo Di Iorio, ginecologo presso l’Università di Roma Sapienza. «Sebbene la causa esatta sia ancora oggetto di ricerca, si ritiene che le fluttuazioni degli ormoni come l’HCG (gonadotropina corionica umana) giochino un ruolo significativo».

Lo studio PURITY, un’indagine multicentrica non comparativa condotta in Italia, ha esplorato la prevalenza e la gravità della nausea e del vomito durante la gravidanza in un campione di 528 donne. Lo studio ha indagato anche l’impatto di questo problema sulla qualità di vita.

I risultati hanno mostrato che il 66% delle partecipanti ha sofferto di nausea e vomito, con il 34% che ha sperimentato sintomi lievi, il 62% moderati, e il 4% gravi.

È emerso che due terzi delle donne hanno continuato a soffrire di nausea e vomito anche oltre il primo trimestre.

Questo problema ha influenzato negativamente la vita sociale, lavorativa e di coppia nel 45-51% delle donne. La ricerca ha anche rivelato che soltanto il 25% delle donne ha ricevuto un trattamento per i sintomi, la maggioranza delle quali ha utilizzato un’associazione di Doxilamina e Piridossina. Il dato rilevante è che le donne con nausea e vomito tendono a non completare le 40 settimane di gestazione.

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Il ruolo del ginecologo

Il supporto ginecologico è fondamentale nella gestione della nausea e vomito durante la gravidanza. «È cruciale che le donne in gravidanza non sottovalutino questi sintomi e si rivolgano tempestivamente al loro ginecologo per una valutazione accurata» spiega il ginecologo Nicola Colacurci, dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli. «Il ginecologo non solo può aiutare a diagnosticare e gestire questi sintomi, ma anche a monitorare qualsiasi potenziale impatto sulla salute della madre e del feto».

Perché se non vengono trattati possono dare origine a complicazioni a breve e a lungo termine. «Le donne con nausea e vomito gravi hanno spesso difficoltà a mantenere una nutrizione adeguata, il che può portare a disidratazione e malnutrizione» osserva Irene Cetin, ginecologa dell’Università degli Studi di Milano. «Queste condizioni non soltanto aumentano il rischio di parto pretermine e di basso peso alla nascita, ma possono anche influire negativamente sulla vita quotidiana e lavorativa della gestante».

Quale dieta per la nausea in gravidanza?

Le modifiche dietetiche sono spesso il primo passo nella gestione della nausea e del vomito in gravidanza. Si consiglia di mangiare piccoli pasti frequenti per evitare lo stomaco vuoto, preferire cibi leggeri e non grassi, e mantenere un’adeguata idratazione.

Alimenti come lo zenzero sono noti per le loro proprietà antiemetiche e possono essere introdotti nella dieta sotto forma di tisane o integratori.

«Nell’immaginario collettivo» spiega Di Iorio «questi problemi sono sempre stati vissuti come disturbi tipici delle prime fasi della gravidanza che, in quanto tale, sarebbero poi scomparsi con l’evolvere dell’epoca gestazionale. Gli studi più recenti, invece, hanno dimostrato che non è così: la nausea e il vomito possono comportare rischi sia per la gravidanza che per la madre e il neonato e per questo motivo è importante iniziare il prima possibile un trattamento adeguato.  Ad oggi sono stati fatti diversi tentativi per porre rimedio a questo disturbo: trattamenti non farmacologici, come l’agopuntura o la somministrazione di zenzero, così come trattamenti farmacologici con l’uso di diversi tipi di farmaci antiemetici».

Puntualizza l’esperto: «Negli ultimi anni, la letteratura scientifica ha ampiamente dimostrato come l’associazione tra un antistaminico (doxilamina) e la vitamina B6 (piridossina) sia efficace nel trattamento della nausea e del vomito e sicura per la madre e il feto/neonato tanto che le più recenti linee guida internazionali delle principali società scientifiche di Ostetricia e Ginecologia indicano chiaramente come, nelle donne con questi sintomi che necessitano un trattamento,  l’associazione doxilamina/piridossina rappresenti il farmaco di prima scelta e l’unico farmaco specificamente concepito e autorizzato per il trattamento della nausea e del vomito in gravidanza. È essenziale che questo trattamento venga prescritto da un medico, il quale dovrà valutare attentamente tutti gli aspetti clinici della paziente».

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Supporto psicologico

Oltre al trattamento fisico, il supporto emotivo è vitale. La gravidanza può essere un periodo di grande stress emotivo per una donna, specialmente se accompagnata da nausea e vomito.

Parlare con un consulente o un gruppo di supporto può aiutare le donne a gestire meglio gli aspetti emotivi della gravidanza.

Microbiota e probiotici in gravidanza

Il microbiota intestinale svolge un ruolo cruciale nella gestione della salute umana, influenzando non soltanto la funzione gastrointestinale, ma anche il sistema immunitario e il benessere generale. In gravidanza, le alterazioni nel microbiota intestinale possono avere un impatto significativo, in particolare nella gestione di sintomi comuni come nausea e vomito, che colpiscono fino all’85% delle donne incinte.

Durante la gravidanza, i livelli elevati di estrogeni e progesterone possono infatti alterare la composizione e la funzione del microbiota intestinale. Queste modifiche ormonali influenzano la motilità intestinale e possono contribuire a sintomi gastrointestinali come nausea e stitichezza.

La disbiosi, uno squilibrio nella composizione del microbiota intestinale, può aggravare i disturbi gastrointestinali. Studi hanno mostrato che il microbiota svolge un ruolo nel modulare la risposta del sistema enterico, che regola la motilità intestinale e può contribuire ai sintomi di nausea e vomito.

L’assunzione di probiotici può aiutare a riequilibrare il microbiota intestinale. Una recente ricerca pubblicata sulla rivista Nutrients ha esplorato gli effetti dei probiotici sulla funzione gastrointestinale e la qualità della vita nelle donne incinte. Questo studio ha attirato l’attenzione di molti clinici in quanto nausea e vomito influenzano circa l’85% delle donne in gravidanza, compromettendo significativamente la loro qualità della vita.

Lo studio ha coinvolto 32 partecipanti in gravidanza e si è svolto nell’arco di 16 giorni, alternando cicli di sei giorni con assunzione di probiotici e due giorni senza. I probiotici utilizzati erano principalmente ceppi di Lactobacillus. Durante lo studio, sono stati condotti sondaggi giornalieri per monitorare i sintomi la qualità della vita. È stata inoltre effettuata la sequenza metagenomica della microbiota intestinale per comprendere i meccanismi sottostanti.

L’analisi ha mostrato che l’integrazione di probiotici riduceva significativamente la gravità di nausea, vomito e stitichezza, migliorando la qualità della vita. Inoltre, è stato osservato che un basso numero di copie del gene della bile salt hydrolase (bsh) nei campioni fecali era associato a punteggi più alti di vomito. L’assunzione di probiotici aumentava il numero di copie di bsh, favorendo la produzione di acidi biliari liberi che potrebbero facilitare la motilità intestinale e il metabolismo.

Conclusioni

La gestione efficace della nausea e del vomito in gravidanza è essenziale per assicurare il benessere della madre e un esito positivo della gravidanza. È fondamentale riconoscere i sintomi tempestivamente e cercare il supporto di un ginecologo qualificato. Con il giusto mix di trattamenti dietetici, farmacologici, supporto emotivo e probiotici, è possibile ridurre significativamente l’impatto di questi sintomi sulla vita delle donne incinte.

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