L’epatologia moderna sta affrontando nuove e complesse sfide, come evidenziato dal recente convegno “Le nuove sfide in epatologia. Emerging topics in liver disease 2023”, che si è tenuto lo scorso dicembre presso l’Aula Magna Agazio Menniti dell’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini a Roma.
Il convegno, guidato da Adriano Pellicelli, direttore UOC malattie del fegato e specialista in Medicina Interna e Malattie Infettive, ha messo in luce importanti sviluppi nel campo delle patologie epatiche, in particolare quelle dismetaboliche, come la steatosi epatica e la steatoepatite, che interessano una significativa porzione della popolazione italiana.
Una delle maggiori preoccupazioni emerse è l’incremento delle epatopatie dismetaboliche del fegato, che possono progredire in condizioni più gravi come la cirrosi e l’epatocarcinoma. Queste condizioni, spesso legate a stili di vita non salutari, obesità, e fattori genetici, rappresentano un serio rischio per la salute pubblica. Pellicelli sottolinea che un quarto degli italiani tra i 18 e i 70 anni soffre di fegato grasso, e il 5% di questi è a rischio di sviluppare steatoepatite e cirrosi.
Un altro tema di grande rilevanza discusso al convegno è stato l’aumento dei casi di epatocarcinoma in Italia. Questo tipo di tumore, che può svilupparsi in pazienti con steatoepatite, rappresenta una sfida crescente per i professionisti della salute.
Tuttavia, vi sono segnali di speranza: i progressi nelle terapie, in particolare l’immunoterapia combinata con inibitori della tirosinchinasi, stanno migliorando significativamente la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti con tumori epatici avanzati.
L’importanza di un monitoraggio più efficace e di strategie preventive è stata un punto focale del convegno. La prevenzione attraverso controlli biochimici regolari e un cambiamento nello stile di vita, come una dieta sana e l’esercizio fisico, sono essenziali per ridurre l’incidenza di queste patologie.
Il convegno ha evidenziato l’importanza di un approccio multidisciplinare e innovativo nella gestione delle malattie epatiche. Con una maggiore attenzione alla prevenzione, insieme agli avanzamenti nelle terapie, c’è la speranza di migliorare significativamente le prospettive di salute per chi soffre di queste gravi condizioni.
Microbiota intestinale e malattie del fegato
Il microbiota intestinale svolge un ruolo significativo nelle patologie epatiche attraverso diversi meccanismi.
Questi includono l’interazione con il sistema immunitario, la produzione di metaboliti che influenzano la funzione epatica, e l’effetto sulla permeabilità intestinale che può portare a condizioni infiammatorie del fegato.
Inoltre, il microbiota intestinale può influenzare la risposta infiammatoria nel fegato e la progressione di malattie come la steatosi epatica non alcolica e la colangite sclerosante primitiva.
Diverse soluzioni probiotiche sono state studiate per il trattamento di patologie epatiche. Ad esempio, studi clinici hanno esaminato l’efficacia di specifici ceppi di probiotici nel migliorare la funzione epatica e ridurre l’infiammazione in condizioni come la steatosi epatica non alcolica e la colangite sclerosante primitiva. Inoltre, l’uso di probiotici è stato associato a miglioramenti nella permeabilità intestinale e nella composizione del microbiota, entrambi importanti nel contesto delle patologie epatiche.
Tuttavia, è importante sottolineare che l’efficacia e la sicurezza delle soluzioni probiotiche per patologie epatiche devono essere valutate in studi clinici ben progettati e controllati. Inoltre, il ruolo specifico dei probiotici e i meccanismi coinvolti nel miglioramento delle condizioni epatiche richiedono ulteriori ricerche per una comprensione più approfondita.