Un team di ricercatori italiani ha recentemente pubblicato un sorprendente studio sul Journal of Personalized Medicine, svelando una relazione inaspettata tra l’intestino e la cistite ricorrente. Questa scoperta offre una nuova prospettiva sulla patogenesi di una delle infezioni più comuni nel sesso femminile.
La cistite, che affligge oltre il 50% delle donne, di cui il 20-30% sviluppa recidive, è da sempre una sfida per la medicina moderna. La ricerca si è concentrata sulla prevalenza di sintomi gastrointestinali in donne con cistite ricorrente, comparandoli con un gruppo di controllo sano.
L’elemento chiave di questo studio è la permeabilità intestinale. Si è scoperto che l’88% delle pazienti con cistite ricorrente mostrava una maggiore permeabilità intestinale e una ridotta biodiversità del microbiota intestinale, a differenza dei controlli sani. Questi risultati suggeriscono un legame diretto tra la salute intestinale e le infezioni urinarie.
Un aspetto intrigante di questa ricerca è l’ipotesi della colonizzazione anterograda della vescica. In presenza di una permeabilità intestinale elevata, batteri o frammenti batterici potrebbero migrare dall’intestino alla vescica, innescando cistiti ricorrenti.
L’H2 Breath Test Lattulosio/Mannitolo, utilizzato nello studio, ha rivelato non solo aumenti della permeabilità intestinale, ma anche indizi di disbiosi, confermati da alterazioni nel tempo di transito intestinale.
Un altro aspetto degno di nota è il rapporto tra disturbi gastrointestinali e sintomi urinari. Le pazienti con patologie gastrointestinali hanno riportato una maggiore incidenza di sintomi urinari, con il 20% di esse che ha ricevuto una diagnosi di cistite ricorrente.
Lo studio italiano apre la strada a nuove ipotesi sulla cistite ricorrente. La comprensione del ruolo del microbiota e della permeabilità intestinale nelle infezioni delle vie urinarie potrebbe rivoluzionare l’approccio terapeutico, offrendo nuove speranze a milioni di donne afflitte da questa fastidiosa condizione.