Christensenella minuta: come dice il nome si tratta di un “piccolo” microrganismo ma l’interesse della comunità scientifica attorno a lui è tutt’altro che piccolo. Christensenella minuta è stato scoperto per la prima volta nel 2012 nelle feci di una persona sana in Giappone; il nome è stato dato in onore di un microbiologo danese, Henrik Christensen, mentre minuta si riferisce alle sue dimensioni ridotte, sia delle singole cellule che delle colonie che forma.
Appartiene a una famiglia di batteri, le Christensenellaceae, che a loro volta fanno parte di un gruppo più grande, i Firmicutes, uno dei principali “phyla” batterici che vivono nel nostro intestino.
Utile per il controllo del peso
Uno studio condotto in Italia ha analizzato il legame tra alcuni batteri intestinali, tra cui le Christensenellaceae, e la presenza di tessuto adiposo viscerale, cioè il grasso che si accumula intorno agli organi interni. Questa ricerca, pubblicata nel 2021, ha coinvolto persone anziane e ha mostrato che una maggiore abbondanza di Christensenellaceae nell’intestino era associata a una minore quantità di grasso viscerale e a un profilo metabolico più sano.
Ma come fa Christensenella minuta a influenzare la nostra salute?
- Regolazione del metabolismo lipidico: il Christensenella minuta può modulare il metabolismo dei grassi, riducendo l’accumulo di tessuto adiposo bianco e inibendo la produzione di lipidi nel fegato. Inoltre, l’acetato prodotto dal Christensenella minuta può stimolare l’ossidazione degli acidi grassi nel fegato, riducendo l’accumulo di grasso.
- Integrità della barriera intestinale: Christensenella minuta può rafforzare la barriera intestinale, migliorando l’espressione di proteine importanti come claudina-1, occludina e zona occludens-1. Questa azione è importante perché una barriera intestinale compromessa può favorire l’infiammazione sistemica che è a sua volta alla base di un fenomeno noto come “endotossiemia metabolica”, un meccanismo biologico che conduce all’insulino-resistenza ed all’aumento di peso.
- Modulazione dell’infiammazione: alcuni studi hanno dimostrato che Christensenella minuta ha proprietà antinfiammatorie, riducendo la produzione di citochine pro-infiammatorie come l’interleuchina-8 (IL-8) e inibendo l’attivazione del fattore nucleare kappa B (NF-κB), una proteina coinvolta nei processi infiammatori. Questa azione è significativa, perché i processi infiammatori sono associati a molte malattie metaboliche e infiammatorie.
- Metabolismo degli acidi biliari: Christensenella minuta è in grado di deconiugare gli acidi biliari. Questo processo è importante per il metabolismo dei lipidi e il controllo dei livelli di colesterolo. Inoltre, la deconiugazione degli acidi biliari può favorire la produzione di acidi biliari secondari, come l’acido litocolico, che può avere effetti positivi sulla salute.
Probiotico “next-generation”
A causa di queste proprietà, Christensenella minuta è diventato un candidato promettente come probiotico di “nuova generazione”. Questo significa che potrebbe essere utilizzato come supplemento per migliorare la salute e prevenire alcune malattie.
Le aree nelle quali sono in corso studi in tal senso sono:
- Obesità: la somministrazione di Christensenella minuta ha mostrato risultati positivi nel prevenire l’aumento di peso in modelli animali di obesità indotta da dieta ipercalorica. I ricercatori hanno scoperto che i topi trattati con questo batterio avevano un minore accumulo di grasso, una migliore tolleranza al glucosio e una riduzione dei livelli di leptina e resistina, ormoni legati all’obesità e all’infiammazione.
- Malattie infiammatorie intestinali: il batterio può aiutare a ridurre l’infiammazione del colon e a promuovere la guarigione della mucosa intestinale in modelli animali di colite.
- Diabete di tipo 2: l’assunzione del batterio ha mostrato un miglioramento dei livelli di glucosio nel sangue, una riduzione dello stress ossidativo e un miglioramento della funzione delle cellule del pancreas in topi con diabete di tipo 2.
Un trial clinico di fase 1 ha valutato la sicurezza di un prodotto a base di Christensenella minuta (Xla1) in persone sane e obese, riportando buoni risultati in termini di sicurezza e tollerabilità. Inoltre, lo studio ha evidenziato una riduzione dei livelli di colesterolo LDL nelle persone obese che hanno assunto Xla1 per 12 settimane.
È importante sottolineare che la maggior parte degli studi sono stati condotti su modelli animali e sono necessari ulteriori studi clinici per confermare questi risultati nell’uomo. Nonostante ciò, Christensenella minuta rappresenta un batterio molto promettente per lo sviluppo di nuove terapie basate sul microbiota intestinale.