La dieta “senza-glutine” sta diventando un’abitudine sempre più diffusa anche tra le persone non celiache. Ma quali sono gli effetti di uno scarso consumo di glutine in questo caso? Una parziale alterazione della componente batterica intestinale, in termini sia di composizione sia di funzionalità, associata a un miglioramento del senso di gonfiore per riduzione dei gas intestinali.
È quanto dimostra lo studio coordinato da Lea B.S. Hansen, della Technical University of Denmark, e pubblicato su Nature Communications.
La ricerca è stata condotta su 60 volontari sani suddivisi rispettivamente nei gruppi a basso o elevato apporto di glutine (2gr/die vs 18gr/die) per otto settimane. Al termine di questa prima fase, dopo altre sei settimane di dieta normale (con una media di 12gr/die di glutine), sono stati invertiti i gruppi per pari durata di tempo. Nel dettaglio, sono stati confrontati gli effetti dei due regimi alimentari sul microbioma intestinale, sul profilo metabolico delle urine, del siero e delle feci oltre che su altri parametri fisiologici (gonfiore, peso ecc). Di seguito i principali risultati ottenuti.
Dieta povera di glutine e microbioma
I ricercatori sono partiti dall’analisi del microbioma nelle diverse condizioni.
Delle 575 specie batteriche registrate in totale, 14 hanno presentato alterata espressione tra i gruppi:
- specie appartenenti a Bifidobacterium, Eubacterium halli, Anaerostipes hadrus, Blautia wexlerae e Dorea sono risultate diminuite in seguito a dieta a scarso introito di glutine;
- di contro, alcune specie non classificate di Lachnospiraceae e Clostridiales hanno mostrato un aumento;
- non è stata registrata alcuna differenza in termini di alpha e beta diversity.
Dal punto di vista della funzionalità batterica, la dieta povera di glutine ha comportato:
- una netta diminuzione delle vie metaboliche associate alla degradazione e/o assimilazione dei carboidrati e al trasporto degli zuccheri;
- un parziale decremento del trasporto di glutammato, zinco, manganese e solfati;
- un incremento del trasporto di cisteina e ferro.
Dieta povera di glutine e funzionalità intestinale
I soggetti inclusi nello studio hanno riferito una riduzione nella produzione di gas intestinali sia a digiuno sia dopo i pasti, con un conseguente incremento del benessere generale durante il periodo di dieta con scarso apporto di glutine.
A supporto di ciò, c’è la diminuzione dell’attività dei batteri coinvolti nel metabolismo dei carboidrati precedentemente osservato e la diversa composizione dei carboidrati assunti.
Rispetto al gruppo con alto apporto di glutine, quello a ridotto consumo ha infatti presentato:
- maggiore espressione di lattosio, galattosio, ramnosio, mannosio e acido galatturonico rispetto alla controparte;
- minore presenza di arabinosio e xilosio;
- pari concentrazione di oligo-, di-, monosaccaridi e polioli.
Volendo investigare ulteriormente l’attività di fermentazione è stato analizzato il profilo metabolico delle urine.
Come era facile supporre, nel gruppo a basso apporto di glutine sono state registrate basse concentrazioni di composti derivati dal grano. D’altra parte, si è osservata una buona espressione dei co-metaboliti della degradazione dei lignani, il che suggerisce una modifica nel metabolismo delle fibre.
I ricercatori hanno poi cercato eventuali correlazioni tra livelli di idrogeno nel respiro (indice di crescita batterica e malassorbimento dei carboidrati), le alterazioni batteriche e il profilo metabolico delle urine.
- I livelli di idrogeno sono risultati positivamente associati con i metaboliti grano-dipendenti nelle urine e con B. longum. Si è osservata, invece, una correlazione negativa con i prodotti della degradazione dei lignani.
- Si è osservata un’associazione positiva anche tra le specie appartenenti a Bifidobacterium e quelle coinvolte nel metabolismo di mannosio, saccarosio e arabinosio e i prodotti derivati dal grano nelle urine.
Dieta povera di glutine e peso
In seguito al periodo di scarso apporto di glutine si è osservata una perdita di peso media pari a 0.8 kg supportata da un aumento dei livelli plasmatici del peptide YY (PYY), ormone che riduce l’appetito. Nessuna differenza di concentrazione è stata invece riscontrata per altri metaboliti coinvolti nel processo che regola la sazietà.
Dopo aver testato varie ipotesi, il calo ponderale sembrerebbe essere dovuto a una differente termoregolazione controllata a sua volta dall’acido beta-amminoisobutirrico (BAIBA) e dalla chinurenina, entrambi più espressi nelle urine del gruppo con ridotto apporto di glutine.
Dieta povera di glutine e sistema immunitario
Da ultimo, i ricercatori hanno analizzato l’impatto di una riduzione del glutine sul sistema immunitario di soggetti sani.
- Non è emersa alcuna differenza tra i due regimi in termini di marcatori sierici di infiammazione sistemica (proteina C reattiva, IL-6, TNF-alpha ecc.) o di conta delle cellule immunitarie del sangue;
- Non si è osservato alcun cambiamento nemmeno nei marcatori di permeabilità e di infiammazione intestinale (calcoproteina fecale, citrullina ecc.).
- Si è osservata una riduzione del rilascio di IL-1beta rispetto alla controparte, il che suggerisce una diminuzione selettiva della risposta infiammatoria.
In conclusione, dunque, una dieta a scarso contenuto di glutine seguita da individui sani comporta:
- parziale alterazione della composizione e funzionalità del microbioma intestinale;
- alterazione del processo di fermentazione intestinale con riduzione dei gas intestinali;
- calo ponderale;
- marginale effetto sul sistema immunitario.