Il caffè è una delle bevande più amate al mondo, consumata da milioni di persone ogni giorno. Oltre al suo aroma e alla sua capacità di darci la carica al mattino, il caffè ha anche un impatto significativo sul nostro microbiota intestinale, la comunità di batteri che risiede nel nostro intestino e svolge un ruolo fondamentale per la nostra salute.
La comprensione di questi effetti è stata approfondita grazie a studi recenti, tra cui una rassegna significativa condotta da Raquel Abalo dell’Universidad Rey Juan Carlos di Madrid, pubblicata sulla rivista Nutrients.
Questa analisi ha messo in luce il ruolo del caffè e dei suoi componenti bioattivi, tra cui la caffeina, i polifenoli, i diterpeni e i prodotti della reazione di Maillard, offrendo una panoramica dettagliata dei potenziali benefici e rischi associati al suo consumo.
Tostatura e preparazione
La chimica del caffè si modifica in base al metodo di tostatura e preparazione, influenzando così la sua interazione con l’organismo.
I componenti principali, come la caffeina, sono noti per le loro proprietà stimolanti, mentre altri, come i polifenoli, hanno effetti antiossidanti e possono influenzare positivamente la salute.
Il caffè ha un impatto notevole sul sistema gastrointestinale. Diversi studi hanno mostrato che può promuovere la motilità intestinale e influenzare positivamente la composizione del microbiota intestinale, favorendo batteri benefici come Lactobacillus e Bifidobacterium. Ma può anche causare in acluni soggetti un’irritazione temporanea della mucosa gastrica.
Caffè e tumori
Alcuni studi epidemiologici hanno indagato la connessione tra il consumo di caffè e l’incidenza di diversi tipi di tumore, con risultati spesso contrastanti. Secondo un certo numero di indagini sembra che ci sia un minore rischio di cancro al colon in consumatori abituali di caffè. Un discorso analogo riguarda il rischio di tumore allo stomaco, mentre sembra al momento escluso un collegamento con l’insorgenza di tumore all’esofago.
Ci sono poi alcuni studi in vitro che hanno scoperto proprietà antinfiammatorie e antiossidanti in alcune componenti del caffè, che potrebbero avere un effetto sulle cellule intestinali. Studi che, però, non hanno identificato con certezza la componente bioattiva responsabile di tali effetti.
Va detto che la relazione tra il consumo di caffè e il rischio di sviluppare tumori è complessa e soggetta a numerosi fattori, tra cui genetica e stile di vita. E certamente sono necessari ulteriori studi per avere dati più solidi.
Benefici della caffeina
La caffeina è un alcaloide ed è il componente più studiato del caffè, noto per i suoi effetti sulla vigilanza e l’energia. Oltre a questo, la ricerca ha evidenziato potenziali benefici antiossidanti e protettivi contro alcune forme di cancro, anche se gli esatti meccanismi rimangono da definire.
È stato osservato che la caffeina è in grado di inibire la secrezione di interleuchine infiammatorie, riducendo così l’infiammazione, nelle cellule del colon. Altri effetti riscontrati riguardano soppressione della crescita cellulare e dei tumori. Questi risultati sono ancora poco attendibili poiché soggetti ad alta variabilità.
Altri componenti, come i polifenoli, hanno mostrato effetti protettivi contro l’infiammazione e l’ossidazione, contribuendo potenzialmente alla prevenzione di malattie croniche.
Diterpeni e reazione di Maillard
I diterpeni, presenti nel caffè, sono stati studiati per i loro effetti sulla salute, con risultati preliminari che suggeriscono anche in questo caso potenziali benefici anticancro. Per esempio il caveolo, un diterpene contenuto nel caffè, si è dimostrato in grado di diminuire la vitalità in vitro delle cellule di tumore al colon, si ritiene grazie all’attivazione della caspasi-3, un enzima coinvolto nella formazione di questo tumore.
Anche i prodotti della reazione di Maillard, come le melanoidine, hanno attirato l’attenzione dei ricercatori per i loro effetti antiossidanti e la loro capacità di influenzare la salute intestinale, sebbene la ricerca in questo campo sia ancora agli inizi.
Effetti sul sistema nervoso
Oltre agli effetti gastrointestinale e antiossidante, il caffè influisce anche sul sistema nervoso, con la caffeina che modula l’attività cerebrale e potrebbe avere effetti protettivi contro alcune malattie neurodegenerative.
Altri studi hanno esplorato l’impatto del caffè sull’asse intestino-cervello, suggerendo che può avere effetti sulla salute mentale e sul benessere generale.
Modifica del microbiota intestinale
Un’altra recente revisione degli studi pubblicati ha dimostrato che il consumo di caffè può influenzare la composizione e la diversità del microbiota intestinale. Alcuni composti presenti nel caffè, come gli acidi clorogenici e la caffeina, sembrano avere un effetto sulla crescita di specifici batteri intestinali. Ad esempio, l’assunzione di caffè è stata associata a un aumento dei livelli di Bifidobatteri, batteri benefici per la salute intestinale.
Le modifiche a livello del microbiota intestinale causate dal consumo di caffè possono avere importanti implicazioni per la salute umana. Alcuni studi suggeriscono che il caffè potrebbe svolgere un ruolo protettivo contro alcune malattie, come il diabete di tipo 2 e le malattie epatiche non alcoliche. Inoltre, il caffè è stato associato a una riduzione del rischio di mortalità complessiva. Non sappiamo ancora con sicurezza se questi effetti siano mediati dal microbiota intestinale, ma è probabile che un suo ruolo sia effettivo.
La ricerca sul rapporto tra caffè e microbiota intestinale potrebbe quindi aprire la strada a nuove terapie per diverse condizioni di salute.
Infezioni da Clostridium difficile
Modulare il microbiota intestinale attraverso il consumo di caffè potrebbe rappresentare anche una strategia terapeutica innovativa per il trattamento di alcune malattie. Ad esempio, potrebbe essere utile nel trattamento delle infezioni da Clostridium difficile.
Il Clostridium difficile è un batterio patogeno che può causare infezioni intestinali gravi e potenzialmente fatali, specialmente in individui con un microbiota intestinale compromesso. Recentemente, è emerso che il consumo di caffè potrebbe avere un impatto significativo sulla composizione del microbiota intestinale e potenzialmente influenzare la suscettibilità alle infezioni, competendo con i batteri patogeni per le risorse (sostanze nutritive) e creare un ambiente sfavorevole per la crescita di microrganismi dannosi.
Sappiamo infatti che gli squilibri nel microbiota intestinale (disbiosi), causati da fattori come l’uso di antibiotici o una dieta sbilanciata, possono aumentare il rischio di infezioni da Clostridium difficile.
Se confermato da ulteriori ricerche, il legame tra il consumo di caffè e la protezione contro le infezioni da Clostridium difficile potrebbe avere importanti implicazioni terapeutiche. Modulare il microbiota potrebbe rappresentare una strategia preventiva e terapeutica per ridurre il rischio di infezioni batteriche intestinali, comprese quelle causate da Clostridium difficile.