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Alimenti

Shiitake (fungo)

Aree terapeutiche
Sistema immunitario
Funzionalità
Immunostimolazione
Overview

I funghi edibili (cioè non velenosi) fanno parte della tradizione culinaria di molti paesi del mondo, Italia inclusa. Da noi se ne trova un’ampia varietà, dai diffusissimi prataioli (noti anche come champignons) ai chiodini, passando da porcini, pleurotus e tanti altri. 

In estremo oriente sono diffuse altre specie, una delle quali si è rivelata particolarmente interessante per la salute: si tratta dello shiitake. Un’osservazione, forse un’intuizione, fece partire il grande interesse intorno a questi funghi: i coltivatori di Shiitake giapponesi avevano un rischio di andare incontro ad alcuni tipi di tumore inferiore del 50% rispetto alla popolazione generale. 

Shiitake, il fungo del castagno

Shiitake significa fungo del castagno (in giapponese shii è il nome di una varietà di castagno e take significa fungo); il nome scientifico è Lentinula edodes. 

Da questo fungo è possibile estrarre il lentinano, che contiene un composto bioattivo: il 1,3 beta-glucano, un polisaccaride che è il diretto responsabile degli effetti benefici sulla salute attribuiti allo shiitake. 

Diversi studi infatti hanno consentito di dimostrare che il lentinano aggiunto alle terapie antitumorali ne potenzia gli effetti e riduce gli effetti collaterali. Il lentinano non ha un effetto citotossico diretto sulle cellule tumorali ma sembra potenziare il sistema immunitario per renderlo attivo nei confronti del tumore. 

Il lentinano potenzia il trattamento con farmaci antitumorali quali gemcitabina, paclitaxel, docetaxel e cisplatino come anche i farmaci antitumorali basati sugli anticorpi monoclonali. L’aggiunta di lentinano alle terapie antitumorali standard ha migliorato la sopravvivenza nei pazienti affetti da cancro dello stomaco e del fegato e ha migliorato la qualità della vita in pazienti con carcinoma esofageo e carcinoma polmonare non a piccole cellule. È stato approvato sia in Cina che in Giappone come terapia adiuvante per il cancro dello stomaco già dall’inizio degli anni ‘80, dove è attualmente disponibile come farmaco sia per somministrazione orale che endovenosa.  

Benefici del lentinano

Ma cos’è l’1,3 beta-glucano e come funziona? L’1,3 beta-glucano è un polisaccaride, cioè una catena molecolare formata dall’unione di più unità monomeriche di zucchero (in questo caso glucosio). 

I polisaccaridi sono un tipo di fibra alimentare che caratterizza la parete di molti vegetali, in particolare cereali e funghi. Non sono quindi esclusivi dello shiitake, ma si trovano anche nell’orzo, nell’avena ed in molti funghi anche nostrani. I beta-glucani in particolare sono classificati tra i polisaccaridi non amidacei di cui fanno parte la cellulosa, le emicellulose (tra cui si annoverano appunto i beta-glucani), le pectine, i fruttani e le mucillagini. 

Tutte queste sostanze che ingeriamo con una dieta ricca di vegetali non vengono assorbite dal nostro intestino e quindi sono a disposizione del microbiota intestinale che le utilizza come fonti energetiche per la sua sopravvivenza. In altri termini le sostanze indigeribili per il nostro intestino diventano il cibo preferito dei nostri amici batteri che, grazie a questa disponibilità alimentare, vivono e svolgono le loro funzioni, importanti per il nostro benessere. I polisaccaridi non amidacei sono stati quindi definiti “carboidrati accessibili al microbiota” (in sigla MACs: Microbiota-accessible carbohydrates), ma non sono gli unici: abbiamo anche gli amidi resistenti e gli oligosaccaridi non digeribili. 

Come accade per noi umani che a latitudini diverse abbiamo gusti alimentari diversi anche nel mondo dei batteri del microbiota si è visto che alcuni batteri prediligono un particolare tipo di MAC rispetto ad altri. 

Nello specifico i polisaccaridi non amidacei, e quindi i beta-glucani, sono particolarmente “graditi” dai generi Bifidobacterium, Lactobacillus, Ruminococcus e Faecalibacterium. Pertanto l’assunzione di alimenti contenenti beta-glucani sostiene questi generi batterici, che, grazie alle loro spiccate doti di produzione di acidi grassi a catena corta, esercitano funzioni antinfiammatorie, immunomodulanti ed antitumorali per il nostro organismo.

Il beta-glucano dello shiitake però ha una caratteristica tutta sua, che lo rende unico nel suo genere: lungo la sua catena si osservano infatti ulteriori ramificazioni di altre corte sequenze di zuccheri e possono essere presenti anche delle proteine. Questa struttura complessa viene riconosciuta dal sistema immunitario ed è in grado di attivarne specifiche funzioni. 

Effetti sul sistema immunitario

A questo punto la domanda sorge spontanea: gli effetti benefici del fungo shiitake osservati negli studi epidemiologici (quelli in cui si osserva una riduzione del rischio oncologico) sono dovuti al fatto che il suo particolare beta-glucano esercita funzioni “stimolanti” nei confronti del sistema immunitario oppure sono mediati dal microbiota in quanto è un substrato preferenziale di crescita per quei batteri che a loro volta producono sostanze (acidi grassi a catena corta) antinfiammatorie, immunomodulanti ed antitumorali?

I dati ad oggi disponibili indicano che entrambe le risposte sono corrette; lo speciale beta-glucano dello shiitake, con le sue ramificazioni, costituisce una molecola unica, che è capace di modulare il nostro sistema immunitario: rimuovendo infatti le sue ramificazioni gli effetti biologici non sono più gli stessi. 

D’altra parte sono stati osservati anche effetti diretti sul microbiota, come dimostrano i due studi scientifici di seguito riportati.

Shiitake e microbiota intestinale

Nel primo studio un gruppo di ricercatori ha utilizzato delle speciali frazioni di beta-glucano estratto dal fungo shiitake per un esperimento di somministrazione in topi con cancro del colon ed ha osservato che la somministrazione dell’estratto determina in effetti un cambiamento del microbiota intestinale con aumento dei Bacteroidetes e riduzione dei Proteobatteri e di Helicobacter; tali cambiamenti erano associati ad una riduzione del tumore. 

Negli animali trattati si è osservata anche una riduzione dell’infiammazione e un miglioramento dell’integrità di barriera intestinale. Anche se si tratta di uno studio condotto sugli animali resta tuttavia una buona dimostrazione di come gli effetti antitumorali del fungo shiitake possano essere mediati dagli effetti del lentinano sul microbiota; d’altra parte l’associazione positiva tra eccesso di Proteobatteri e cancro del colon retto è nota da tempo per cui non stupisce che un estratto che riduce la quota di Proteobatteri possa esercitare effetti benefici su questo tipo di tumore.

Il secondo studio è stato realizzato sull’uomo: un gruppo di ricercatori spagnoli ha indagato gli effetti della somministrazione di 3,5 grammi al giorno di beta-glucano estratto dallo shiitake ed una pari quantità di placebo in un gruppo di volontari al fine di indagare gli effetti della somministrazione sui livelli di colesterolo

Al termine dello studio non sono stati osservati cambiamenti significativi del colesterolo ma in compenso si è osservata una certa modulazione del microbiota, con aumento di generi tra cui Akkermansia, generalmente ritenuti eubiotici per il nostro intestino.

L’estratto ottenuto dallo shiitake rappresenta quindi già oggi un valido supporto terapeutico per alcune specifiche patologie; lo studio del suo ruolo come prebiotico in grado di stimolare selettivamente alcuni batteri del nostro microbiota potrà gettare nuova luce su questo interessante fungo.

icona autore articolo di Giovanni Buonsanti

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