Il microbiota intestinale potrebbe svolgere un ruolo importante nello sviluppo di ipertensione arteriosa attraverso metabolismo degli adrenocorticosteroidi endogeni, gli ormoni steroidei prodotti nella corteccia del surrene.
Negli ultimi anni, diverse ricerche scientifiche hanno scoperto e spiegato l’esistenza di uno stretto legame tra i microbi presenti nell’intestino umano e la regolazione della pressione sanguigna. Uno degli aspetti più affascinanti di questa relazione è il coinvolgimento appunto dei glucocorticoidi.
Due studiosi americani affiliati alla Warren Alpert Medical School della Brown University e alla Virginia Commonwealth University School of Medicine hanno esaminato questa connessione in una review pubblicata sulla rivista Steroids.
Cosa sono i glucocorticoidi
I glucocorticoidi svolgono un ruolo cruciale nel nostro organismo, regolando una vasta gamma di funzioni fisiologiche.
Studi recenti hanno evidenziato che la metabolizzazione di questi ormoni da parte dei batteri intestinali potrebbe influenzare direttamente la pressione sanguigna. Questo concetto, noto come “ipotesi GALF” (dall inglese Gut Androgen and Lactobacillus Factor), suggerisce che i prodotti della metabolizzazione dei glucocorticoidi da parte dei microbi intestinali possano essere assorbiti nel flusso sanguigno e influenzare la pressione arteriosa.
Che cos’è l’ipertensione arteriosa
L’ipertensione arteriosa si verifica quando la pressione sanguigna supera i valori considerati normali. Si parla di pressione sistolica per indicare la forza esercitata dal sangue contro le pareti arteriose quando il cuore si contrae (sistole), di pressione diastolica per descrivere la pressione quando il cuore si rilassa (diastole). Si stima che il 25-30% della popolazione ne sia affetto, percentuale che aumenta con l’età.
Nel 95% dei casi, la causa rimane sconosciuta, definendosi ipertensione primitiva o essenziale, mentre nel restante 5%, è secondaria ad altre condizioni, come l’insufficienza renale cronica. L’esordio può essere influenzato da fattori come il fumo, l’abuso di alcol, lo stile di vita sedentario e una dieta ad alto contenuto di grassi animali.
L’ipertensione spesso non presenta sintomi specifici, ma può manifestarsi con palpitazioni, mal di testa, vertigini, nervosismo e stanchezza. La misurazione della pressione tramite sfigmomanometro è essenziale per una diagnosi accurata.
Le conseguenze più gravi dell’ipertensione includono infarto e ictus, aumentando il rischio cardiovascolare.
Microbiota e ipertensione arteriosa
Come spesso accade, questo filone di ricerca è iniziato quasi per caso. Alcuni ricercatori pochi anni fa hanno osservato che, in pazienti con ipertensione, il trattamento con antibiotici come neomicina o ampicillina, causava una riduzione della pressione sanguigna. Da qui l’ipotesi che ci fosse una sorta di nfluenza da parte del microbiota.
Questo fenomeno, si dissero gli scienziati, potrebbe essere dovuto alla capacità degli antibiotici di modificare la flora intestinale, riducendo i batteri che generano metaboliti simili all’acido glicirretico, conosciuti come GALFs, e che potrebbero quindi interagire con il sistema ormonale che regola la pressione.
Uno degli aspetti chiave di questa ipotesi è che i metaboliti dei glucocorticoidi prodotti dai batteri intestinali possano passare nel circolo sanguigno e successivamente eliminati attraverso l’urina. Questo processo potrebbe avere implicazioni significative per la regolazione della pressione sanguigna e potenzialmente per lo sviluppo dell’ipertensione arteriosa.
Altri studi condotti su modelli animali e sull’uomo hanno evidenziato un’associazione tra la disbiosi intestinale, ovvero uno squilibrio nella composizione dei microbi intestinali, e l’ipertensione. In particolare, la presenza di determinati batteri nell’intestino potrebbe influenzare la metabolizzazione dei glucocorticoidi e, di conseguenza, la pressione sanguigna.
Queste scoperte pongono le basi per ulteriori ricerche volte a comprendere appieno il ruolo dei microbi intestinali e dei glucocorticoidi nella regolazione della pressione sanguigna. La manipolazione della flora intestinale attraverso probiotici, prebiotici o modifiche della dieta potrebbe rappresentare una strategia innovativa per il controllo dell’ipertensione e delle sue complicanze.