Un recente studio guidato da Adam D. Lietzan e il suo team presso l’Università della Carolina del Nord a Chapel Hill, pubblicato sulla prestigiosa rivista Science Advances, apre nuove frontiere nella comprensione e nel trattamento della parodontite, una malattia che affligge quasi la metà degli adulti negli Stati Uniti, portando a infiammazioni croniche e, in molti casi, alla perdita dei denti.
La ricerca mette in luce il ruolo cruciale non solo degli enzimi umani ma anche di quelli prodotti dal microbiota orale – l’insieme dei microorganismi presenti nella nostra bocca – nello sviluppo della parodontite. In particolare, è stata esaminata l’enzima β-glucoronidasi (GUS), precedentemente ritenuta di origine esclusivamente umana, scoprendo che anche le varianti batteriche contribuiscono significativamente alla patologia.
Gli scienziati hanno identificato 53 diverse forme di GUS prodotte dal microbiota orale, dimostrando una diversità strutturale e funzionale mai osservata prima. Queste varianti enzimatiche possono degradare i polisaccaridi contenenti glucoronide, favorendo la diffusione dei batteri e aggravando la condizione infiammatoria.
Il team di ricerca ha inoltre scoperto che gli enzimi GUS di origine batterica hanno un impatto maggiore rispetto a quelli umani sui marcatori clinici della parodontite. Questa scoperta apre la strada a nuove strategie di trattamento, come l’uso di antibiotici selettivi che inibiscono specificamente le varianti batteriche dell’enzima, offrendo speranza per interventi più mirati ed efficaci contro questa diffusa malattia.
Questa innovativa ricerca sottolinea l’importanza di considerare il contributo del microbiota orale nella salute dentale e nella prevenzione delle malattie parodontali, segnando un passo significativo verso trattamenti più personalizzati e basati sulla biologia molecolare del singolo individuo.