Le cellulasi sono enzimi appartenenti alla famiglia delle glicosidasi e hanno la capacità di rompere i legami β-1,4-glucosidici presenti nella cellulosa, trasformandola in molecole più semplici come oligosaccaridi e glucosio. Negli integratori alimentari il loro impiego è legato principalmente alla funzione di supporto digestivo, e vengono spesso inserite in miscele di enzimi pensate per facilitare la degradazione di componenti alimentari complessi.
Le cellulasi sono enzimi sicuri e ben tollerati, ampiamente utilizzati negli integratori come coadiuvanti della digestione delle fibre vegetali. Sebbene possano facilitare la liberazione di nutrienti e modulare il microbiota attraverso la produzione di composti fermentabili, le evidenze cliniche dirette restano limitate, e il loro reale beneficio dipende spesso dalla miscela enzimatica di cui fanno parte e dal tipo di dieta del consumatore.
Origine delle cellulasi
L’origine delle cellulasi utilizzate in campo nutraceutico è prevalentemente fungina. La fonte più comune è Trichoderma reesei (noto anche con il teleomorfo Hypocrea jecorina), largamente impiegato anche in ambito industriale per la sua elevata capacità di produzione enzimatica. Altri funghi utilizzati sono Aspergillus niger e Aspergillus aculeatus, entrambi considerati sicuri per la fermentazione destinata alla produzione alimentare. Le cellulasi di origine batterica, come quelle derivate da Bacillus subtilis, sono meno comuni negli integratori, pur trovando applicazione in altri settori produttivi. In ogni caso, si tratta di enzimi prodotti mediante processi di fermentazione controllata, in cui vengono impiegati ceppi non patogeni e non tossigeni, caratteristica che ne garantisce la sicurezza d’uso.
Cellulasi negli integratori
All’interno degli integratori alimentari, le cellulasi vengono inserite con l’obiettivo di migliorare la digestione delle fibre vegetali presenti in frutta, verdura, cereali e semi. Questo le rende un complemento utile in prodotti rivolti a persone che lamentano difficoltà digestive o disturbi legati a diete ricche di fibra. La loro azione permette una parziale idrolisi della cellulosa, facilitando così la liberazione di nutrienti e fitocomposti che risulterebbero altrimenti poco accessibili. Inoltre, gli oligosaccaridi liberati possono agire come substrati fermentabili per il microbiota intestinale, esercitando quindi un effetto indiretto di modulazione. Proprio per questo motivo le cellulasi sono raramente utilizzate da sole, ma più spesso in combinazione con altri enzimi digestivi come amilasi, proteasi, lattasi o lipasi, con cui costituiscono blend complessi mirati a sostenere la fisiologia digestiva.
Evidenze scientifiche
Sul piano scientifico le evidenze specifiche riguardanti le cellulasi come singolo ingrediente negli integratori restano limitate. La maggior parte degli studi clinici disponibili ha infatti indagato l’efficacia di miscele enzimatiche contenenti cellulasi, osservando benefici come una migliore digestione di pasti ricchi di fibre e una riduzione di sintomi gastrointestinali quali gonfiore o meteorismo. Tuttavia, è difficile attribuire questi effetti esclusivamente alle cellulasi, dal momento che agiscono in sinergia con altre attività enzimatiche. A oggi mancano trial clinici robusti che confermino in modo diretto la loro efficacia isolata, motivo per cui le conclusioni rimangono caute.
Profilo di sicurezza
Dal punto di vista della sicurezza, le cellulasi sono generalmente considerate sicure per il consumo umano. Negli Stati Uniti sono riconosciute con lo status di GRAS (Generally Recognized as Safe) dalla FDA, mentre in Europa sono autorizzate dall’EFSA come coadiuvanti tecnologici in campo alimentare. Negli integratori, la loro presenza deve essere riportata in etichetta con l’indicazione della fonte da cui provengono. Gli effetti avversi riportati sono estremamente rari, e alle dosi comunemente utilizzate non emergono problemi di tollerabilità. È però importante sottolineare che l’integrazione con cellulasi non permette all’organismo di acquisire la capacità di digerire completamente la cellulosa: questa resta comunque una fibra indigeribile per l’uomo, la cui parziale degradazione enzimatica produce solo molecole più facilmente fermentabili dal microbiota intestinale.
Aspetti regolatori
Il quadro regolatorio conferma ulteriormente la loro sicurezza. Il Regolamento CE n. 1332/2008 ha definito i criteri generali di utilizzo degli enzimi alimentari, tra cui rientrano anche le cellulasi. Nel contesto nutraceutico non possono essere presentate con claim terapeutici, ma solo con indicazioni generiche di supporto digestivo, a meno di specifiche autorizzazioni. Questo vincolo riflette il bisogno di ulteriori prove cliniche per validarne in modo più solido l’efficacia nel miglioramento della salute umana.
