Immaginate un minuscolo invasore sulla vostra pelle, quasi invisibile eppure potente abbastanza da scatenare una battaglia infiammatoria sotto la superficie della vostra epidermide. Non è la trama di un film di fantascienza, ma la realtà di come lo Staphylococcus aureus, un batterio solitamente innocuo che vive sulla nostra pelle, può svolgere un ruolo chiave nello sviluppo dell’eczema, noto anche come dermatite atopica.

Un team di ricercatori guidati da Yuumi Nakamura della Chiba University in Giappone ha recentemente svelato parte di questo mistero in uno studio pubblicato su Science Translational Medicine. Hanno scoperto che quando S. aureus colonizza l’epidermide, può effettivamente contribuire all’eczema, una condizione infiammatoria cronica che affligge fino al 20% dei bambini e al 5% degli adulti in tutto il mondo.

Il colpevole? Un particolare set di geni del batterio noto come “Agr”. Questi geni regolano la virulenza di S. aureus, cioè la sua capacità di causare malattie. I ricercatori hanno analizzato campioni di neonati, monitorandoli per vedere chi sviluppava l’eczema. Hanno scoperto che i bambini con una maggiore presenza di S. aureus sulla loro pelle nei primi mesi di vita avevano maggiori probabilità di sviluppare l’eczema più tardi.

Ma non tutte le varianti di S. aureus sono uguali. Esistono diverse versioni del sistema Agr, e sorprendentemente, non è la presenza di una particolare variante a essere collegata all’eczema, ma una mutazione in una parte del sistema, chiamata AgrC. I bambini con questa mutazione sembravano essere protetti dall’eczema, suggerendo che potrebbe interferire con la capacità del batterio di causare problemi.

Per confermare i loro sospetti, i ricercatori hanno sperimentato con modelli animali, dimostrando che il batterio modificato per non attivare il sistema Agr non riusciva a colonizzare la pelle o a scatenare l’infiammazione così efficacemente come la versione “selvaggia” del batterio.

Queste scoperte aprono nuove strade per la comprensione e il trattamento dell’eczema, puntando verso l’importanza di tenere sotto controllo questi piccoli invasori sulla nostra pelle.

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