Da quando è stato scoperto, quasi 90 anni fa, l’acido ialuronico ha trovato applicazione in molti campi della medicina (dall’ortopedia all’oftalmologia fino all’urologia) e ancora oggi continuano ad aprirsi nuove prospettive terapeutiche, in particolare in dermatologia e medicina estetica.

Scopriamo insieme cos’è l’acido ialuronico e come può essere utilizzato.

Che cos’è l’acido ialuronico

L’acido ialuronico è un polimero lineare di un disaccaride, con un peso molecolare che varia da decine di migliaia a milioni. È presente, in differenti forme, in diverse parti del corpo umano, con alte concentrazioni soprattutto nella pelle, negli occhi e nelle articolazioni.

È una molecola con una capacità unica di legare e trattenere le molecole di acqua, garantendo così l’idratazione delle cellule. Grazie alle sue proprietà, l’acido ialuronico costituisce per esempio una sorta di cuscinetto e di lubrificante per le articolazioni e mantiene idratata la pelle.

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Le funzioni dell’acido ialuronico

Circa la metà dell’acido ialuronico contenuto nel corpo umano è presente nella pelle e ha un ruolo chiave nel mantenerla idratata, turgida, resistente agli insulti esterni ed elastica. Tuttavia, il contenuto di acido ialuronico cutaneo, e quindi di acqua, diminuisce con l’età e in seguito all’attacco di fattori ambientali (come raggi UV, smog, fumo), oltre che a causa di fattori metabolici e ormonali.

Da qui deriva l’impiego di acido ialuronico in molti trattamenti cosmetici idratanti e antietà (sieri, creme e gel) per il viso, utili per mantenere la pelle idratata e per contrastare rughe, segni di espressione e perdita di tonicità, e per il corpo, in particolare per le gambe, come anti-cellulite e anti-smagliature, per aiutare la pelle a ritrovare compattezza e morbidezza.

L’acido ialuronico gioca un ruolo chiave anche nella guarigione delle ferite. Le sue concentrazioni aumentano in modo fisiologico quando c’è un danno da riparare, regolando i livelli di infiammazione e favorendo l’angiogenesi, cioè la formazione di nuovi vasi sanguigni nella zona danneggiata. Queste proprietà, unite all’attività antibatterica, che riduce il rischio di infezioni, ne fanno un alleato della pelle in caso di ferite e cicatrici.

In medicina estetica, l’acido ialuronico viene utilizzato come filler, viene cioè iniettato sottopelle per riempire le rughe, rimpolpare labbra, zigomi, glutei e polpacci, correggere cicatrici e segni dell’acne.

Tra gli impieghi terapeutici dell’acido ialuronico, ricordiamo anche le infiltrazioni a livello delle articolazioni, per alleviare i sintomi dolorosi dell’artrosi (in particolare quando antidolorifici o antinfiammatori non sono efficaci o sono controindicati), e i colliri e le lacrime artificiali contro la sindrome dell’occhio secco.

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Come assumere l’acido ialuronico

Come già detto, l’acido ialuronico viene somministrato in varie forme e preparazioni a seconda dell’utilizzo. Si trova in sieri e creme, soluzioni oftalmiche, soluzioni iniettabili, cerotti medicati ecc., che possono essere acquistati liberamente in farmacia. Le iniezioni, sia che si tratti di filler a uso medico-estico o di infiltrazioni intrarticolari, devono essere effettuate da personale medico competente e formato in modo specifico.

L’efficacia terapeutica degli integratori alimentari di acido ialuronico è ancora oggi oggetto di studi. Sono stati ottenuti riscontri interessanti per quanto riguarda l’azione idratante sui tessuti e per il trattamento dell’artrosi, della cistite interstiziale, del reflusso gastroesofageo e di altre patologie.

Nuove ricerche, inoltre, mostrano che gli integratori di acido ialuronico, in associazione con farmaci antiacidi, possono aiutare a ridurre i sintomi del reflusso gastroesofageo, accelerando il recupero dell’integrità del rivestimento dell’esofago, persa a causa del reflusso acido.

Anche per il trattamento di alcuni disturbi urinari sono allo studio gli effetti della supplementazione di questa molecola, per esempio per la cistite interstiziale, o sindrome della vescica dolorosa, grazie alla sua azione riparativa sui tessuti. Questa patologia, trattata in alcuni casi con instillazioni nella vescica di soluzioni di acido ialuronico, potrebbe trarre giovamento anche dall’assunzione di acido ialuronico per via orale.

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Microbiota intestinale e acido ialuronico

L’uso dell’acido ialuronico come integratore per migliorare la salute della pelle e delle articolazioni è sempre più diffuso, e la sua sicurezza è stata confermata da diversi studi.

Tuttavia, il dettagliato meccanismo attraverso cui l’acido ialuronico, con un peso molecolare così elevato, esercita effetti benefici non è ancora del tutto chiaro.

Uno studio in vivo che ha utilizzato 14C-HA ha dimostrato che circa il 90% dell’acido ialuronico somministrato per via orale si ritrova nel plasma, suggerendo un processo di assorbimento, metabolizzazione e trasferimento sulla pelle.

Altre ricerche in vitro hanno mostrato che l’acido ialuronico non viene degradato dai succhi gastrici e intestinali artificiali, ma viene convertito in oligosaccaridi HA (oligo-HA) dal microbiota cecale. È stato riportato che alcuni ceppi batterici appartenenti ai generi Bacteroides, Prevotella, Porphyromonas e Fusobacterium, comuni nell’intestino umano, sono capaci di degradare l’acido ialuronico.

Ma è ancora poco chiaro il modello di degradazione dell’acido ialuronico da parte dei batteri intestinali.

Partendo da questi presupposti, un team di ricerca giapponese ha identificato batteri nelle feci umane capaci di degradare l’acido ialuronico in oligo-HA e ha valutato la loro distribuzione nel microbiota di soggetti sani.

Test genomici e biochimici su questi ceppi hanno identificato Bacteroides finegoldii, B. caccae, B. thetaiotaomicron e Fusobacterium mortiferum come batteri degradanti l’acido ialuronico. In sintesi, è emerso che:

  • il microbiota fecale umano è in grado di degradare l’acido ialuronico;
  • in 9 campioni su 10, l’acido ialuronico è stato degradato al di sotto del limite di rilevazione 30 ore di fermentazione;
  • il microbiota fecale di un donatore ha degradato completamente l’acido ialuronico dopo 9 ore di fermentazione;

In conclusione, l’attività biologica dell’acido ialuronico somministrato per via orale potrebbe variare tra gli individui a seconda della dimensione e della distribuzione della popolazione dei batteri che lo degradano nel loro microbiota intestinale.

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