Può avere un impatto significativo sulla qualità della vita, ma con una diagnosi precoce e un approccio integrato è possibile prevenirla e trattarla efficacemente. Stiamo parlando dell’osteoporosi, una malattia subdola. Ma che grazie alla combinazione di una dieta equilibrata, attività fisica regolare e, se necessario, integrazioni o terapie farmacologiche, si può prevenire.

Il crescente interesse per il ruolo del microbiota intestinale offre nuove prospettive per la comprensione e la gestione dell’osteoporosi.

Cos’è l’osteoporosi

L’osteoporosi è una condizione caratterizzata da una progressiva perdita di densità ossea, che rende le ossa più fragili e aumenta il rischio di fratture. 

Questa malattia si sviluppa lentamente e spesso rimane asintomatica fino al verificarsi di una frattura, tanto da essere definita una “epidemia silenziosa”. Il problema principale è l’alterazione dell’equilibrio tra il riassorbimento del tessuto osseo e la formazione di nuovo osso, un processo che avviene naturalmente durante la vita.

Le ossa più colpite sono l’anca, le vertebre e il polso. Le fratture possono verificarsi anche in seguito a traumi minimi o addirittura in assenza di traumi. Nei casi più gravi, le fratture vertebrali possono causare deformazioni della colonna vertebrale e dolori intensi.

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Quali sono le cause e i fattori di rischio

L’osteoporosi è più comune nelle donne, soprattutto dopo la menopausa, a causa della riduzione degli estrogeni, ormoni che svolgono un ruolo protettivo per l’osso. Tuttavia, colpisce anche gli uomini, prevalentemente dopo i 60 anni. 

Tra i principali fattori di rischio troviamo:

  • età avanzata: con il tempo, la perdita ossea diventa più pronunciata.
  • fattori ormonali: menopausa precoce, ipertiroidismo o altre disfunzioni endocrine.
  • terapie farmacologiche: trattamenti prolungati con cortisonici.
  • stile di vita: sedentarietà, fumo, abuso di alcol e dieta povera di calcio e vitamina D.
  • storia familiare: una predisposizione genetica può aumentare il rischio.

È importante sottolineare che l’osteoporosi può svilupparsi in modo asintomatico per anni. La diagnosi precoce è quindi essenziale, e la densitometria ossea (MOC) è uno strumento fondamentale per valutare lo stato di salute delle ossa.

Diagnosi dell’osteoporosi

La diagnosi dell’osteoporosi è fondamentale per prevenire le complicanze più gravi, come le fratture, che possono compromettere in modo significativo la qualità della vita. Poiché la malattia spesso si sviluppa in modo silenzioso, senza sintomi evidenti, è essenziale ricorrere a strumenti diagnostici mirati. 

La densitometria ossea (o mineralometria ossea computerizzata, MOC) è il metodo più utilizzato e riconosciuto per valutare la densità minerale ossea (BMD) e identificare precocemente la riduzione della massa ossea. 

Questa indagine non invasiva è particolarmente raccomandata per le donne dopo la menopausa e per gli uomini sopra i 65 anni, oltre che per le persone con fattori di rischio specifici, come terapie a lungo termine con cortisonici o una storia di fratture precedenti. 

Altri strumenti utili includono l’anamnesi completa del paziente, esami del sangue per valutare i livelli di calcio, vitamina D e marcatori del metabolismo osseo, e la tomografia computerizzata ad alta risoluzione (HR-pQCT) in casi più specifici. 

Una diagnosi precoce permette di implementare strategie preventive o terapeutiche tempestive, riducendo significativamente il rischio di complicanze.

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Strategie di prevenzione

La prevenzione dell’osteoporosi deve iniziare fin dall’infanzia, garantendo una corretta alimentazione ricca di calcio e vitamina D e promuovendo uno stile di vita attivo. Tra le principali misure preventive troviamo:

  • alimentazione: consumare alimenti ricchi di calcio (latte, formaggi, verdure a foglia verde, pesce come le acciughe) e vitamina D (olio di fegato di merluzzo, salmone, uova). L’esposizione alla luce solare è essenziale per l’attivazione della vitamina D.
  • attività fisica: esercizi di resistenza e attività aerobiche leggere sono fondamentali per mantenere le ossa forti.
  • evitare abitudini dannose: ridurre il consumo di alcol, smettere di fumare e mantenere un peso corporeo adeguato.
  • monitoraggio regolare: per le persone a rischio, è consigliabile sottoporsi a controlli regolari e, se necessario, a una densitometria ossea.

Cure e trattamenti

Il trattamento dell’osteoporosi varia in base alla gravità della malattia e ai fattori di rischio individuali. Le principali terapie includono:

  • integrazione di calcio e vitamina D: fondamentale per supportare la salute ossea.
  • farmaci: i bifosfonati sono i farmaci più comuni per ridurre il riassorbimento osseo, ma presentano limiti nel lungo termine. altri trattamenti includono modulatori selettivi dei recettori degli estrogeni, anticorpi monoclonali e farmaci anabolizzanti.
  • terapie ormonali: in alcuni casi, può essere prescritta una terapia ormonale sostitutiva per le donne in post-menopausa.
  • attività fisica: anche durante il trattamento, l’esercizio fisico rimane un elemento chiave per mantenere la densità ossea.

È essenziale rivolgersi a uno specialista per personalizzare la terapia e monitorare l’efficacia del trattamento nel tempo.

Osteoporosi e microbiota intestinale

Negli ultimi anni, il ruolo del microbiota intestinale nella salute ossea ha attirato l’attenzione della ricerca scientifica. Studi hanno dimostrato che il microbioma intestinale può influenzare l’omeostasi ossea attraverso la regolazione del sistema immunitario e la modulazione dei processi di formazione e riassorbimento osseo.

Alcuni probiotici, come specifici ceppi di Lactobacillus reuteri, hanno mostrato effetti positivi sulla densità minerale ossea in studi clinici e preclinici. Sono in grado di ridurre l’infiammazione, che rappresenta un fattore predisponente alla perdita ossea, e di modulare il sistema immunitario per favorire la formazione di nuovo tessuto osseo.

Un esempio significativo è uno studio clinico condotto su donne anziane con bassa densità ossea, in cui l’integrazione con uno specifico Lactobacillus reuteri ha portato a una riduzione della perdita ossea nella tibia rispetto al gruppo placebo. 

Questi risultati aprono la strada a nuove strategie terapeutiche basate sull’uso di probiotici per prevenire e trattare l’osteoporosi.

Inoltre, alterazioni nella composizione del microbiota intestinale sono state osservate in pazienti con osteoporosi primaria. Alcuni batteri, come i generi Dialister e Faecalibacterium, risultano più abbondanti in questi pazienti, suggerendo che il monitoraggio del microbiota potrebbe rappresentare un’opzione diagnostica e terapeutica innovativa.

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