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Gluconato di ferro

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Overview

Il gluconato di ferro è uno dei sali di ferro più utilizzati negli integratori alimentari e nei farmaci per il trattamento e la prevenzione dell’anemia sideropenica. Chimicamente è un complesso tra ferro bivalente (Fe²⁺) e acido gluconico, una molecola derivata dal glucosio. Il ferro in forma bivalente è considerato più facilmente assorbibile a livello intestinale rispetto alla forma ferrica (Fe³⁺), ed è per questo che i sali ferrosi – solfato, fumarato e gluconato – sono stati a lungo la base della supplementazione orale di ferro.

Tra questi, il gluconato ferroso si distingue per una migliore tollerabilità gastrica rispetto al solfato ferroso, storicamente il più prescritto. I pazienti riportano con maggiore frequenza minori effetti collaterali gastrointestinali come nausea, dolore addominale e costipazione, che sono spesso la causa principale di scarsa aderenza alla terapia marziale. Anche se il contenuto elementare di ferro nel gluconato è inferiore a quello di altri sali (circa il 12% del peso complessivo), la migliore accettabilità da parte dei pazienti può renderlo più efficace sul lungo periodo, perché riduce l’interruzione precoce del trattamento.

Utilizzi clinici

Gli ambiti clinici in cui il gluconato di ferro è stato studiato sono vari e vanno oltre la semplice integrazione in caso di carenze lievi. Nei bambini piccoli è stato testato come opzione preventiva dell’anemia da carenza di ferro, con studi che mostrano un miglioramento dei livelli di emoglobina e ferritina più marcato rispetto al solfato ferroso a parità di durata di trattamento. Nelle donne in età fertile con anemia sideropenica, la somministrazione di gluconato ferroso orale ha dimostrato un incremento significativo dei parametri ematici dopo tre mesi, con una buona tollerabilità. In ambito ospedaliero e nefrologico, invece, è stato sviluppato anche il gluconato ferrico per via endovenosa, indicato nei pazienti in dialisi, ma si tratta di una formulazione diversa, destinata a situazioni cliniche più gravi e che non rientra negli integratori da banco.

Aspetti regolatori

Sul piano regolatorio, il gluconato ferroso è riconosciuto come ingrediente sicuro sia negli Stati Uniti, dove è incluso tra le sostanze GRAS (Generally Recognized As Safe) per l’uso alimentare e supplementare, sia in Europa, dove può essere impiegato negli integratori di ferro secondo le linee guida della Commissione Europea sulle fonti di minerali autorizzate. Nella pratica commerciale, lo si trova in capsule, compresse e sciroppi, spesso in associazione con vitamine come la vitamina C, che ne favorisce l’assorbimento intestinale, o con acido folico, utile in gravidanza e nelle donne fertili.

Sicurezza

Per quanto riguarda la sicurezza, il ferro in tutte le sue forme richiede attenzione alle dosi. Il gluconato ferroso, come gli altri sali, può causare effetti collaterali gastrointestinali, sebbene in media meno frequenti e meno intensi rispetto al solfato. L’assunzione deve essere attentamente valutata nei bambini, dove il rischio di sovradosaggio accidentale può avere conseguenze gravi. A livello clinico, il ferro in eccesso può portare a accumulo tissutale e danni ossidativi, motivo per cui la supplementazione deve essere indicata solo nei casi in cui la carenza sia dimostrata o fortemente sospetta. In gravidanza e allattamento il gluconato di ferro è considerato sicuro e ampiamente prescritto, ma anche in questo caso la posologia deve seguire i protocolli medici e le linee guida nazionali.

Un aspetto interessante emerso negli studi è che il gluconato ferroso non solo corregge i parametri ematici, ma può migliorare la qualità della vita dei pazienti già dopo poche settimane, riducendo sintomi come stanchezza, cefalea e deficit cognitivi associati all’anemia da carenza di ferro. Questi benefici soggettivi, insieme alla migliore tollerabilità, ne rafforzano l’uso come opzione valida in contesti clinici e preventivi.

Conclusioni

In definitiva, il gluconato di ferro rappresenta una fonte di ferro consolidata, ben tollerata e ampiamente regolamentata, utilizzata soprattutto negli integratori orali destinati alla prevenzione e al trattamento dell’anemia sideropenica. Pur contenendo meno ferro elementare rispetto ad altri sali, la sua buona accettabilità lo rende spesso preferibile, soprattutto nei trattamenti prolungati. La sua sicurezza è ampiamente documentata, a condizione che venga usato correttamente e sotto indicazione medica, evitando sia carenze non trattate che eccessi potenzialmente dannosi.

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