Il tema del microbiota sbarca anche su Netflix con il documentario Hack Your Health – I segreti dell’alimentazione, che esplora l’importanza della comunità microbica che abita il nostro intestino (e non solo) per la salute complessiva dell’organismo.

Negli ultimi anni il mondo medico-scientifico ha speso molte delle sue energie per esplorare il microbiota intestinale e studiare il suo impatto sulla salute generale.

Si parla infatti di Microbiota Revolution. Lontana dall’essere una trovata commerciale, il termine revolution indica la portata delle scoperte sulla comunità di microrganismi che popolano il nostro intestino (e non solo), in grado di cooperare tra loro nel mantenimento dello stato di salute dell’individuo. E che rivoluzione sarebbe se non fosse destinata a cambiare il modo in cui la comunità scientifica si approccia ai percorsi diagnostico-terapeutici in numerose patologie?

Di microbiota si parla spesso in relazione al benessere, fisico e mentale. Lo facciamo anche noi quotidianamente. Da aprile 2024 se ne parla anche su Netflix con il documentario dal nome Hack Your Health – The secret of your gut, diretto da Anjali Nayar.

Come suggerisce il titolo stesso, per diventare autentici hacker del proprio benessere, non possiamo non spingerci nella conoscenza della parte più piccola del nostro corpo, i microorganismi.

A guidare la narrazione è la Dott.ssa Giulia Enders, biologa e scrittrice tedesca, già conosciuta per il libro “L’intestino felice”. Con lei altri esperti provenienti da altri settori della ricerca relativa al microbiota, ci aiutano a capire da vicino quali sono le relazioni tra il microbiota e i vari distretti dell’organismo.

Il potere del microbiota

Un microbiota in salute svolge molteplici funzioni a beneficio dell’equilibrio dell’organismo.

Basti pensare che il 70% del nostro sistema immunitario si trova nell’intestino. Qui i microorganismi aiutano il corpo a gestire l’infiammazione, educando il sistema immunitario a reagire correttamente a contatto con “elementi cattivi”, come dicono il microbiologo Justin Soonenburg (Stanford) e l’ecologo microbiologo Jack Gilbert (UC San Diego).

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La loro funzione si estende anche sul piano ormonale: “Hanno il potere di plasmare i nostri ormoni e farci sentire affamati o sazi”, sottolinea la neuropsicologa Annie Gupta (Ucla). Va da sé l’interesse crescente da parte della comunità scientifica in relazione ai disturbi legati al controllo del peso.

E questo ci conduce a una frase che si sente spesso “L’intestino è il nostro secondo cervello”, ribadita anche dal neuroscenziato John Cryan (University College Cork – Irlanda), uno dei principali studiosi sull’asse cervello-intestino-microbioma, e coautore del bestseller “The Psychobiotic Revolution: Mood, Food, and the New Science of the Gut-Brain Connection”.

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Il raggio d’azione di questi microrganismi, insomma, è molto ampio. Ma ciò che rende questo mondo ancora più interessante è che il vostro microbiota è diverso da quello dei vostri amici, colleghi, fratelli e perfino da quello dei vostri genitori. Si adatta e può migliorare nella sua diversificazione anche tramite l’alimentazione.

I protagonisti

Attraverso la storia di quattro persone lontanissime tra loro per storia, provenienza ed esigenze alimentari, Hack your health mostra la diversità degli esseri umani, accomunati allo stesso tempo dalla ricerca di un equilibrio fisico e mentale. L’alimentazione fa parte dell’equazione.

Il primo messaggio che ci portiamo a casa è che le scelte alimentari e lo stile di vita possono influenzare direttamente il microbiota intestinale e, di conseguenza, la salute generale. 

Maya Okada Erickson è una chef di pasticceria con un rapporto conflittuale con il cibo, che in passato l’ha portata a soffrire di anoressia. Come spesso accade, le tracce del suo passato si ripresentano continuamente. L’introduzione graduale di cibi “proibiti” offre una testimonianza commovente del potere della nutrizione sul microbiota intestinale e sulla salute mentale.

Daniell Koepke, studentessa di dottorato con dolori cronici all’intestino che la portano a vivere con ansia e disagio ogni singolo pasto. Dalla ricerca disperata di una cura che l’ha esposta all’uso massiccio di antibiotici, il numero di cibi che può consumare senza problemi si sono ridotte drasticamente.

Kimmie Gilbert, la mamma che fatica a perdere peso e a mantenerlo dopo una dieta dimagrante. Le ha provate tutte per poter vivere a lungo ed essere presente per i suoi figli.

Infine Kobi Kobayashi, il mangiatore competitivo che non riesce a provare fame, tanto da riuscire a passare giornate intere senza rendersi conto di non aver mangiato.

Per delineare il quadro clinico, i protagonisti si sono sottoposti al test del microbiota fecale, che fotografa la presenza delle comunità batteriche presenti nel loro intestino. Ognuno di loro è stato condotto dagli specialisti nella scoperta di una nuova dimensione, per superare le difficoltà e iniziare a vivere il proprio rapporto con il cibo in equilibrio.

Cosa ci lascia Hack your health

Vivere in uno stato di benessere psicofisico può sembrare un obiettivo tanto astratto quanto impegnativo. Tuttavia, ignorare i fattori che possono contribuire a raggiungerlo non è la soluzione. È fondamentale conoscere ciò che può aiutarci a migliorare la qualità della nostra vita, e uno di essi è sicuramente il nostro microbiota e tutti i concetti correlati ad esso.

Il cibo fa parte della nostra storia passata e futura. Non è solo una questione di gusto: nutre il corpo, la mente (e sì, anche i batteri), le energie per affrontare la quotidianità. 

Ognuno di noi è unico, come il suo microbiota. Non esistono alimenti sani per tutti, ma allo stesso tempo, ci sono alimenti che contribuiscono più di altri a raggiungere il nostro benessere.

E il primo passo per volersi bene, forse, è iniziare a fare scelte consapevoli rispetto al nutrimento del nostro corpo.

Hack Your Health è un documentario coinvolgente che nel caos della quotidianità ci chiede di fermarci un attimo a riflettere su come possiamo migliorare il nostro benessere facendo scelte alimentari consapevoli.