Rhamnus purshiana
La Cascara è un arbusto alto 3-6 metri, ma può raggiungere anche i 18 metri d’altezza. È originaria della California e del versante pacifico dell’America settentrionale, ma oggi viene coltivata anche nel resto degli Stati Uniti, in Africa e in Europa.
La cascara possiede foglie ovali, dentate sui margini, e fiori bianco-verdastro. Il tronco, a differenza dei rami che sono lisci, è ricoperto da una corteccia rugosa, che è la parte utilizzata a scopo medicinale.
Viene raccolta tra maggio e giugno, tagliata in piccoli pezzi e lasciata seccare su vassoi. Dopo un anno di invecchiamento, che serve ad attenuare alcune attività non desiderate, la corteccia è pronta per l’uso.
Proprietà della cascara
La cascara è conosciuta per il suo effetto lassativo, dovuto alla presenza nella corteccia di principi attivi antrachinonici.
Gli antrachinoni infatti stimolano la peristalsi dell’intestino; inoltre aumentano la secrezione di acqua ed elettroliti nel lume intestinale e riducono il riassorbimento di acqua, con riduzione della consistenza e aumento di volume fecale.
Ne risulta effetto facilitante e stimolante dell’evacuazione che compare dopo 6-12 ore dall’assunzione della cascara.
Utilizzi della cascara
La cascara è usata principalmente per il trattamento della stitichezza occasionale. Deve essere utilizzata solo sporadicamente (trattamenti di breve periodo) poiché l’assunzione prolungata può sortire effetto opposto e aggravare la stipsi.
Preparazioni
Si consiglia l’uso di estratto secco nebulizzato e titolato in derivati antracenici espressi come cascarosidi minimo 9% alla dose di 2 o 3 mg per kg di peso corporeo, da assumere alla sera o da dividere in due assunzioni dopo i pasti.
Effetti collaterali della cascara
Se la corteccia non viene lasciata riposare il tempo adeguato (un anno) la cascara può ndurre crampi intestinali, diarrea con sanguinamento e vomito.
Lo stesso può accadere se si superano le dosi consigliate o in caso di ipersensibilità. A causa della forte diarrea si ha perdita di potassio e altri elementi, con comparsa di disturbi dovuti a carenza minerale.
La cascara non deve essere utilizzata per lunghi periodi di tempo poiché può indurre assuefazione e pigrizia intestinale con aumento della stipsi.
È controindicata se si soffre di malattie epatiche o patologie gastrointestinali diverse dalla stitichezza occasionale, e non è indicata durante gravidanza e allattamento, né nei bambini al di sotto dei 12 anni.
Interazioni della cascara
Come altri lassativi stimolanti la peristalsi la cascara può ridurre l’assorbimento di alcuni farmaci. Inoltre, può potenziare l’azione della digossina e altri farmaci cardiocircolatori a causa della deplezione di potassio.
L’uso insieme con diuretici non risparmiatori e corticosteroidi può diminuire ulteriormente i livelli di potassio.
Sono segnalate interazioni anche con vincamina, fenoxedil e liquirizia.