Negli ultimi anni, il panorama della salute intestinale si è arricchito di un nuovo protagonista: i postbiotici.

Sebbene molti siano già familiari con i prebiotici e i probiotici, spesso utilizzati per migliorare il benessere digestivo, i postbiotici rappresentano un’innovazione promettente grazie alla ricerca scientifica in continua evoluzione.

Cosa sono i postbiotici

Il termine “postbiotico” non ha ancora una definizione univoca accettata universalmente, ma la comunità scientifica sta lavorando per stabilirne una precisa.

In estrema sintesi possiamo dire che un postbiotico è una sostanza derivata dal metabolismo dei batteri probiotici, che offre benefici per la salute senza la necessità di somministrare batteri vivi. Tra questi, i più noti e studiati, ci sono:

  • acidi grassi a catena corta (SCFA),
  • esopolisaccaridi,
  • vitamine.

Inoltre ci sono altri metaboliti benefici derivati dalla fermentazione di alimenti, in particolare il latte.

Di recente è stato presentato a Milano, da parte di un pool di esperti, il primo Manifesto sui postbiotici.

Differenze tra probiotici e postbiotici

A differenza dei probiotici, che sono organismi vivi che devono essere somministrati in quantità sufficienti per essere efficaci, i postbiotici sono derivati non-vivi che possono essere utilizzati in modo più sicuro e controllato.

Questo elimina i rischi associati alla somministrazione di microrganismi vivi, che possono comportare effetti pro-infiammatori o altri rischi in specifici contesti clinici. Come per esempio negli individui con condizioni di immunocompromissione o permeabilità intestinale danneggiata. Inoltre, i postbiotici eliminano il rischio di trasmissione di geni resistenti agli antibiotici o di fattori di virulenza.

Dal punto di vista commerciale, vantano una maggiore durata di conservazione e facilità di manipolazione, garantendo una maggiore standardizzazione durante la produzione.

Benefici dei postbiotici

La ricerca sui postbiotici, sebbene più recente, ha già mostrato promettenti risultati. I SCFA, come il butirrato, il propionato e l’acetato, sono noti per le loro proprietà anti-infiammatorie e possono svolgere un ruolo cruciale nel mantenimento della barriera intestinale e nella modulazione della risposta immunitaria.

Questi metaboliti hanno mostrato effetti benefici in condizioni quali le malattie infiammatorie intestinali, come la malattia di Crohn e la colite ulcerosa, e potrebbero aiutare a ripristinare un equilibrio salutare nel microbiota intestinale.

La letteratura scientifica suggerisce che i postbiotici possono avere effetti benefici in situazioni di disbiosi legate a problemi gastrointestinali come costipazione e diarrea.

Scopri i biotici studiati su costipazione e permeabilità intestinale

Diversi studi hanno mostrato che determinati postbiotici, come i prodotti di fermentazione del latte e del lievito Saccharomyces cerevisiae, possiedono proprietà immunomodulanti e possono migliorare i sintomi associati a disordini gastrointestinali, aumentando la frequenza dei movimenti intestinali e riducendo gonfiore e dolore addominale.

Alcuni postbiotici hanno dimostrato di influenzare positivamente la barriera intestinale. Per esempio, gli esopolisaccaridi prodotti da Lactiplantibacillus plantarum e Bacillus subtilis hanno migliorato la resistenza della barriera intestinale e ripristinato la sua integrità in modelli di colite. Inoltre, i fruttoligosaccaridi a corta catena (scFOS) da Lactobacillus paracasei hanno mostrato di sostenere la morfologia delle giunzioni strette e ridurre l’infiammazione.

Oltre agli effetti sulla salute intestinale, i postbiotici possono anche influenzare positivamente il sistema immunitario. Alcuni studi hanno dimostrato che possono stimolare la risposta immunitaria innata e adattativa, regolando l’espressione di mediatori immunitari e riducendo le citochine infiammatorie.

Per esempio, il latte fermentato con uno specifico ceppo di Lactobacillus paracasei è stato studiato per la sua efficacia nell’età pediatrica, dimostrando di proteggere contro patogeni enterici come il Salmonella typhimurium e il Rotavirus.

Questi postbiotici regolano la barriera intestinale, stimolano l’immunità innata e adattativa e riducono l’infiammazione.

Inoltre, esopolisaccaridi prodotti da Bifidobacterium e altri batteri possono modulare la risposta immunitaria interagendo con macrofagi e dendriti, incrementando la proliferazione di linfociti T e NK. Anche i beta-glucani sono noti per il loro supporto contro batteri, virus, parassiti e cellule tumorali attraverso l’interazione con recettori macrofagici.

I postbiotici non sono solo utili per il trattamento di disturbi intestinali, ma hanno anche mostrato potenzialità nel prevenire malattie sistemiche grazie alla loro capacità di supportare la funzionalità della barriera epiteliale e limitare la traslocazione batterica.

L’utilizzo di postbiotici potrebbe rappresentare un’alternativa più sicura e controllabile rispetto ai probiotici, aprendo nuove strade per trattamenti più efficaci e meno invasivi.

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Conclusioni

Il ruolo del microbiota intestinale è fondamentale per la nostra salute generale, e il crescente interesse verso i postbiotici sta aprendo nuove possibilità terapeutiche.

Con ulteriori ricerche e una migliore comprensione dei loro meccanismi d’azione, i postbiotici potrebbero diventare un pilastro essenziale nel campo della medicina preventiva e terapeutica, migliorando la nostra capacità di trattare e prevenire svariate condizioni patologiche in modo più efficace e sicuro.