Isomalto
L’isomalto è un ingrediente sempre più presente negli integratori alimentari, anche se spesso il consumatore non se ne accorge, perché il suo ruolo non è tanto quello di fornire un beneficio diretto alla salute, quanto di migliorare la formulazione del prodotto. Si tratta di un polialcol, o zucchero alcolico, ottenuto dal saccarosio tramite un processo che prevede un’idrolisi enzimatica e una successiva idrogenazione. Il risultato è una sostanza con caratteristiche chimico-fisiche particolarmente apprezzate nell’industria alimentare e nutraceutica: un sapore dolce ma delicato, una grande stabilità e un basso potere igroscopico, cioè una scarsa tendenza ad assorbire umidità. Queste proprietà fanno sì che l’isomalto sia impiegato non solo come dolcificante, ma soprattutto come agente di carica e veicolo per principi attivi, aromi e altri componenti delle formulazioni.
Effetto dolcificante
Dal punto di vista del gusto, l’isomalto ha un potere dolcificante pari a circa il 40–60% di quello del saccarosio. Questo significa che, pur conferendo una nota dolce gradevole, non risulta eccessivamente intenso e può essere associato ad altri dolcificanti, sia calorici che non calorici, per ottenere il profilo organolettico desiderato. Un aspetto importante è il suo indice glicemico molto basso, che si aggira intorno a 2, contro valori di circa 65 per il comune zucchero da tavola. Questo ridotto impatto sulla glicemia lo rende particolarmente adatto agli integratori destinati a persone con diabete o a coloro che devono controllare l’apporto di zuccheri semplici. Anche il contenuto calorico è inferiore: circa 2 kcal per grammo, ossia meno della metà di quello del saccarosio.
Una volta ingerito, l’isomalto viene assorbito solo parzialmente nell’intestino tenue. La parte che non viene assorbita prosegue il suo percorso fino al colon, dove diventa substrato per la fermentazione da parte del microbiota intestinale. Questo processo porta alla produzione di acidi grassi a corta catena e di gas. Alcuni studi hanno suggerito che l’isomalto possa avere un modesto effetto prebiotico, favorendo la crescita di batteri benefici come Bifidobacterium, anche se l’intensità di questo effetto è molto più contenuta rispetto a prebiotici veri e propri come l’inulina o i frutto-oligosaccaridi. La fermentazione, tuttavia, può anche essere la causa di possibili effetti indesiderati: in soggetti sensibili o quando se ne consumano quantità elevate, l’isomalto può provocare gonfiore, flatulenza e, nei casi più marcati, un effetto lassativo. Per questo motivo la normativa europea prevede che, quando un integratore contiene più di 10 grammi di polioli per porzione, l’etichetta debba riportare la dicitura “Un consumo eccessivo può avere effetti lassativi”.
Aspetti regolatori
Dal punto di vista regolatorio, in Europa l’isomalto è autorizzato come additivo alimentare con la sigla E953 e la funzione di edulcorante. Il Regolamento (CE) n. 1333/2008 ne consente l’uso anche negli integratori alimentari, senza una dose giornaliera ammissibile (ADI) specifica, poiché alle quantità normalmente utilizzate non presenta problemi di sicurezza. È inoltre approvato anche in altre aree del mondo, tra cui Stati Uniti, Giappone e Australia, dove viene valutato come sicuro per la popolazione generale.
Il motivo per cui l’isomalto trova così largo impiego negli integratori alimentari non è solo la dolcezza moderata o la ridotta risposta glicemica, ma soprattutto la sua versatilità tecnologica. Nei prodotti in polvere, aiuta a mantenere il composto libero da grumi e facile da sciogliere. Nelle compresse, agisce come agente di carica e migliora la compattezza, facilitando la produzione industriale e assicurando un dosaggio uniforme degli attivi. Negli integratori masticabili, gommosi o in pastiglie, conferisce una consistenza piacevole e stabile nel tempo, senza attirare umidità e senza cristallizzare eccessivamente. Inoltre, a differenza di altri zuccheri, non viene metabolizzato dai batteri orali cariogeni e quindi non contribuisce alla formazione di carie dentale: un vantaggio che lo rende ancora più interessante in formulazioni destinate a un uso quotidiano.
L’impiego dell’isomalto in integratori specifici per il controllo del peso, per il supporto metabolico o per soggetti con restrizioni dietetiche sugli zuccheri è particolarmente strategico. La sua dolcezza moderata aiuta a migliorare la palatabilità di prodotti che contengono ingredienti dal gusto sgradevole, come alcune vitamine o estratti vegetali amari, senza compromettere l’equilibrio glicemico. Nei prodotti per sportivi, può contribuire a fornire una minima quota energetica a lento rilascio, mentre in quelli pediatrici o per anziani può rendere più gradevole l’assunzione senza rischi per la dentatura.
Naturalmente, il rovescio della medaglia riguarda la tollerabilità intestinale. L’effetto lassativo dei polialcoli, compreso l’isomalto, non deve essere sottovalutato, soprattutto negli integratori che prevedono dosaggi multipli nell’arco della giornata o che vengono associati ad altre fonti di zuccheri alcolici, come sorbitolo o xilitolo. La soglia di tolleranza varia da persona a persona, ma in generale è bene non superare i 20 grammi al giorno complessivi.
In sintesi, l’isomalto è un ingrediente di grande utilità negli integratori alimentari grazie alla sua capacità di migliorare la stabilità, la consistenza e il gusto delle formulazioni, offrendo al contempo un impatto calorico e glicemico ridotto. È sicuro, ben regolamentato e adatto anche a popolazioni con esigenze nutrizionali specifiche. La sua parziale fermentazione intestinale può persino offrire un piccolo contributo al nutrimento del microbiota, anche se questo non rappresenta il motivo principale per cui viene utilizzato. Come per molti ingredienti, la chiave sta nel dosaggio: entro i limiti abituali di impiego, l’isomalto è ben tollerato e può contribuire a rendere gli integratori più gradevoli e facili da assumere, aumentando così la compliance e l’efficacia del prodotto finale.
