Nel corso degli ultimi anni, diverse ricerche scientifiche hanno iniziato a rivelare una possibile correlazione tra il microbiota intestinale dei neonati e il loro sviluppo cognitivo. Ma non solo, sono emerse alcune evidenze che anche il microbiota intestinale della madre potrebbe svolgere un ruolo nello sviluppo del sistema nervoso centrale del neonato. È una nuova frontiera della ricerca scientifica che ha iniziato a muovere i primi passi.

Microbiota del neonato

Una recente ricerca, coordinata da Joanne Sordillo della Harvard Medical School e pubblicata sulla prestigiosa rivista JAMA Network Open, ha fatto luce sulla connessione tra i batteri intestinali dei neonati e il loro sviluppo neuro-comportamentale nei primi anni di vita. Questo studio pionieristico apre nuove prospettive sul ruolo cruciale che il microbiota intestinale può giocare nel modellare il nostro benessere mentale fin dall’infanzia.

Il lavoro di Sordillo e del suo team si concentra sull’asse intestino-cervello, un collegamento bidirezionale che permette una comunicazione costante tra l’ambiente intestinale e il sistema nervoso. Questo dialogo, fino ad ora misterioso, si rivela essere un fattore chiave nello sviluppo delle capacità cognitive e emotive nei bambini.

Attraverso un’analisi dettagliata di campioni fecali raccolti da 300 bambini di età compresa tra i 3 e i 6 mesi, gli scienziati hanno esplorato la diversità batterica presente nell’intestino dei piccoli. Successivamente, all’età di 3 anni, è stato chiesto ai genitori di valutare lo sviluppo socio-emotivo dei loro figli attraverso un test di screening che misura varie abilità evolutive, come la comunicazione e la capacità di risolvere problemi.

I risultati hanno rivelato che una specifica composizione batterica intestinale è associata a differenze nello sviluppo neurologico. In particolare, un’elevata presenza di batteri appartenenti alle famiglie dei Lachnospiraceae e dei Clostridiales è stata collegata a capacità comunicative e sociali inferiori alla media, mentre alti livelli di Bacteroides sembravano influenzare negativamente le abilità motorie fini.

Sorprendentemente, l’effetto di alcune di queste associazioni è stato mitigato quando le madri avevano assunto vitamina D durante la gravidanza, suggerendo che interventi precoci possono influenzare positivamente il legame tra microbiota intestinale e neurosviluppo.

Nonostante queste scoperte aprano nuovi orizzonti nella comprensione del neurosviluppo infantile, gli autori sottolineano la necessità di ulteriori ricerche per confermare e approfondire il ruolo dei microbi intestinali. La relazione tra il nostro “secondo cervello” – l’intestino – e il benessere mentale è complessa e richiede un’esplorazione più approfondita per essere pienamente compresa.

Questo studio non solo mette in luce l’importanza critica del microbiota intestinale nel primo sviluppo della vita, ma apre anche la strada a nuove strategie preventive e terapeutiche che potrebbero trasformare l’approccio alla salute neuro-comportamentale dall’infanzia. In un futuro non troppo lontano, potremmo assistere a un cambiamento paradigmatico nella pediatria, dove la cura dell’intestino diventa una priorità per sostenere lo sviluppo mentale e emotivo dei nostri bambini, segnando un passo avanti significativo verso una società più sana e resiliente.

Ruolo del microbiota della madre

Un altro studio, anch’esso recente, ha scoperto che il microbiota intestinale della madre durante il periodo della gravidanza potrebbe avere un impatto ancora più significativo sullo sviluppo neurologico del bambino nel suo primo anno di vita. Questa ricerca, pubblicata sulla prestigiosa rivista Lancet da Zheng Sun e colleghi del Brigham and Women’s Hospital e della Harvard Medical School di Boston, getta nuova luce sul potente legame tra la salute intestinale materna e il benessere del bambino.

Da tempo si sospetta che il microbiota intestinale, quell’incredibile insieme di microorganismi che risiede nel nostro intestino, svolga un ruolo critico non solo nella nostra salute digestiva ma anche nella nostra funzionalità cerebrale e comportamentale. La ricerca su modelli animali ha già dimostrato che la composizione di questo microbiota può influenzare il neurosviluppo, ma solo di recente gli scienziati hanno iniziato a esplorare l’idea che il microbiota materno in fase prenatale possa essere altrettanto cruciale.

Lo studio di Sun e del suo team ha analizzato i campioni fecali e i dati di sviluppo e psicologici di bambini fino ai tre anni di età, cercando di disvelare il ruolo del microbioma materno prenatale nel neurosviluppo dei neonati. I risultati sono stati illuminanti. Attraverso analisi genomiche, metabolomiche e comportamentali, i ricercatori hanno scoperto che il microbioma intestinale della madre durante la gravidanza potrebbe avere un impatto significativo sui punteggi di sviluppo del bambino al primo anno di vita, misurati attraverso questionari sulle abilità motorie, di risoluzione dei problemi e sociali.

Interessante è stata la scoperta che, nonostante la presenza di generi batterici simili nell’intestino delle madri e dei neonati, questi stessi batteri sembrano svolgere ruoli diversi durante la gravidanza rispetto alla prima infanzi a. In particolare, il genere Fusobacteria, presente nel microbiota materno, era associato positivamente alle abilità motorie nei bambini, suggerendo un ruolo specifico di alcuni microrganismi durante i delicati mesi prenatali.

Il dato più sorprendente è stato che, mentre nel primo anno di vita il microbioma materno mostrava un forte potere discriminante rispetto allo sviluppo neurologico del bambino, tale associazione si affievoliva con il tempo, diventando meno significativa a tre anni di età. Da qui l’importanza cruciale dell’ambiente intestinale materno durante la gravidanza per gettare le basi del neurosviluppo del bambino.

Questi risultati aprono nuove strade per la ricerca futura e suggeriscono che interventi mirati al miglioramento della salute intestinale delle future madri potrebbero avere effetti benefici a lungo termine sullo sviluppo dei loro figli. In un mondo in cui la salute mentale e fisica dei bambini è di primaria importanza, comprendere e sostenere il ruolo del microbiota prenatale potrebbe essere la chiave per sbloccare il potenziale di una nuova generazione.