L’acne è una condizione cutanea comune che colpisce molte persone, in particolare gli adolescenti. Un recente studio italiano ha gettato nuova luce sulla causa dell’acne, confermando che un particolare ceppo di batterio chiamato Cutibacterium acnes (C. acnes) che potrebbe renderci più suscettibili a questa fastidiosa condizione.

L’acne vulgaris è una malattia infiammatoria cronica della pelle che coinvolge le unità pilosebacee, le piccole strutture che includono i follicoli piliferi e le ghiandole sebacee. 

È una condizione estremamente diffusa, colpendo tra il 67% e il 95% degli adolescenti in tutto il mondo e con un’incidenza significativa anche tra gli adulti. 

L’acne può avere un impatto psicologico significativo a causa delle sue manifestazioni sulla pelle, tra cui comedoni non infiammatori, papule, pustole e noduli.

Le cause dell’acne sono molteplici e includono squilibri ormonali, processi di cheratinizzazione alterati e infiammazione. Oltre a questi fattori, il microbiota cutaneo, in particolare la colonizzazione da parte di C. acnes, è stato collegato alla fisiopatologia dell’acne infiammatoria.

Uno dei ceppi di C. acnes, noto come filotipo IA1, è stato associato a forme più gravi di acne ed è considerato più virulento. Questo ceppo è in grado di produrre fattori di virulenza che scatenano infiammazioni e danni ai tessuti dell’ospite. 

Inoltre, è stato ipotizzato che la formazione di biofilm, uno strato protettivo dei batteri, sia legata a specifici filotipi di C. acnes e potrebbe essere coinvolta nell’insorgenza dell’acne.

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Uno studio recente coordinato dalla Sapienza Università di Roma ha esaminato il ruolo di C. acnes nei pazienti affetti da acne grave e lo ha confrontato con soggetti sani. L’analisi ha rivelato una maggiore abbondanza di C. acnes nelle lesioni infiammatorie e ha identificato il filotipo IA1 come più rappresentato nei pazienti con acne rispetto ai soggetti sani. 

Inoltre, gli isolati di C. acnes appartenenti al filotipo IA1 sono risultati più resistenti agli antibiotici e più abili nella produzione di biofilm.

In sintesi, questo studio ha individuato specifici ceppi di C. acnes virulenti e altamente resistenti agli antibiotici che possono contribuire allo sviluppo dell’acne in alcune persone. Sebbene C. acnes sia presente in tutti gli individui, questi ceppi particolari sembrano svolgere un ruolo chiave nelle manifestazioni dell’acne. 

Queste scoperte potrebbero aprire la strada allo sviluppo di nuovi trattamenti mirati per affrontare l’acne nei soggetti colpiti, offrendo una speranza per coloro che combattono questa condizione cutanea comune.

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