Le cistiti, quelle fastidiose infezioni del tratto urinario che molte donne conoscono fin troppo bene, potrebbero essere un nemico più astuto di quanto abbiamo pensato fino a oggi.

Un recente studio svela come le cistiti, che colpiscono principalmente le donne, possano non solo essere persistenti, ma anche ricorrenti per circa un quarto delle pazienti. E la colpa potrebbe essere di un imprevisto alleato dei batteri: il nostro stesso intestino.

Asse intestino-vescica

Le ricerche hanno da tempo puntato il dito verso il microbiota intestinale, l’insieme di microorganismi che vivono nel nostro intestino, per il suo ruolo nelle infezioni urinarie.

Ma un nuovo tassello si aggiunge al mosaico delle conoscenze grazie agli ultimi risultati pubblicati su “Nature Microbiology”. Alcuni scienziati hanno scoperto che le cistiti ricorrenti non sono soltanto un problema locale della vescica, ma sono legate a squilibri più ampi nel microbiota intestinale, un fenomeno noto come disbiosi.

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Quando gli antibiotici non funzionano

Se pensavate che gli antibiotici fossero la soluzione, pensateci due volte. Sebbene siano comunemente prescritti per alleviare i sintomi dolorosi delle cistiti, come minzione frequente e bruciore, il loro uso potrebbe in realtà essere controproducente.

«Gli antibiotici non prevengono le future infezioni e non riescono a eliminare i ceppi intestinali che causano le infezioni delle vie urinarie. Al contrario, possono favorire la comparsa di recidive mantenendo uno stato di disbiosi» afferma Colin Worby del Broad Institute of MIT, uno degli autori dello studio.

Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori hanno analizzato campioni di urina, sangue e feci di un gruppo di donne, metà delle quali soffrivano di cistiti ricorrenti. Hanno scoperto che, sebbene entrambi i gruppi avessero batteri E. coli – comunemente associati alle infezioni urinarie – nel loro intestino, soltanto le donne con infezioni ricorrenti mostravano una diversità ridotta nel loro microbiota intestinale e altri segni distintivi di disbiosi.

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Conclusioni

La ricerca apre la strada a nuovi trattamenti potenzialmente più efficaci, come la modulazione del microbiota intestinale, per esempio attraverso il trapianto di microbiota, che ha già mostrato risultati promettenti nel ripristinare un microbiota intestinale sano. Altri approcci potrebbero mirare specificamente ai batteri E. coli con piccole molecole.

Questa ricerca non solo ci fornisce intuizioni preziose su come le cistiti ricorrenti si insinuano nella vita di molte donne, ma ci offre anche una speranza: quella di un futuro in cui queste infezioni possano essere prevenute e trattate più efficacemente, tenendo conto dell’intero ecosistema del nostro corpo.

Forse è giunto il momento di considerare i nostri microbi intestinali non solo come semplici ospiti ma come attori chiave nella nostra salute generale, inclusa la battaglia contro le infezioni urinarie.

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