La gravidanza è un periodo di profonde trasformazioni per il corpo femminile, che vanno dalle variazioni ormonali a significativi cambiamenti fisici, fino a modifiche sostanziali nel sistema immunitario. Un recente studio condotto in Cina apre nuove prospettive sulla comprensione di questi cambiamenti, suggerendo un ruolo cruciale del microbiota intestinale.

Durante la gravidanza, il sistema immunitario della donna subisce un’evoluzione notevole, ma gli scienziati stanno ancora cercando di decifrare tutti i meccanismi sottostanti. La ricerca, pubblicata sulla rivista mSystems, evidenzia come le variazioni nel microbiota intestinale possano essere collegate a specifiche alterazioni nei livelli di citochine, proteine del sistema immunitario fondamentali nei processi infiammatori, e nei metaboliti presenti nel plasma e nelle feci.

Ting Huang, M.D., della Università di Jinan a Guangzhou, Cina, e primo autore dello studio, sottolinea che, per quanto ne sappiano, è la prima volta che queste associazioni vengono esplorate in dettaglio. Lo studio mette in luce come i cambiamenti del microbiota intestinale durante la gravidanza possano influenzare i processi fisiologici della madre attraverso i metaboliti. Disbiosi intestinali, ad esempio, sono stati collegati allo sviluppo di preeclampsia, una complicazione della gravidanza caratterizzata da alta pressione sanguigna.

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Per approfondire queste connessioni, i ricercatori hanno confrontato il microbiota intestinale, i profili metabolici e lo stato del sistema immunitario di 30 donne incinte sane con quello di 15 donne non gravide, tutte di età compresa tra 18 e 34 anni. Dalle analisi dei campioni fecali è emerso che il phylum dei Firmicutes era il più dominante in entrambi i gruppi, ma le donne incinte mostravano una minore presenza relativa di batteri Bacteroidota e una maggiore abbondanza relativa di Actinobacteriota e Proteobacteria rispetto alle donne non gravide.

Un altro aspetto interessante riguarda i livelli di citochine: le donne incinte presentavano livelli inferiori di citochine pro-infiammatorie e livelli superiori di citochine anti-infiammatorie, suggerendo una possibile soppressione del sistema immunitario durante la gravidanza.

L’analisi ha inoltre rivelato centinaia di metaboliti nel plasma e nei campioni fecali, con ciascun gruppo che presentava un insieme distinto di metaboliti, o metaboloma. Molti di questi metaboliti erano collegati alla secrezione e al metabolismo degli acidi biliari, noti per il loro legame con l’infiammazione.

Alcuni metaboliti arricchiti nelle donne incinte erano associati a livelli inferiori di citochine pro-infiammatorie, mentre alcuni metaboliti ridotti erano collegati ad un aumento delle citochine pro-infiammatorie.

In totale, lo studio ha identificato 46 connessioni tra microbi, metaboliti e citochine, suggerendo come alcuni microbi arricchiti nelle donne incinte possano inibire una risposta immunitaria mediante l’inibizione di metaboliti pro-infiammatori. Questi risultati supportano l’idea che i microbi intestinali interagiscano con i metaboliti dell’ospite per modificare i livelli di citochine nel sangue.

Nonostante questi risultati promettenti, Huang sottolinea che lo studio non stabilisce una causalità diretta e che le dimensioni ridotte del campione potrebbero amplificare gli errori dovuti alle differenze individuali. Inoltre, lo studio non tiene conto di fattori confondenti come la dieta. Saranno necessari ulteriori studi clinici per confermare e chiarire meglio queste connessioni.

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