La celiachia è una condizione grave e spesso misconosciuta che colpisce il sistema immunitario, causando intolleranza permanente al glutine. Il glutine è una proteina presente in alimenti comuni come il frumento, la segale, l’orzo e l’avena, oltre a farro, kamut, spelta e triticale.
In individui geneticamente predisposti, il consumo di glutine o tracce di glutine scatena una reazione immunitaria nel tenue intestino, provocando infiammazione cronica e la progressiva perdita dei villi intestinali. I villi intestinali svolgono un ruolo fondamentale nell’assorbimento delle sostanze nutritive dagli alimenti. Nei pazienti affetti da celiachia, la diminuzione o la scomparsa dei villi intestinali porta a gravi problemi di assorbimento e malnutrizione.
La celiachia è una condizione complessa, influenzata da fattori genetici ed ambientali. La componente genetica è evidente dalla sua tendenza a comparire in famiglie, con una prevalenza dieci volte superiore tra i parenti di primo grado rispetto alla popolazione generale. Molti geni, compresi quelli del sistema HLA, sono coinvolti nella predisposizione ereditaria.
L’incidenza in Italia
In Italia, la celiachia colpisce circa 1 persona ogni 100-150 individui. Nonostante i progressi nei metodi di diagnosi e le informazioni più dettagliate sulla malattia, c’è ancora una notevole sottostima tra i casi diagnosticati e quelli effettivi. Attualmente, ci sono circa 250.000 casi diagnosticati, ma si stima che ci siano altri 350.000 individui affetti da celiachia che non lo sanno ancora. Ogni anno, si verificano 5.000 nuove diagnosi, tra cui 2.800 bambini.
Diagnosi e Trattamento
Per una diagnosi accurata, è fondamentale consultare un medico quando si sospetta di avere la celiachia a causa dei sintomi. La diagnosi si basa su esami del sangue, come gli anticorpi antigliadina (AGA) di classe IgA e IgG, nonché gli anticorpi antiendomisio (EMA) di classe IgA. Un nuovo test, gli anticorpi anti-transglutaminasi, è stato sviluppato per migliorare la diagnosi.
Tuttavia, una diagnosi definitiva richiede una biopsia dell’intestino tenue, durante la quale viene prelevato un campione di tessuto per esame istologico al fine di confermare l’atrofia dei villi intestinali.
Una volta diagnosticata, il paziente riceve una consulenza nutrizionale e passa a una dieta rigorosamente priva di glutine. Questo nuovo regime alimentare, seguito in modo assistito e costante, è essenziale per gestire la celiachia e garantire una vita sana e senza sintomi.
Le quattro forme della patologia
I sintomi della celiachia possono essere estremamente vari, ed in alcuni casi, assenti.
La sintomatologia più evidente è costituita da problemi intestinali come diarrea, perdita di peso e di forze, gonfiore e dolori addominali e, nei bambini, ritardo nella crescita.
In alcuni casi, si notano anche sintomi extra intestinali (tra gli altri anemia, osteoporosi, amenorrea). La medicina distingue quattro diverse forme principali di celiachia in funzione della tipologia dei sintomi:
- la celiachia tipica (sintomatica), che riporta sintomi tipici da malassorbimento intestinale e si manifesta generalmente in età infantile;
- la celiachia atipica (subclinica), che riporta sintomi ritardati, prevalentemente extraintestinali, come anemia, dolori addominali ricorrenti, e si manifesta in genere solo in età adulta. Spesso i pazienti soffrono a lungo prima di arrivare alla diagnosi definitiva ed iniziano a migliorare solo con una rigorosa dieta senza glutine;
- la celiachia silente (asintomatica), che non riporta sintomi visibili e per questo motivo è molto difficile da diagnosticare. Chi ne è affetto porta in sé anticorpi positivi e i villi intestinali risultano già lesionati. Questa forma di celiachia viene diagnosticata per lo più con uno screening anticorpale;
- la celiachia potenziale (latente), che non riporta sintomi. L’organismo produce tuttavia anticorpi positivi, ma i villi intestinali non regrediscono ancora. Anche in questo caso la diagnosi è molto difficile, in quanto il paziente non presenta disturbi evidenti ed il medico curante spesso non sa da dove iniziare né quali esami eseguire per primi. Questa forma viene anche definita come stadio preliminare della celiachia.
L’alimentazione senza glutine per i celiaci
La dieta senza glutine è il trattamento principale e imprescindibile per la celiachia. Tuttavia, è possibile seguire questa dieta con successo nella vita di tutti i giorni, a patto di avere chiare indicazioni da parte del medico e di un consulente nutrizionista esperto.
Nella natura, ci sono molti alimenti privi di glutine, come carne, pesce, frutta, verdura, uova, latte, patate, e persino riso, mais, miglio e grano saraceno. Tuttavia, le persone con celiachia devono assicurarsi che questi alimenti vengano preparati in modo adeguato, evitando il contatto con prodotti contenenti glutine.
Fortunatamente, sul mercato sono disponibili numerosi prodotti dietetici privi di glutine, che consentono ai celiaci di gustare pane, torte, biscotti e pasta senza problemi. In Europa occidentale, il simbolo della spiga sbarrata indica gli alimenti senza glutine, che sono facilmente reperibili per i celiaci. Questi prodotti sono soggetti a rigorosi controlli e sono messi in commercio in conformità con le normative vigenti.
Nel contesto dell’Unione Europea, i produttori di alimenti lavorati devono dichiarare la presenza di allergeni, inclusi il glutine e i cereali contenenti glutine, sulla confezione. Questa indicazione è un’importante fonte di informazioni per i celiaci.
Tuttavia, è fondamentale fare attenzione ai prodotti apparentemente senza glutine provenienti dall’industria alimentare tradizionale, come il cioccolato, i salumi e i piatti pronti. Questi alimenti possono contenere glutine nascosto, il cui consumo può causare ricadute e nuovi sintomi.
La transizione a una dieta rigorosamente senza glutine porta a un rapido miglioramento dei sintomi fisici e del benessere generale del celiaco. Gli aspetti psicologici migliorano notevolmente, consentendo al paziente di sentirsi attivo e in forma. Inoltre, la condizione medica migliora, con i bambini che riprendono la crescita naturale e gli adulti che riducono il rischio di complicanze tardive legate alla celiachia.
L’intestino si rigenera, i villi intestinali recuperano la loro funzionalità nell’assorbire le sostanze nutritive essenziali. Ciò permette al celiaco di adottare una dieta equilibrata e sana. Tuttavia, è fondamentale ricordare che la celiachia è una malattia permanente che richiede la rigorosa adesione a una dieta senza glutine per tutta la vita. Anche una piccola quantità di glutine può causare ricadute e la riapparizione dei sintomi. Pertanto, la dieta senza glutine è un impegno a lungo termine per mantenere una buona salute.
Celiachia, dermatite e diabete
Celiachia e dermatite erpetiforme
La dermatite erpetiforme è considerata la manifestazione cutanea della celiachia. La causa di questa associazione è riconducibile ad un’identica predisposizione genetica, poiché vari studi hanno evidenziato il coinvolgimento degli stessi geni nelle due malattie.
Si tratta di uno stato infiammatorio della pelle caratterizzato da papule pruriginose spesso arrossate, che si può presentare in varie forme, da quella più lieve con scarse lesioni fino alla forma più grave, dove l’eruzione cutanea coinvolge tutta la superficie del corpo. Si tratta di una malattia che colpisce la popolazione di carnagione chiara, con un’incidenza di 1:10.000.
Nel complesso la malattia colpisce più gli uomini che le donne. La diagnosi di dermatite erpetiforme è sempre riconducibile a un’intolleranza da glutine, per cui dai pazienti che ne soffrono è lecito aspettarsi le stesse carenze tipiche della celiachia.
Anche in questo caso, l’unico trattamento terapeutico efficace è la dieta senza glutine, a cui però può associarsi un trattamento farmacologico per accelerare la scomparsa dei sintomi in tempi più brevi.
Celiachia e diabete
L’associazione celiachia e diabete colpisce giovani e giovani donne in particolare. Il diabete di tipo I è il primo a essere diagnosticato, mentre la celiachia può anche comparire a distanza di anni.
Per questo motivo gli esperti consigliano a chi soffre di diabete di tipo I lo screening per la celiachia una volta l’anno.
Due malattie con una radice comune, entrambe strettamente correlate con i processi autoimmunitari, proprie soprattutto dei giovani in generale e delle giovani donne in particolare.
Un’associazione, quella tra celiachia e diabete, che pone il gravoso problema di gestire simultaneamente la difficoltà di compensare il paziente diabetico attraverso l’insulina e di seguire una dieta controllata negli zuccheri, ma anche la necessità di mantenere il regime alimentare privo di glutine.
Dal punto di vista statistico, la prevalenza di celiachia nel diabete mellito di tipo I in Europa, Stati Uniti e Nord Africa oscilla fra il 2% e il 16%.
Nel soggetto diabetico di tipo I la malattia celiaca si presenta in sei casi su dieci in modo asintomatico, ciò significa che anche a distanza di anni possono emergere lievi sintomi, mentre in quattro casi su dieci dà segnali precisi con sintomi atipici ed extraintestinali.
Microbiota intestinale e celiachia
Il microbiota intestinale sembra svolgere un ruolo importante nella patogenesi della celiachia. La ricerca suggerisce che la composizione del microbiota intestinale può influenzare la permeabilità intestinale e l’infiammazione, che sono entrambi fattori chiave nella celiachia. Inoltre, gli studi hanno dimostrato che i bambini celiaci hanno una composizione del microbiota intestinale diversa rispetto ai bambini non celiaci.
Attualmente, non ci sono molte informazioni sulla relazione tra la dieta senza glutine e il microbiota intestinale. Tuttavia, uno studio ha suggerito che la dieta senza glutine può influenzare la composizione del microbiota intestinale, ma gli effetti sembrano essere transitori e dipendono dalle caratteristiche individuali del microbiota intestinale. Inoltre, la dieta senza glutine può influenzare la diversità microbica e la funzione metabolica del microbiota intestinale, ma sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere meglio questi effetti.
Sono stati studiati diversi ceppi di probiotici nella celiachia. In uno studio in vitro, alcuni ceppi di Lactobacilli sono stati in grado di idrolizzare i peptidi del glutine e ridurre la loro immunotossicità. Inoltre, alcuni studi clinici hanno utilizzato ceppi di Bifidobacterium e Lactobacillus per valutare gli effetti dei probiotici sulla sintomatologia e sull’infiammazione nella celiachia. Tuttavia, è necessario condurre ulteriori ricerche per determinare l’efficacia di specifici ceppi di probiotici nella celiachia.