L’infertilità è una condizione che riguarda milioni di persone in tutto il mondo: secondo un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stilato ad aprile 2023, circa 1 persona su 6 – pari al 17,5% della popolazione adulta in tutto il mondo  – si trova a soffrire di infertilità nel corso della sua vita.

Vediamo ora in dettaglio cosa si intende per infertilità, quali sono cause e trattamenti e quale ruolo ha il nostro stile di vita.

Cos’è l’infertilità?

Sempre secondo l’OMS, l’infertilità è una malattia che riguarda il sistema riproduttivo sia maschile sia femminile. Per definizione, si può parlare di infertilità quando dopo 12-24 mesi di rapporti sessuali regolari e non protetti non si ottiene il raggiungimento di una gravidanza.

L’infertilità può essere di due tipi:

  • primaria, quando una coppia non ha mai avuto figli
  • secondaria quando invece una coppia ha già avuto figli e non riesce ad averne altri.

Inoltre, è importante sottolineare la differenza con la sterilità, di cui si può parlare solo nel in caso di malattia conclamata che incide sulla procreazione oppure quando i trattamenti per l’infertilità non hanno dato esito positivo.

L’infertilità, a differenza di quanto si tende a pensare, non riguarda solo le donne: circa il 20% dei casi è attribuibile esclusivamente all’uomo. Inoltre, dal momento che spesso le cause maschili e femminili coesistono, è importante che entrambi i partner siano presi in carico insieme e vengano sottoposti a visite per indagare il problema.

L’infertilità all’interno della coppia può quindi riguardare uno dei due partner o entrambi ed è causata da fattori diversi in base al genere.

Per gli uomini può essere dovuta ad assenza o bassi livelli di sperma, problemi di eiezione dello sperma o ancora forma e movimenti anomali degli spermatozoi. Nel caso delle donne l’infertilità può essere dovuta ad anomalie in ovaie, utero, tube di Falloppio o a cause ormonali. Per le donne, inoltre, è necessario considerare anche il fattore anagrafico: la fertilità femminile diminuisce nel tempo poiché diminuiscono gli ovuli a disposizione, presenti in un numero ben definito fin dalla nascita (riserva ovarica) e destinati a esaurirsi.

Ma andiamo a vedere più nel dettaglio le possibili cause dell’infertilità sia maschile sia femminile.  

Le cause

Quali sono le ragioni dell’infertilità? L’incapacità di arrivare al concepimento nelle coppie infertili può derivare da una serie di fattori legati a disturbi o disfunzioni nel sistema riproduttivo o nel sistema endocrino (ormoni).  Solo in alcuni casi non è possibile identificare con precisione le cause dell’infertilità: in questo caso si parla di infertilità idiopatica.

Nel sistema riproduttivo femminile, l’infertilità può derivare da una o più delle seguenti condizioni:

  • ostruzioni alle tube di Falloppio causate da infezioni sessualmente trasmesse non trattate o complicanze legate a sepsi post-partum o interventi chirurgici addominali
  • endometriosi, una malattia infiammatoria in cui l’endometrio, ovvero il tessuto che normalmente riveste l’interno dell’utero, cresce al di fuori dell’utero stesso
  • disfunzioni all’utero di tipo congenito, ovvero presenti dalla nascita
  • presenza di fibromi, ovvero tumori benigni che si formano nell’utero
  • disturbi ovarici, come la sindrome dell’ovaio policistico e altre problematiche legate allo sviluppo degli ovociti
  • alterazioni del sistema endocrino che provocano squilibri negli ormoni riproduttivi, a causa dei quali le ovaie non producono ovuli
  • scarsa riserva di ovuli, che può dipendere da diversi fattori che vanno dall’età a fattori medico-chirurgici o congeniti
  • aborti spontanei ripetuti, che possono generare ostruzioni alle tube di Falloppio.

Nel sistema riproduttivo maschile, l’infertilità può derivare da:

  • ostruzioni nei condotti riproduttivi che compromettono l’eiezione dello sperma, spesso causate da traumi o infezioni
  • disordini ormonali che influenzano la produzione di ormoni (testosterone)
  • tumori alla ghiandola pituitaria o ai testicoli
  • insufficiente o mancata produzione di spermatozoi, causata ad esempio da varicocele o da trattamenti medici come la chemioterapia. Nel primo caso si parla di oligospermia, mentre nel secondo di azoospermia
  • criptorchidismo, quando uno o entrambi i testicoli non scendono normalmente nel sacco scrotale durante lo sviluppo fetale
  • anomalie nella forma o nel movimento degli spermatozoi, che possono compromettere la possibilità di concepimento
  • fattori immunologici, quando l’organismo (sia maschile sia femminile) produce anticorpi contro gli spermatozoi
  • fattori legati allo stile di vita, come il fumo, il consumo eccessivo di alcol e l’obesità, possono influenzare la fertilità. Inoltre, l’esposizione a inquinanti ambientali e sostanze tossiche può danneggiare direttamente gli ovuli e gli spermatozoi, riducendone la quantità e la qualità.
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Diagnosi: come riconoscere l’infertilità

Come abbiamo visto, una coppia si considera infertile quando ha tentato il concepimento senza successo per un periodo di 12/24 mesi. Si tratta tuttavia di una definizione che deve tenere in considerazione le singole variabilità individuali e che ha carattere puramente statistico. Per questo è importante rivolgersi a uno specialista che possa aiutare la coppia a comprendere i motivi di queste difficoltà, soprattutto in caso di sintomi come infiammazioni pelviche o una storia clinica di malattie sessualmente trasmissibili e aborti spontanei, oppure qualora la donna abbia più di 35 anni di età.

Per valutare l’eventuale infertilità della coppia, lo specialista sottoporrà entrambi i partner a una serie di analisi ed esami, oltre a una visita anamnestica – ovvero un’analisi delle storie cliniche di entrambi.

La donna viene solitamente sottoposta a un esame che permette di controllare lo stato di salute delle tube di Falloppio, chiamato isterosalpingografia. Vengono inoltre prescritti esami per stabilire i livelli ormonali e solitamente attraverso l’ecografia è possibile valutare la riserva ovarica. Tramite un tampone vaginale si stabilisce se la causa possa essere un’infezione vaginale, mentre con il pap-test si possono valutare eventuali lesioni cancerose o la presenza del papilloma virus. Infine, possono essere richiesti test per individuare anomalie genetiche.

Anche l’uomo viene sottoposto a test genetici e dosaggi ormonali; inoltre, la qualità dello sperma viene valutata tramite spermiogramma ed eventuali infezioni batteriche sono rilevate con la spermocoltura.

Per quanto riguarda l’infertilità idiopatica, ovvero senza una causa fisica o genetica che la possa spiegare, si è ipotizzato che i motivi possano essere di natura psicologica. È un’ipotesi che lo specialista non deve escludere, soprattutto a fronte del fatto che ripetuti tentativi di concepimento naturale, così come sottoporsi a trattamenti di procreazione medicalmente assistita che non hanno successo, sono fonte di stress e ansia.

Trattamenti: soluzioni per trattare l’infertilità

L’infertilità può essere trattata in relazione alle cause. I trattamenti farmacologici possono essere soluzioni utili per esempio per migliorare o stimolare l’ovulazione. Se invece, sempre per quanto riguarda l’infertilità femminile, è stata diagnosticata una disfunzionalità alle tube di Falloppio o l’endometriosi, possono essere necessarie procedure chirurgiche specifiche (per esempio per rimuovere cisti o fibromi e tessuto endometriosico)

Infine, è possibile ricorrere alle cosiddette tecniche di procreazione medicalmente assistita o PMA, come l’inseminazione intrauterina o la fecondazione in vitro (FIV):

  • l’inseminazione intrauterina prevede che la fecondazione avvenga attraverso la raccolta e la preparazione del liquido seminale del partner che viene inserito nell’utero della donna tramite una procedura medica. Il concepimento avviene quindi nell’utero della donna
  • la fecondazione in vitro avviene all’esterno del corpo della donna. Più di un ovocita viene fecondato in laboratorio, mediante l’iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo (ICSI) e successivamente gli embrioni vengono impiantati nell’utero. Questa procedura viene utilizzata solitamente per il trattamento dell’infertilità dovuta a fattori maschili o a specifici fattori femminili, tra cui anomalie morfologiche dell’ovocita e quantità limitate di ovociti.

Anche se la ricerca scientifica continua a ottimizzare queste tecniche di riproduzione per renderle sempre più efficienti e con meno eventi avversi possibili, le procedure descritte non sono prive di rischi ed effetti collaterali, come gravidanze extrauterine o gravidanze multiple e in alcuni casi aborti spontanei.

Metodi naturali e stile di vita

Per contrastare l’infertilità non esistono veri e propri “metodi naturali”, ma delle tecniche e degli accorgimenti che possono essere messi in atto prima di approcciare cure e trattamenti più impegnativi e invasivi.

Per esempio, è importante valutare attentamente la finestra fertile della durata di sei giorni che termina il giorno dell’ovulazione. Si può calcolare questa finestra, qualora le mestruazioni siano regolari, tramite appositi strumenti che valutano i livelli dell’ormone LH nelle urine. All’interno di questa finestra è possibile avere una più alta incidenza di gravidanze se si hanno rapporti sessuali non protetti ogni 1-2 giorni. Non esiste invece alcuna prova scientifica che posizioni specifiche dopo il rapporto possano favorire la motilità degli spermatozoi.

Per quanto riguarda invece comportamenti e stili di vita, si consiglia di moderare il consumo di alcol e caffeina e si dovrebbe ridurre il fumo. Anche l’utilizzo di lubrificanti vaginali potrebbe avere un impatto negativo sulla possibilità di concepimento.

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Fattori di rischio

Come abbiamo visto esistono alcuni fattori legati allo stile di vita che possono influire sulla fertilità e che quindi possono essere identificati come fattori di rischio. Per prima cosa è importante avere un’alimentazione sana ed equilibrata, praticare attività fisica regolare ed eliminare abitudini che possano influenzare la salute in generale come il consumo di alcol e il fumo.

Inoltre, è importante mantenere un peso corporeo nella norma, poiché sia sovrappeso e obesità, sia essere sottopeso possono aumentare le probabilità di infertilità, a causa di squilibri ormonale che possono causare mestruazioni irregolari o assenza di mestruazioni. Il peso è un fattore chiave anche per la fertilità maschile.

Per quanto riguarda il tabagismo e il consumo di alcol, entrambi sono in grado di influire sulla possibilità di concepimento in quanto possono alterare il ciclo mestruale e la secrezione degli ormoni femminili e possono influenzare la produzione e la qualità degli spermatozoi. Anche il consumo di sostanze psicotrope più in generale, come droghe e alcune categorie di farmaci, può influire sulla fertilità. All’interno dei fattori di rischio e dei fattori che possono inficiare il successo delle tecniche di PMA, vi sono anche le malattie sessualmente trasmissibili e le infezioni dell’apparto genitale in generale. La clamidia, per esempio, può avere gravi conseguenze sulla fertilità maschile.

Microbiota e infertilità: c’è un legame?

Il microbiota intestinale è definito come l’insieme dei microrganismi presenti nel nostro intestino. Il microbiota deve mantenersi in equilibrio per poter portare benefici all’organismo ospite. In caso contrario, si parla di disbiosi, che può causare disturbi e sintomi a livello gastrointestinale, e non solo.

Secondo alcuni studi scientifici, il microbiota può influenzare lo sviluppo di infiammazioni croniche, disturbi metabolici e problemi a livello del sistema immunitario. Inoltre, può influire anche a livello ormonale, soprattutto per quanto riguarda ormoni femminili come estrogeni e progesterone, e può essere alterato in alcune malattie che influiscono sulla fertilità come la sindrome dell’ovaio policistico e l’endometriosi.

Per quanto riguarda il microbiota vaginale, si è visto che la disbiosi può potenzialmente compromettere le tecniche di riproduzione assistita e spiegare parzialmente i fallimenti dell’impianto. Infine, la disbiosi facilita l’insorgenza di infezioni, che a loro volta possono causare o favorire l’infertilità. Su questo tema sono comunque necessarie ulteriori ricerche scientifiche e approfondimenti.

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