Disbiosi intestinale, è una definizione recente, sconosciuta fino a pochi anni fa. Oggi se ne parla sempre più spesso, anche se il mondo scientifico non ha ancora raggiunto un accordo sull’esatta definizione di questo fenomeno. In generale possiamo dire che si parla di disbiosi intestinale quando siamo in presenza di uno squilibrio del microbiota che può influire negativamente sulla salute generale.
Sappiamo tuttavia che l’assunzione di probiotici e l’adozione di uno stile di vita sano sono fondamentali per prevenire l’insorgenza di una disbiosi e, nel caso sia presente, possono aiutare a ripristinare l’equilibrio della flora intestinale.
Cos’è la disbiosi intestinale e quali sono le sue cause principali
In linea generale possiamo dire che la disbiosi intestinale è una condizione caratterizzata da un’alterazione del microbiota intestinale, con una riduzione dei batteri buoni e una crescita eccessiva di microrganismi patogeni.
Le principali cause possono essere:
- Alimentazione scorretta: diete ricche di zuccheri raffinati, grassi saturi e povere di fibre possono favorire la crescita di batteri nocivi.
- Uso eccessivo di antibiotici: gli antibiotici possono eliminare sia batteri patogeni che benefici, alterando l’equilibrio del microbiota.
- Stress cronico: lo stress può influire negativamente sulla motilità intestinale e sulla composizione del microbiota.
- Stile di vita sedentario: la mancanza di attività fisica può contribuire a un microbiota meno diversificato e quindi instaurare una disbiosi.
- Infezioni intestinali: infezioni enteriche, di origine batterica o virale, possono alterare temporaneamente la flora intestinale. A volte questa alterazione può durare anche a lungo, dopo che l’infezione è terminata.
Sintomi della disbiosi intestinale e segnali da non sottovalutare
I sintomi più comuni della disbiosi includono:
- Meteorismo e gonfiore addominale: sensazione di pienezza e aumento della produzione di gas.
- Diarrea o stipsi: alterazioni nella frequenza e nella consistenza delle evacuazioni.
- Dolore addominale: crampi o fastidi nella zona addominale.
- Affaticamento e malessere generale: sensazione di stanchezza inspiegabile e disagio generale.
- Problemi cutanei: comparsa di acne, eczema o altre irritazioni cutanee.
Se questi sintomi si risolvono nel giro di pochi giorni, magari grazie a una dieta bilanciata e corretta e con il ricorso a integratori probiotici, non ci sono problemi. Se al contrario persistono o peggiorano nel tempo, è essenziale consultare un professionista sanitario.
Il ruolo dei probiotici nel riequilibrio della flora intestinale
I probiotici sono microrganismi vivi che, se assunti in quantità adeguate, apportano benefici alla salute, in particolare al microbiota intestinale. Ma quale ruolo possono svolgere nella disbiosi intestinale? Sappiamo che questi integratori favoriscono il ripristino dell’equilibrio della flora intestinale competendo con i patogeni per l’adesione alle pareti intestinali e producono sostanze antimicrobiche.
Inoltre, molti probiotici (ma non tutti, agiscono sul sistema immunitario modulando cioè la risposta immunitaria e riducendo l’infiammazione intestinale.
Diversi probiotici favoriscono anche la scomposizione degli alimenti e l’assorbimento dei nutrienti.
Come scegliere i migliori probiotici per la disbiosi intestinale
La scelta dei migliori probiotici per disbiosi dipende da vari fattori. In questi casi è sempre opportuno chiedere un consiglio al proprio medico di famiglia o al farmacista di fiducia. In linea generale possiamo dire che nella scelta di un probiotico è fondamentale considerare questi fattori:
- Ceppo specificità: alcuni ceppi probiotici, come quelli che appartengono alle specie Lactobacillus rhamnosus, Lactobacillus reuteri, Lactobacillus acidophilus, Lactobacillus casei, Lactobacillus helveticus e Bacillus clausii, solo per citarne alcuni, hanno dimostrato efficacia nel ripristinare l’equilibrio intestinale.
- Resistenza agli acidi: è importante scegliere probiotici che possano sopravvivere all’ambiente acido dello stomaco e raggiungere l’intestino vivo.
- Concentrazione di CFU: assicurarsi che il prodotto contenga un numero adeguato di unità formanti colonie (CFU) per essere efficace.
- Associazione con prebiotici: alcuni integratori combinano probiotici e prebiotici per favorire la crescita selettiva di batteri benefici. E i prodotti che contengono questa combinazione, si chiamano simbiotici, possono aiutare a superare periodi di disbiosi intestinale.
Dieta e stile di vita per supportare il microbiota intestinale
Per favorire un microbiota sano e prevenire la disbiosi, è in ogni caso consigliabile:
- Alimentazione equilibrata: consumare una dieta ricca di fibre, frutta, verdura, legumi e cereali integrali per nutrire i batteri buoni.
- Limitare zuccheri e grassi saturi: ridurre l’assunzione di alimenti che possono favorire la crescita di batteri patogeni.
- Attività fisica regolare: l’esercizio fisico può influenzare positivamente la composizione del microbiota.
- Gestione dello stress: pratiche come meditazione, yoga o tecniche di rilassamento possono aiutare a mantenere l’equilibrio del microbiota.
Rimedi naturali e integratori per combattere la disbiosi
Oltre ai probiotici, esistono altri rimedi naturali e integratori che possono supportare il trattamento della disbiosi:. Per esempio i già citati prebiotici, non sono altro che fibre alimentari che favoriscono la crescita di batteri benefici. Poi ci sono gli acidi grassi benefici, come gli omega-3, che possono avere effetti antinfiammatori sul microbiota. Infine ci sono anche alcune erbe e piante officinali, come l’aloe vera e l’olio di origano, che possono esercitare proprietà antimicrobiche.
È fondamentale consultare un professionista prima di utilizzare rimedi naturali o integratori, per garantire che siano sicuri e appropriati per il proprio caso di disbiosi. Un approccio combinato, che include probiotici, una dieta adeguata e lo stile di vita sano, è essenziale per ottenere risultati duraturi e migliorare la salute intestinale.
Quando consultare un medico per la disbiosi intestinale persistente
Se i sintomi di disbiosi intestinale, come gonfiore addominale, diarrea o stipsi, malessere generale e affaticamento, persistono nonostante i cambiamenti nella dieta e l’uso di probiotici, è importante consultare un medico. In particolare, è fondamentale rivolgersi a un professionista sanitario se i sintomi sono gravi o persistenti: se i disturbi intestinali durano da settimane o peggiorano, potrebbe esserci una condizione sottostante che richiede una diagnosi accurata. Anche in presenza di malattie croniche come malattie autoimmuni, sindrome dell’intestino irritabile (IBS) o altre patologie intestinali è fondamentale richiedere una gestione medica.
Durante e dopo una terapia antibiotica potrebbe essere utile, qualora la disbiosi sia stata causata dall’uso di antibiotici, un trattamento personalizzato per ripristinare l’equilibrio intestinale da concordare con il medico.
Infine è essenziale consultare il medico in caso di complicazioni come febbre, sanguinamento intestinale o perdita di peso significativa.
Il medico può prescrivere esami, come l’analisi del microbiota intestinale, per individuare i ceppi batterici predominanti e definire un trattamento mirato, che potrebbe includere antibiotici specifici, probiotici ad alta potenza o altre terapie mirate.