Il fenomeno noto come pancia gonfia si manifesta molto di frequente, con una prevalenza nel genere femminile, ma non è inusuale osservare donne che ne soffrono nonostante un addome visivamente piatto. 

In ambito clinico, in inglese, si distinguono due termini: 

  • ‘bloating’, la sensazione di gonfiore interno 
  • ‘distension’, per l’aumento di volume dell’addome che si può osservare esternamente.

Tale problematica è talmente diffusa che alcune donne si documentano fotografando il proprio ventre sia al mattino che alla sera, notando una differenza marcata. 

Infatti, la circonferenza addominale può variare fino a cinque centimetri tra l’inizio e la fine della giornata.

Che cos’è la pancia gonfia

I Criteri Roma, un insieme di linee guida internazionali per diagnosticare disturbi funzionali gastrointestinali, descrivono il gonfiore funzionale come una sensazione di espansione addominale che si verifica per almeno tre giorni al mese negli ultimi tre mesi, con un inizio dei sintomi che risale a non meno di sei mesi fa, escludendo casi di dispepsia funzionale o sindrome dell’intestino irritabile.

A volte, a questa condizione si accompagnano eruttazioni e un’eccessiva emissione di gas, influenzando significativamente la vita quotidiana e inducendo diverse donne a cercare aiuto da specialisti dell’alimentazione, non solo per questioni di peso ma anche per risolvere l’inconveniente del gonfiore.

Cause della pancia gonfia

Il fenomeno della pancia gonfia dopo i pasti è complesso e può essere attribuito a vari fattori come il rallentamento della motilità intestinale, l’aumento della massa grassa addominale, l’abbondanza di cibo che porta a un incremento di materiale fecale e l’attività fermentativa di specifici batteri che producono gas, come bifidobatteri e lattobacilli.

Questi batteri possono fermentare i FODMAPs, che sono carboidrati non facilmente digeribili dall’uomo, producendo gas. 

Anche una cattiva digestione e il malassorbimento, condizioni che possono presentarsi in patologie come la celiachia, la SIBO e la SIFO, possono giocare un ruolo.

Dato il contributo dei microrganismi al gonfiore, è evidente come un’alterata composizione del microbiota possa avere un ruolo in questa e altre condizioni. Ad esempio, si è visto un aumento di batteri come i Clostridi in relazione al gonfiore.

Scopri i biotici studiati sull’intestino irritabile

Cause del gonfiore addominale nelle donne

Il diverso equilibrio ormonale tra i sessi, soprattutto a causa del progesterone e dell’estradiolo, può alterare la motilità intestinale, essenziale sia per la digestione che per l’eliminazione. 

Movimenti peristaltici costanti sono necessari anche a stomaco vuoto per garantire il normale funzionamento intestinale. Oltre agli ormoni, lo stress, le modifiche della flora batterica e alcune patologie alimentari possono influenzare la funzione gastrointestinale, provocando diarrea, stitichezza o gonfiore.

Ogni caso di pancia gonfia è unico e può essere il risultato di variabili multiple come:

  • Influenze ormonali femminili sulla peristalsi;
  • Stress e ansia;
  • Incremento di massa grassa viscerale;
  • Disbiosi con sovrapproduzione di gas da parte dei batteri;
  • Maldigestione;
  • Malassorbimento dovuto a condizioni specifiche.

Una prassi alimentare affrettata e ingestione di aria durante i pasti, soprattutto tra le donne, possono anche causare gonfiore addominale.

Che fare per la pancia gonfia

Se la condizione della pancia gonfia ha un’origine multifattoriale, e non dipende da una patologia che è bene indagare a fondo perché possa essere trattata in maniera mirata, è possibile mettere in pratica una serie di azioni in grado di alleviare questo fastidioso sintomo:

  • adottare tecniche di gestione dello stress (training autogeno, mindfulness, yoga, pilates);
  • fare in modo di dormire un numero adeguato di ore, cercando di addormentarsi non troppo tardi e dopo essersi dedicati ad attività rilassanti;
  • concedersi il tempo giusto per consumare i propri pasti masticando in maniera minuziosa, senza parlare;
  • adottare una dieta caratterizzata dal consumo prevalente di alimenti di origine vegetale minimamente processati, da una quota adeguata in proteine, carboidrati e grassi e dalla presenza di alimenti latto-fermentati; 
  • raggiungere e mantenere il peso forma per far sì che la quantità di grasso viscerale sia nella norma;
  • prendere l’abitudine di assumere tisane e decotti a base di finocchio, melissa, menta, coriandolo e camomilla. Si tratta di sostanze dotate di spiccate proprietà carminative, (ovvero in grado di ridurre la quantità di aria presente nello stomaco e nell’intestino), antispasmodiche (cioè capaci di contrastare gli spasmi intestinali), lenitive e calmanti;

assumere probiotici, ovvero microrganismi (in particolare batteri) in grado di riequilibrare la flora intestinale e contrastare così gli stati di disbiosi.

Scopri i biotici studiati sull’intestino irritabile

Ruolo del microbiota intestinale

Il microbiota intestinale, composto da trilioni di batteri, svolge un ruolo fondamentale nella regolazione della salute gastrointestinale, compresa la produzione di gas nell’intestino.

Le specie batteriche coinvolte nella produzione di gas nell’intestino umano sono diverse e includono principalmente batteri anaerobici. La composizione del microbiota intestinale varia ampiamente da un individuo all’altro, ma la maggior parte delle specie batteriche appartiene a cinque principali phyla: Actinobacteria, Bacteroidetes, Firmicutes, Proteobacteria e Verrucomicrobia . Questi batteri svolgono un ruolo chiave nella fermentazione dei residui non digeribili e nella produzione di gas nell’intestino

La dieta svolge un ruolo significativo nella regolazione della composizione del microbiota intestinale e, di conseguenza, nella produzione di gas nell’intestino. Alcuni alimenti, come le fibre alimentari e i polioli, possono influenzare la produzione di gas attraverso la fermentazione da parte del microbiota intestinale. Ad esempio, l’assunzione di fruttosio, fruttani e polioli può aumentare la produzione di gas nell’intestino, contribuendo al gonfiore addominale . D’altra parte, l’assunzione di alimenti ricchi di fibre fermentabili può influenzare positivamente la composizione del microbiota intestinale e ridurre la produzione eccessiva di gas

L’eccessiva produzione di gas nell’intestino può causare gonfiore addominale e disagio. Tuttavia, il ruolo preciso del microbiota intestinale nel gonfiore addominale e nelle condizioni correlate è ancora oggetto di studio. Alcune ricerche suggeriscono che la disbiosi del microbiota intestinale, cioè uno squilibrio nella composizione batterica, potrebbe essere associata a sintomi di gonfiore addominale e disturbi gastrointestinali funzionali . Pertanto, comprendere il ruolo specifico delle diverse specie batteriche nel processo di produzione di gas e la loro interazione con la dieta potrebbe essere fondamentale per lo sviluppo di strategie terapeutiche mirate.

Scopri i biotici studiati sull’intestino irritabile