Un dolore tanto violento che le donne lo paragonano spesso a quello del parto, mentre gli uomini lo descrivono come una delle cose peggiori che sia loro capitata: quello della colica è effettivamente un male improvviso e intenso, preceduto da un vago senso di malessere e dovuto a una disordinata successione di violente contrazioni della muscolatura di uno degli organi presenti nell’addome.
Può avvenire per varie cause: infezioni, freddo, stimoli irritativi meccanici come la presenza di calcoli, piccoli “sassolini” che si formano nelle vie urinarie a causa dell’accumulo di sali minerali. In generale, le coliche rispondono bene ad applicazioni di calore e ai farmaci che, con vari meccanismi, svolgono di un’azione di rilassamento sulla muscolatura interessata.
Poiché la calcolosi delle vie urinarie è una condizione molto diffusa nel mondo occidentale (si stimano 100.000 casi all’anno, spesso con recidive), soprattutto a causa di una alimentazione sovrabbondante e ricca di proteine animali, sono altrettanto frequenti le coliche renali, dovute a una forte e prolungata contrazione della muscolatura delle vie urinarie. È generalmente dovuta alla presenza di calcoli, appunto, ma possono entrare in gioco anche altre malattie renali.
Come già accennato, i calcoli urinari sono formazioni simili a piccoli “sassolini” (di dimensioni variabili da pochi mm fino a qualche cm) che si producono quando le urine risultano eccessivamente sature di sali minerali (calcio, struvite, acido urico ecc.). Questi ultimi, precipitando sotto forma di cristalli, tendono poi ad aggregarsi e via via a crescere, dando origine al calcolo. Possono localizzarsi nei reni – dove si formano più di frequente – ma anche nell’uretere o nella vescica.
Colica renale: i sintomi tipici
In genere la colica renale comincia (ma non sempre) con un dolore lombare sordo, che diventa violento e insopportabile, lacerante o bruciante, e si localizza alla parte alta dell’addome per poi irradiarsi verso la regione lombare o il perineo.
Può raggiungere i genitali o il nervo sciatico, passando lungo il gluteo e la gamba, o la porzione centrale del torace dietro allo sterno. Talvolta si ha vomito ripetuto. Quando la colica è in pieno svolgimento, il dolore si generalizza a tutto l’addome. Ci sono poi disturbi urinari:
- mancata (anuria) o difficile (disuria) emissione di urine
- ematuria (presenza di sangue nelle urine)
- emissione di renella (piccolissimi calcoli simili a granelli di sabbia) o calcoli o coaguli i sangue.
La febbre: sintomo della stasi urinaria
Se durante o in seguito a una colica renale uno dei sintomi è la febbre (accompagnata o meno da brividi), è possibile che si sia sviluppata una sovra-infezione batterica, la complicanza più seria della stasi urinaria, cioè la mancata o difficile emissione dell’urina.
Nelle persone sane, le urine sono sterili, e la situazione resta tale finché la loro eliminazione è rapida e frequente. Il ristagno di urina può invece favorire la proliferazione di batteri patogeni eventualmente presenti inizialmente in quantità innocue.
Colica renale: i rimedi
La diagnosi della calcolosi urinaria si conferma con un’ecografia. Solo nei casi dubbi o in quelli in cui occorre decidere un’eventuale strategia chirurgica, è necessario eseguire una TAC. La terapia mira infatti a:
- alleviare i sintomi dolorosi con farmaci antispastici
- eliminare le cause per vie naturali (dieta, idratazione ecc.) o, se l’eliminazione spontanea non avviene, in sala operatoria (con tecniche spesso poco invasive).
Nella prevenzione gioca un ruolo chiave l’alimentazione per ridurre il rischio di formazione dei calcoli. L’entità dell’apporto di liquidi e il tipo di dieta influiscono infatti direttamente sulla concentrazione urinaria dei sali minerali responsabili della calcolosi. La dieta dovrà variare in base alla composizione del calcolo (del quale è quindi bene effettuare un esame chimico-fisico) e alla valutazione metabolica del paziente, cercando nel sangue e nelle urine i fattori che favoriscono l’aggregazione dei sali minerali.
Ecco i principali suggerimenti:
- bere circa due litri e mezzo d’acqua al giorno, evitando alcolici e bibite zuccherate, per aumentare la produzione di urine, ridurne la concentrazione e facilitare l’espulsione spontanea di eventuali piccoli calcoli già presenti
- l’assunzione di calcio attraverso la dieta deve essere di circa un grammo al giorno
- non eccedere con le proteine animali
- limitare il sale e i cibi ricchi di grassi saturi e anche gli alimenti ricchi di ossalato di calcio (per esempio cioccolato, frutta secca, spinaci, barbabietole, frutti di bosco)
- bere un bicchiere di succo di arancia al giorno che, grazie all’apporto di vitamina C, inibisce la cristallizzazione delle urine
- aumentare il consumo di frutta e verdura fresche.
Il ruolo del microbiota nella formazione dei calcoli renali
Recenti ricerche hanno messo in luce un legame significativo tra la composizione del microbiota e lo sviluppo di questa patologia. In particolare, il microbiota intestinale e quello urinario sembrano giocare un ruolo cruciale nella formazione e prevenzione dei calcoli renali.
Un elemento chiave nella formazione dei calcoli renali è l’ossalato, un composto che può combinarsi con il calcio per formare i calcoli di ossalato di calcio, la tipologia più comune di calcoli renali.
La disbiosi intestinale, ovvero un’alterazione della normale composizione del microbiota intestinale, è stata associata a un aumento dell’assorbimento dell’ossalato. Normalmente, alcuni batteri intestinali, come Oxalobacter formigenes, degradano l’ossalato, riducendo la quantità disponibile per l’assorbimento e successiva escrezione urinaria. Tuttavia, studi recenti suggeriscono che anche in assenza di O. formigenes, altri microbi possono contribuire alla degradazione dell’ossalato, formando una rete di batteri “degradatori” di ossalato.
Inoltre, contrariamente alla credenza comune, l’apparato urinario non è sterile. Il microbiota urinario gioca un ruolo nella protezione contro le infezioni e potrebbe influenzare direttamente la formazione di calcoli. Alcuni studi hanno evidenziato come la composizione del microbiota urinario possa differire tra individui con e senza calcoli renali, suggerendo che specifici batteri potrebbero promuovere o inibire la formazione di calcoli.
Un esempio significativo è rappresentato dal genere Lactobacillus, frequentemente riscontrato nelle urine di individui sani, mentre la famiglia Enterobacteriacea è più abbondante nei pazienti con calcoli renali. Questi batteri potrebbero influenzare la nucleazione e la crescita dei cristalli di ossalato di calcio, agendo come punti di attacco per la crescita cristallina.
La dieta ha un impatto significativo sulla composizione del microbiota intestinale e, di conseguenza, sulla formazione dei calcoli renali. Un elevato consumo di grassi saturi e una bassa assunzione di fibre possono alterare il microbiota, aumentando il rischio di iperossaluria e calcolosi. Inoltre, l’uso di antibiotici è noto per causare disbiosi, ovvero uno squilibrio nel microbiota, che può aumentare il rischio di formazione di calcoli renali interrompendo la normale degradazione dell’ossalato da parte dei microbi intestinali.
Le scoperte sul ruolo del microbiota nella formazione dei calcoli renali aprono nuove possibilità per lo sviluppo di terapie innovative. Ad esempio, interventi mirati per modulare il microbiota intestinale attraverso probiotici, prebiotici o postbiotici potrebbero offrire strategie preventive e terapeutiche per i calcoli renali. Tuttavia al momento è prematuro parlare di una vera e propria terapia basata sul microbiota, è necessario approfondire le interazioni complesse tra microbiota, dieta, genetica e altri fattori ambientali nella patogenesi dei calcoli renali.