Milano ospita dal 3 al 5 aprile il XXVII congresso nazionale della Società italiana di allergologia e immunologia pediatrica (Siaip). Al centro del dibattito l’emergenza sanitaria globale causata dal cambiamento climatico che sta incrementando drammaticamente allergie e patologie respiratorie, soprattutto nei bambini.

I dati sono chiari e preoccupanti: negli ultimi 20 anni si è registrato un aumento del 30% delle malattie allergiche e respiratorie nel mondo. E l’OMS prevede che entro il 2050 metà della popolazione mondiale ne sarà affetta, con un impatto particolarmente severo sui bambini.

Clima e allergie respiratorie

L’aumento globale delle temperature ha anticipato e prolungato la stagione pollinica, favorendo un incremento nella produzione di pollini allergizzanti come quelli di betulla e ambrosia, quadruplicati negli ultimi 30 anni. La stagione dei pollini dura oggi mediamente 20 giorni in più, causando sintomi allergici più gravi e prolungati.

Anche le muffe rappresentano una minaccia crescente: le alterazioni climatiche, con precipitazioni intense e frequenti inondazioni, aumentano la diffusione di spore fungine come Alternaria e Cladosporium, responsabili di molte allergie respiratorie e attacchi d’asma.

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Inquinamento e salute infantile

I pediatri della SIAIP lanciano l’allarme sull’inquinamento atmosferico, soprattutto nelle città. Il particolato sottile (PM2,5 e PM10) penetra profondamente nei polmoni, provocando infiammazioni croniche e aumentando la suscettibilità alle allergie. In Italia l’81,4% dei bambini vive in aree fortemente inquinate da polveri sottili, con il 100% in otto regioni tra cui Lombardia, Piemonte e Veneto.

«L’aumento dell’ozono troposferico – spiega il pediatra Gianluigi Marseglia, Past president di SIAIP  – possono aggravare rinite allergica, asma, dermatite atopica. Uno studio svedese sottolinea come l’esposizione a pollini nei primi mesi di vita o addirittura nella vita intrauterina sia associato a una maggiore probabilità di sensibilizzazione allergica e insorgenza di malattie respiratorie».

Uno studio pubblicato sull’International Journal of Environmental Research and Public Health evidenzia come nelle città ad alta concentrazione di inquinanti l’incidenza dell’asma infantile sia del 40% più alta rispetto alle aree rurali. 

Non solo pollini e muffe, dunque, ma anche la qualità dell’aria indoor è sotto accusa, con la cosiddetta sindrome dell’edificio malato, in inglese Sick Building Syndrome (SBS), causata da materiali da costruzione inquinanti e scarsa ventilazione.

Un manifesto per affrontare l’emergenza

Durante il congresso SIAIP verrà presentato il primo manifesto degli allergologi pediatrici per affrontare questa crisi sanitaria. Il documento propone 8 punti chiave.

  • Controllo rigoroso delle emissioni urbane e dei gas serra.
  • Rafforzamento delle strategie sanitarie pubbliche, con migliore ventilazione e controllo dell’umidità.
  • Eliminazione delle fonti di inquinamento indoor, in particolare il fumo.
  • Progettazione urbana sostenibile con incremento delle aree verdi e miglioramento della qualità degli edifici.
  • Sistemi di monitoraggio pollinico e di allerta precoce.
  • Campagne educative e di sensibilizzazione sulla prevenzione delle allergie.
  • Ricerca e innovazione nello sviluppo di nuove terapie.
  • Collaborazioni internazionali per monitorare gli effetti del cambiamento climatico.

«La scienza ci fornisce prove inequivocabili», conclude il pediatra Miraglia del Giudice, Presidente SIAIP. «È tempo di agire con interventi concreti per proteggere la salute delle future generazioni. Ci auguriamo che le istituzioni accolgano il nostro appello». Un richiamo urgente per evitare che i costi sanitari e sociali diventino presto insostenibili.

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Allergie e microbiota intestinale

Il microbiota intestinale, la comunità complessa di batteri che popola il nostro intestino, svolge un ruolo chiave nello sviluppo e nella regolazione del sistema immunitario. 

Quando il microbiota intestinale è equilibrato, contribuisce allo sviluppo di una risposta immunitaria bilanciata, promuovendo la tolleranza agli allergeni ambientali e alimentari. Al contrario, la disbiosi—un’alterazione qualitativa o quantitativa della composizione batterica intestinale—è stata correlata a una maggiore predisposizione alle allergie

Studi recenti hanno mostrato che bambini con allergie alimentari e respiratorie presentano spesso una minore biodiversità microbica intestinale, con una riduzione di specie batteriche considerate protettive come specifici ceppi di Lactobacillus e Bifidobacterium.

Inoltre, specifiche modificazioni del microbiota intestinale nei primi anni di vita sembrano avere un ruolo determinante nell’insorgenza di malattie allergiche. Per questo motivo, sempre più ricerche puntano all’utilizzo mirato di probiotici e prebiotici per ripristinare il microbiota intestinale, riequilibrare il sistema immunitario e ridurre l’incidenza o la gravità delle allergie.

Alla luce di questi risultati, appare evidente come mantenere un microbiota intestinale sano, mediante una dieta appropriata e, quando necessario, interventi mirati, possa rappresentare una strategia promettente per contrastare la diffusione crescente delle allergie nella popolazione.

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