I diverticoli intestinali sono piccole estroflessioni della parete dell’intestino, spesso localizzate nel tratto finale del colon, nella parte sinistra dell’addome. Queste alterazioni anatomiche diventano comuni soprattutto dopo i 50 anni. 

La formazione di diverticoli è influenzata da fattori genetici, ma è principalmente legata a fattori ambientali, come la dieta povera di fibre, l’insufficiente assunzione di liquidi e uno stile di vita sedentario.

Il rischio aumenta quando l’intestino è afflitto da feci dense e disidratate, che diventano difficili da eliminare. Con l’età, le pareti dell’intestino diventano più sottili, rendendole più vulnerabili alla pressione esercitata dal materiale fecale. 

I cambiamenti nelle abitudini alimentari e la diminuzione dell’attività fisica sono considerati responsabili della crescente incidenza dei diverticoli nei paesi avanzati.

Diverticoli colici, la diverticolosi

I diverticoli colici, noti come diverticolosi, di solito non causano problemi, ma quando diventano sintomatici, si parla di malattia diverticolare. Questa condizione può variare dalla forma lieve, che provoca dolori addominali occasionali, gonfiore e problemi di evacuazione, alla forma grave chiamata diverticolite, che comporta infiammazione dovuta all’accumulo di feci nei diverticoli.

La diverticolite può portare a complicazioni gravi, come colite cronica, cicatrici ostruttive, ascessi, ulcere e sanguinamenti intestinali. Anche se queste complicazioni sono rare, è fondamentale prestare attenzione ai segnali precoci di infiammazione, come dolore addominale persistente, febbre e alterazioni nei livelli ematici.

Microbiota, dieta e malattia diverticolare

«Per quanto riguarda la malattia diverticolare – patologia molto frequente soprattutto negli over 60 – da tempo si prospetta il ruolo del microbiota nella genesi dei sintomi e delle complicanze di tale condizione. Studi recenti, caratterizzando il microbiota e i suoi metaboliti, hanno rilevato alcune modificazioni importanti sia nel microbiota fecale che in quello stanziale vicino ai diverticoli, così come uno squilibrio importante a favore di un microbiota pro-infiammatorio, con riduzione di quelle popolazioni batteriche che hanno un effetto benefico», ha dichiarato Giovanni Barbara, professore Ordinario di Gastroenterologia, Alma Mater Studiorum Università di Bologna e IRCCS Policlinico di Sant’Orsola.

Per prevenire la formazione di diverticoli e ridurre il rischio di infiammazione, è fondamentale seguire una dieta ricca di fibre e bere almeno due litri di acqua al giorno. Le fibre aiutano a mantenere la salute intestinale, riducono il rischio di accumulo di feci nei diverticoli e favoriscono una migliore eliminazione delle scorie.

Le fibre insolubili, presenti in cereali integrali, legumi, noci, ortaggi e frutta, sono particolarmente efficaci nella prevenzione della malattia diverticolare. In caso di diverticolite acuta, può essere necessaria una dieta povera di fibre per consentire al tratto intestinale di riprendersi.

Diagnosi dei diverticoli

La diagnosi dei diverticoli può essere effettuata tramite esami radiologici come il clisma opaco a doppio contrasto o la colonscopia. 

In caso di diverticolite acuta o complicanze, si utilizzano l’ecografia addominale e la tomografia computerizzata con mezzo di contrasto. 

Metodi più recenti, come la colonscopia virtuale e l’endoscopia tramite videocapsula, offrono approcci innovativi per l’ispezione del colon, inclusa la parte più difficilmente raggiungibile, il tenue.

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