Un italiano su 2 soffre di disturbi intestinali almeno una volta al mese, ma il 60% non sa cosa sia il microbiota intestinale. E soprattutto come prendersene cura. È quanto emerge dall’indagine condotta da Opinium per Activia – brand di Danone Italia, su un campione di 2.000 italiani adulti e presentata a Milano nel corso dell’evento “Innovazione e benessere: il microbiota al centro” di martedì 25 febbraio.

Per aumentare le conoscenze sul microbiota e sapere il suo “status” di salute, Activia ha lanciato il Tracker del microbiota intestinale. “È uno strumento agile e scientificamente supportato che può contribuire ad aumentare la consapevolezza degli italiani sui fattori che hanno un impatto sul microbiota intestinale” dichiara il Prof. Giovanni Barbara, Ordinario di Gastroenterologia all’Università degli Studi di Bologna, Direttore della Unità Operativa Complessa di Gastroenterologia ed Epatologia dell’IRCCS Policlinico Sant’Orsola di Bologna.

Per una valutazione completa del proprio microbiota, è essenziale considerare cinque aree chiave: alimentazione, sonno, stress, attività fisica e alcuni fattori non modificabili legati ai primi mesi di vita, come la nascita per parto naturale e l’allattamento al seno.

Alimentazione: il primo passo per la salute intestinale

L’alimentazione è uno dei principali fattori che influenzano la biodiversità del microbiota. Un microbiota sano ha al suo interno una elevata varietà di specie batteriche. Si parla invece di disbiosi intestinale quando i batteri benefici diminuiscono e aumentano quelli potenzialmente dannosi. 

Secondo i dati della ricerca condotta da Activia, il 96% delle persone cerca di prendersi cura della propria salute intestinale attraverso la dieta: il 72% degli intervistati sceglie lo yogurt come alimento di riferimento. 

I latti fermentati come kefir e yogurt hanno infatti dimostrato effetti benefici sulla biodiversità del microbiota, contribuendo alla produzione di acidi grassi a catena corta, essenziali per il benessere dell’intestino, del fegato e del cervello.

Sonno: un regolatore del microbiota

Il microbiota intestinale non solo influisce sulla digestione, ma comunica attivamente con il cervello attraverso neurotrasmettitori come serotonina e GABA. 

È utile sapere infatti che il 95% della serotonina, nota per il suo ruolo nella regolazione dell’umore e del sonno, viene prodotta nell’intestino. 

L’indagine evidenzia che soltanto un terzo dei partecipanti ha una buona qualità del sonno. Questa variabile ha un impatto significativo sulla salute del microbiota: chi soffre di insonnia o ha un sonno irregolare tende ad avere una minore biodiversità dell’ecosistema intestinale.

Stress e fattori non modificabili: un equilibrio delicato

Lo stress è un altro elemento cruciale che incide sulla salute intestinale. Spesso percepito come un fattore esterno, lo stress può essere anche una conseguenza della disbiosi intestinale. 

Il microbiota interagisce con il sistema nervoso centrale inviando segnali chimici che possono influenzare l’umore e il benessere generale. 

Inoltre, alcuni fattori che non dipendono direttamente dalla persona, come la nascita da parto naturale, l’allattamento al seno e l’esposizione precoce agli antibiotici, giocano un ruolo fondamentale nella formazione del microbiota intestinale nei primi anni di vita. La ricerca scientifica ha dimostrato che un microbiota ben sviluppato in età infantile riduce il rischio di sviluppare disturbi intestinali e metabolici in età adulta.

Attività fisica: equilibrio tra benefici e stress

L’attività fisica regolare è associata a un microbiota più diversificato e resiliente. Tuttavia, lo sport agonistico intenso e prolungato può avere un effetto stressante sull’intestino, alterandone la fisiologia. 

La corretta intensità e frequenza dell’attività fisica variano da individuo a individuo e devono essere bilanciate per evitare effetti negativi sul microbiota. Gli acidi grassi a catena corta prodotti dal microbiota grazie a un’alimentazione ricca di fibre giocano un ruolo chiave nel mantenimento dell’omeostasi intestinale e cerebrale, sottolineando l’importanza di un approccio integrato tra dieta e movimento.

L’indagine di Activia mette in luce un aspetto chiave: gli italiani desiderano migliorare la loro salute intestinale, ma spesso non sanno come farlo.

Con strumenti come il Tracker del microbiota intestinale e una maggiore diffusione di informazioni scientificamente valide, è possibile aumentare la consapevolezza e promuovere scelte quotidiane che favoriscono il benessere intestinale e generale.