In un’epoca dove la scienza medica progredisce a passi da gigante, uno studio innovativo condotto dall’University of Alberta, Edmonton (Canada) ha aperto nuovi orizzonti nella comprensione del microbiota intestinale nei neonati. 

Pubblicato su “Frontiers in Pediatrics”, questo studio ha analizzato 166 neonati nati a termine, svelando come le scelte mediche e sociali all’atto della nascita modellino profondamente il microbioma nei primi dodici mesi di vita.

Il parto, l’alimentazione e l’esposizione agli antibiotici emergono come fattori cruciali. Precedenti ricerche hanno già evidenziato cambiamenti post-nascita nel microbiota, con un incremento di bifidobacteria e di specie dei generi Firmicutes e Bacteroidetes, mentre le specie di Enterobacteria, primi colonizzatori intestinali, tendono a diminuire. Tuttavia, lo studio canadese va oltre, esplorando l’effetto combinato di queste variabili.

Il team di ricerca, guidato da Farzana Yasmin, ha identificato come i neonati partoriti tramite cesareo, esposti ad antibiotici o alimentati con formula, mostrano pattern di sviluppo del microbiota diversi. Ad esempio, la presenza di Proteobacteria tende a diminuire più lentamente nei neonati nati con parto cesareo ed esposti ad antibiotici, rispetto a quelli nati per via vaginale e allattati al seno.

In modo ancora più intrigante, il microbioma di neonati nati con parto naturale e allattati al seno, non esposti ad antibiotici, ha mostrato un incremento di specie come Vellonella, Roseburia e Fusobacterium. Al contrario, nei bambini nati con cesareo, esposti ad antibiotici e alimentati con formula, si è osservato un aumento significativo di Rominococcus, importante per il mantenimento dell’equilibrio della mucina gastrointestinale.

Questo studio pone nuove domande sulle potenziali conseguenze a lungo termine di queste prime scelte di vita. Il modo in cui il microbiota intestinale si sviluppa può influenzare il rischio di disturbi metabolici e immunitari, come allergie alimentari e obesità infantile.

Gli autori dello studio sottolineano alcune limitazioni, come il numero ridotto di soggetti in certi sottogruppi e la specificità geografica dei partecipanti. Tuttavia, i risultati offrono un importante contributo alla ricerca sullo sviluppo del microbiota nei primi anni di vita, aprendo la strada a interventi preventivi per ridurre il rischio di malattie a lungo termine.

La ricerca ha analizzato oltre 1000 specie batteriche, fornendo un’ampia base di dati per futuri studi. Queste scoperte sono cruciali per comprendere come le decisioni prese nei primi momenti della vita di un neonato possano avere un impatto significativo sulla sua salute futura, sottolineando l’importanza delle scelte mediche e di stile di vita nelle prime fasi della vita.