Come le piante e gli animali, anche l’uomo si adatta ai ritmi della natura. Le funzioni vitali dell’organismo umano seguono ritmi circadiani, influenzati dalle variazioni di luce e da un ritmo stagionale. Questi sono modulati dalle ore di luce disponibili durante i mesi e dai cambiamenti di temperatura e condizioni ambientali durante l’anno.

Diversi studi dimostrano che il principale ritmo circadiano è regolato dal nucleo soprachiasmatico, un centro nervoso dell’ipotalamo.

Cos’è il nucleo soprachiasmatico

Questo centro percepisce le variazioni di luce attraverso la retina e il nervo ottico, attivando processi biochimici e comportamentali essenziali per la salute.

Il ritmo circadiano più noto è quello che regola il ciclo sonno-veglia. La diminuzione di luce al tramonto stimola il nucleo soprachiasmatico a indurre la produzione di melatonina, facilitando l’addormentamento. Al mattino, con l’aumento della luce, l’azione della melatonina diminuisce e l’organismo si prepara alla veglia.

Il nucleo soprachiasmatico regola anche l’appetito, i ritmi digestivi, la temperatura corporea, la produzione ormonale, e il comportamento fisico e mentale durante il giorno.

Questi meccanismi sono influenzati anche dalla temperatura ambiente, influenzando l’attività diurna e il momento di andare a letto, particolarmente nei mesi più caldi o freddi.

Affrontare il cambio di stagione

L’arrivo della primavera segna un periodo di significativi cambiamenti: le giornate si allungano, i ritmi circadiani si adeguano, e l’ambiente esterno varia con fluttuazioni di temperatura e umidità. Di conseguenza, anche le nostre abitudini quotidiane subiscono modifiche. In questo contesto di adattamento, l’organismo può reagire manifestando sintomi che, seppur fastidiosi, sono spesso temporanei.

In alcuni casi più severi, queste manifestazioni possono configurarsi come il Disturbo Affettivo Stagionale (Seasonal Affective Disorder, SAD), caratterizzato da una depressione che ricorre nelle stesse stagioni ogni anno. Per la maggior parte delle persone, tuttavia, i sintomi sono generalmente transitori e tendono a risolversi man mano che il corpo si adatta al nuovo ritmo stagionale. Il passaggio tra le stagioni, soprattutto da inverno a primavera, può portare disturbi fisiologici significativi.

I sintomi tipici includono:

  • variazioni del sonno
  • calo dell’energia, stanchezza
  • cambiamenti dell’umore
  • ridotta attività fisica

Queste condizioni possono anche abbassare le difese immunitarie, aumentando la vulnerabilità a infezioni e malattie.

Strategie utili

Alimentazione equilibrata: una dieta basata su frutta, verdura, cereali integrali, legumi, pesce, e latticini magri è fondamentale. È importante anche un’adeguata idratazione.

Integratori: in caso di stanchezza, integratori a base di vitamine antiossidanti o del gruppo B possono essere utili, previa consulenza medica.

Attività fisica e relax: l’esercizio fisico, specialmente in natura e nelle prime ore del giorno, ha benefici notevoli. Pratiche di relax come yoga, meditazione, e tempo dedicato alle relazioni sociali sono altrettanto importanti.

Rimedi naturali: per i disturbi legati al sonno o allo stress, si possono utilizzare erbe come valeriana, lavanda, tiglio, e passiflora sotto forma di tisane o infusi.

Gestione dei sintomi respiratori: per mal di gola e altri sintomi respiratori, i farmaci antinfiammatori non steroidei possono essere utili, seguendo sempre le indicazioni mediche.

Questi accorgimenti possono aiutare a gestire il cambio di stagione in modo più confortevole e salutare, riducendo l’impatto dei disturbi stagionali.

Probiotici per la primavera

Il legame tra il cambio di stagione e i disturbi digestivi è ben noto: non è raro che, in questo periodo, si intensifichino i fastidi in individui già predisposti, così come possono emergere nuovi casi di alterazioni e disbiosi gastrointestinale.

Questi fenomeni sono spesso accompagnati da aspetti psicosomatici e da variazioni nei livelli di alcuni neurotrasmettitori che influenzano direttamente e indirettamente il funzionamento intestinale.

Le fluttuazioni termiche tipiche di questo periodo possono indebolire le difese immunitarie. È importante ricordare che l’intestino non è solo il principale organo della digestione, ma svolge anche un ruolo cruciale nel sistema immunitario. Circa il 70% delle cellule immunitarie si trova proprio nell’intestino.

Da qui l’importanza del microbiota intestinale, composto da circa 39 trilioni di batteri, virus e funghi, unico e personale per ciascun individuo.

Il microbiota è una comunità dinamica che varia con l’età, la dieta, l’ambiente e, naturalmente, le stagioni. Anche l’aria che respiriamo gioca un ruolo, attraverso l’aerobiome, una nuvola di microrganismi che ci circonda e che cambia in base a temperatura e umidità. Studi recenti hanno dimostrato che in regioni con forti variazioni climatiche, il microbiota tende a essere più variabile rispetto ad altre aree del mondo.

In questo periodo dell’anno potrebbe quindi rivelarsi preziosa un’adeguata integrazione con probiotici, allo scopo di ripristinare l’equilibrio del microbiota intestinale.