Ormai abituati a vivere secondo il ritmo di vita dell’uomo, i cani vanno incontro a patologie tipiche dello stile di vita occidentale, dall’obesità alle malattie metaboliche e persino a forme di ansia e depressione. Proprio come per l’uomo, molti di questi disturbi sembrano essere associati a un’alterazione dell’equilibrio del microbiota, l’insieme di microrganismi che popolano tutto l’apparato digerente e in particolare il colon. Sempre più studi stanno infatti mettendo in luce la capacità del microbiota di produrre sostanze attive (i metaboliti) in grado di modulare il sistema immunitario e proteggere quindi l’ospite.
Anche nei cani, il microbiota per funzionare bene deve essere in perfetto equilibrio. Se per esempio aumenta la concentrazione di batteri anaerobi (in particolare delle Enterobacteriaceae) la flora intestinale del cane va incontro a un disequilibrio, chiamato disbiosi. In questi casi assume un ruolo fondamentale la dieta e in particolare l’assunzione di probiotici, microrganismi vivi benefici per l’intestino, e di prebiotici, sostanze che agiscono nutrendo i microbi “buoni” presenti nella flora intestinale, migliorando così la salute intestinale.
Prebiotici: che cosa sono e come funzionano?
Definiti per la prima volta nel 1995 da Gibson e Roberfroid, i prebiotici sono sostanze non digeribili in grado di favorire selettivamente la crescita e l’attività di batteri benefici presenti nel colon, in particolare Bifidobatteri e Lattobacilli, a spese di specie batteriche patogene o meno desiderabili come i Bacteroides e il Clostridium.
Quando il prebiotico raggiunge l’intestino viene metabolizzato dai batteri del microbiota, portando così alla produzione di lattati, in grado di ridurre il pH intestinale e controllare la proliferazione di microrganismi patogeni, e di acidi grassi a corta catena come l’acido propionico, l’acido acetico e l’acido butirrico.
L’acido propionico e l’acido acetico entrano nel circolo sanguigno e vengono utilizzati dalle cellule dei tessuti periferici come fonte energetica. L’acido butirrico invece viene utilizzato localmente dalla mucosa intestinale come principale fonte di energia e sembra essere in grado di indurre variazioni morfologiche della mucosa intestinale, come l’aumento della lunghezza dei villi e la profondità delle cripte intestinali.
Sono prebiotici la maggior parte degli oligosaccaridi, in particolare l’oligofruttosio contenuto nella soia, nell’avena e nelle barbabietole, e l’inulina contenuta nei topinambur e nella radice di cicoria.
Quali sono gli effetti benefici?
Numerosi studi stanno cercando di valutare quali sono le ricadute di una dieta ricca di prebiotici per il benessere del cane. Sembra che i prebiotici, e in particolare i frutto-oligosaccaridi a catena corta e i manno-oligosaccaridi, siano in grado di:
- migliorare la salute intestinale del cane, in quanto stimolano la crescita di batteri benefici e inibiscono quella dei batteri patogeni, in particolare Clostridium perfringens ed Escherichia coli
- regolare la digestione, favorendo così un assorbimento dei nutrienti più efficiente
- modulare il sistema immunitario
- favorire il benessere a lungo termine, prevenendo le malattie croniche associate a una cattiva salute intestinale
- ridurre il pH intestinale creando un ambiente sfavorevole per i patogeni
- migliorare l’assorbimento di minerali importanti come il calcio e il magnesio.
La presenza di un microbioma equilibrato sembra anche migliorare la funzione della barriera intestinale e di conseguenza la risposta immunitaria del cane. Inoltre, i prebiotici sembrano in grado di inibire l’adesione dei batteri patogeni alla mucosa intestinale e la loro crescita.
I medici veterinari raccomandano spesso la somministrazione di prebiotici a supporto dell’intestino dei cani anche quando questi ultimi si trovano a dover assumere antibiotici per diversi giorni a causa di infezioni di origine batterica. È noto infatti che i farmaci antimicrobici uccidono, oltre ai batteri patogeni, anche quelli benefici.
Quali sono le fonti di prebiotici?
Una dieta bilanciata è fondamentale per garantire una flora intestinale sana. Le fonti naturali di prebiotici includono alimenti ricchi di fibra; tuttavia, non tutti questi alimenti sono adatti o sicuri per il consumo da parte dei cani. Per esempio l’aglio, sebbene sia un’ottima fonte di fibre, va in genere evitato nei cani perché può causare reazioni tossiche.
Tra le fonti naturali di prebiotici che possono essere consumate in sicurezza dai cani ricordiamo:
- la radice di cicoria, naturalmente ricca di inulina, che ha il vantaggio di avere un sapore che in genere è apprezzato dal cane
- le patate dolci, che però vanno assunte in quantità moderata (un paio di bocconcini al giorno) e sempre cotte togliendo preferibilmente la buccia
- la zucca, purché cotta evitando le varietà ornamentali
- le verdure in foglia (bietola, spinaci e lattuga).
Non va dimenticato inoltre che ci possono essere cani con allergie alimentari: è importante quindi scegliere alimenti prebiotici che non contengano allergeni noti. La personalizzazione della dieta, inclusa l’aggiunta di prebiotici al cibo, deve essere gestita sempre in accordo con il veterinario per evitare effetti collaterali indesiderati.
Integrare i prebiotici nella dieta casalinga richiede infatti una comprensione approfondita delle necessità nutrizionali del cane e delle fonti sicure di prebiotici. È consigliabile consultare un veterinario o un nutrizionista veterinario per sviluppare un piano alimentare bilanciato che includa prebiotici in dosi adeguate o in alternativa integratori prebiotici per cani, disponibili in varie forme, inclusi polveri, capsule e snack funzionali.
L’integrazione di prebiotici nella dieta è utile per tutti i cani perché, come detto, mantenendo il microbioma in equilibrio si favorisce il benessere dell’animale. Tuttavia, il veterinario potrà ritenere particolarmente importante somministrare prebiotici con la dieta o con integratori in caso di:
- problemi gastrointestinali
- infezioni, per le quali è stata somministrata una terapia antibiotica
- condizioni particolari che hanno messo l’animale sotto stress, per esempio un viaggio
- età avanzata.
La dose raccomandata di prebiotico varia in base al peso, all’età e alle condizioni di salute del cane. È necessario che sia il veterinario a determinare il dosaggio appropriato e ad assicurarsi che l’integrazione prebiotica si adatti alle esigenze individuali del cane, soprattutto in presenza di allergie, sensibilità o problemi gastrointestinali. Occorre inoltre segnalare che non c’è ancora consenso su quale siano i tempi minimi necessari di assunzione di una dieta arricchita in prebiotici per osservare effetti positivi. Sembra tuttavia che per vedere un cambiamento della flora intestinale canina occorra la somministrazione di prebiotici al dosaggio opportuno per almeno 60 giorni.
Per una maggiore efficacia i prebiotici sono spesso somministrati in associazione ai probiotici, così da sfruttare un effetto sinergico. Una ricerca italiana pubblicato sull’Italian Journal of Animal Science ha valutato in particolare l’effetto di prebiotici, probiotici e antiossidanti nel trattamento di cani con malattia renale cronica. Secondo quanto emerge dallo studio sembra che la somministrazione di questa associazione, rispetto alla somministrazione dei singoli integratori, migliori lo stato nutrizionale e la funzionalità renale del cane.
Prebiotici per cuccioli e cani anziani
Quando si somministrano i prebiotici occorre avere alcune accortezze in particolare con i cuccioli e i cani anziani perché possono avere esigenze particolari legate alle caratteristiche del microbioma nelle diverse fasi della vita.
Alla nascita il tratto gastroenterico inizia a popolarsi di numerose specie batteriche provenienti dal canale del parto, dall’ambiente circostante e dal latte materno. In questa fase i prebiotici possono supportare lo sviluppo di una flora intestinale sana. È importante però introdurli gradualmente nella dieta dei cuccioli per permettere al loro sistema digestivo di adattarsi senza causare disturbi.
Con il tempo il microbioma intestinale è destinato a evolvere, mostrandosi piuttosto stabile in età adulta, ma nel cane anziano la popolazione residente appare meno diversificata, probabilmente in funzione dei cambiamenti strutturali e funzionali del tratto gastroenterico. È molto importante in questi casi avere cura del microbiota del cane somministrandogli una dieta adeguata, dosando il cibo in modo da non eccedere con le quantità e con i grassi. Nel cane anziano si possono somministrare integratori specifici seguendo le indicazioni del veterinario per quanto riguarda la tipologia, il dosaggio e la durata del trattamento.