Il sistema nervoso centrale (SNC), l’apparato endocrino e il sistema immunitario interagiscono tra loro in modo estremamente complesso, influenzandosi a vicenda. Qualunque evento stressante o emozione negativa che sollecita il SNC può alterare questa interazione, determinando cambiamenti sfavorevoli a livello ormonale e immunitario, che riducono le difese naturali dell’organismo.
Studi recenti indicano che anche il microbiota intestinale partecipa a questo delicato e intricato processo, potendo contribuire a rafforzare le difese immunitarie quando è sano oppure compromettendo ulteriormente il benessere dell’organismo in situazioni di squilibrio microbico (disbiosi), che possono essere promosse da innumerevoli fattori picofisici, compreso lo stress.
Che cos’è lo stress psicofisico
Ciò che generalmente si indica con “stress” è, in realtà, l’effetto della risposta dell’organismo a uno o più fattori stressanti che impongono all’individuo un “impegno” fisico o psicologico che va al di là delle sue capacità di sopportazione e resistenza, reali o percepite.
Lo stress può essere acuto e insorgere in seguito all’esposizione a situazione negative di breve durata oppure mantenersi in modo cronico per lunghi periodi di tempo, in concomitanza con il persistere dello stimolo che lo sostiene. Generalmente, l’esposizione protratta a una sollecitazione che induce stress lieve-moderato determina nella persona interessata una sorta di “adattamento” che aiuta a superare lo stress stesso. D’altro canto, in molti casi questo adattamento non avviene e può instaurarsi uno stato di stress cronico che affatica l’organismo e rende più sensibili nei confronti di ulteriori stimoli sfavorevoli.
La risposta allo stress è un fenomeno fortemente soggettivo: l’esito dell’esposizione a sollecitazioni del tutto paragonabili è, quindi, molto variabile da persona a persona, in termini sia di effetti neuropsicologici sia di sintomi organici e di ripercussioni sulle difese naturali dell’organismo contro infezioni e malattie di vario tipo.
Tipici fattori stressanti di tipo psicologico sono i lutti, una grave malattia propria o di una persona cara, i traslochi, il cambio di lavoro, il divorzio, l’eccessiva pressione lavorativa o sociale, le difficoltà economiche e l’incertezza per il futuro. Sul piano fisico, invece, a causare stress sono principalmente le malattie acute e croniche, la fatica eccessiva, la carenza di sonno, le diete restrittive, l’assunzione di terapie con effetti tossici per l’organismo (antibiotici, chemioterapia, radioterapia ecc.), gli interventi chirurgici, ma anche più banalmente l’esposizione protratta a rumori intensi (traffico, cantieri, attività industriali ecc.), gli spostamenti di fuso orario, i ritmi di vita sregolati, il cambio di stagione e gli sbalzi di temperatura.
A prescindere dalla causa che lo induce, uno stato di stress può interferire, in modo più o meno marcato, con il buon funzionamento di qualunque organo e apparato dell’organismo. Sintomi tipici dello stress comprendono:
- disturbi digestivi, reflusso gastroesofageo, gonfiore addominale, diarrea o stipsi;
- mal di testa, difficoltà di concentrazione e memoria;
- tensione muscolare, sensazione di debolezza e facile affaticamento;
- nervosismo, irritabilità, ansia e depressione;
- accelerazione del battito cardiaco e aritmie;
- aumento della sudorazione, sensazione anomala di caldo o freddo;
- difficoltà ad addormentarsi e/o a dormire un numero di ore sufficiente;
- pelle e capelli secchi, aumento della sensibilità cutanea;
- maggior propensione a fenomeni infiammatori (come dermatite e acne) oppure a essere interessati da infezioni opportunistiche (come la candidosi vaginale nella donna e le micosi cutanee).
Il legame tra stress e immunità
La capacità dello stress di interferire con il buon funzionamento del sistema immunitario è mediata da meccanismi che coinvolgono il sistema nervoso autonomo e l’asse “ipotalamo-ipofisi-surrene”.
Il sistema nervoso autonomo, chiamato anche “sistema nervoso viscerale” o “vegetativo”, è la parte del sistema nervoso che regola l’attività degli organi interni e delle ghiandole, indipendentemente dalla volontà. Ipotalamo, ipofisi e surrene sono rispettivamente:
- il centro cerebrale che regola funzioni fisiologiche fondamentali, come il mantenimento della temperatura corporea, il sonno, il bilancio idrosalino, l’appetito, l’equilibrio ormonale ecc.
- la ghiandola neuroendocrina che fa da interfaccia tra ipotalamo e ghiandole/organi effettori
- le ghiandole endocrine poste sopra i reni, responsabili della produzione di ormoni chiave della risposta allo stress, come il cortisolo e l’adrenalina.
Quando si è esposti a un fattore stressante, il cervello percepisce la situazione critica e la segnala all’ipotalamo, che trasmette l’informazione all’ipofisi attraverso l’ormone di rilascio della corticotropina (CRH, Corticotropin-Releasing Hormone), inducendola a liberare nel sangue l’ormone adrenocorticotropo (ACTH, AdrenoCorticoTropic Hormone) e altri ormoni coinvolti nell’attivazione della risposta allo stress, come l’ormone della crescita (GH) e la prolattina. L’ACTH arriva, quindi, alle ghiandole surrenali che vengono sollecitate a produrre ormoni glucocorticoidi (in particolare, il cortisolo) e neurotrasmettitori come adrenalina e noradrenalina che, oltre a indurre e sostenere lo stato di stress, sono in grado di modulare la funzionalità del sistema immunitario.
In particolare, è stato dimostrato che lo stress cronico è in grado di deprimere o alterare in vario modo sia la risposta immunitaria innata (quella presente fin dalla nascita, basata sui linfociti T e sulla produzione di citochine, che costituisce la prima linea di difesa contro le infezioni) sia quella adattativa (basata sulla produzione di anticorpi specifici da parte dei linfociti B per contrastare i microrganismi patogeni che riescono a entrare nell’organismo attraverso le vie respiratorie, la cute, l’intestino, il sangue ecc.). Il risultato finale consiste in una maggiore suscettibilità alle infezioni e in una minore capacità dell’organismo di contrastarle, aumentando il rischio di andare incontro a sintomi più severi e complicanze.
Una prova di questo fenomeno, ampiamente documentata e sperimentata nella vita quotidiana, è che proprio nei periodi di stress psicofisico tendono a riattivarsi virus come l’herpes simplex (causa dell’herpes labiale), il virus varicella zoster (responsabile del fuoco di sant’Antonio), il citomegalovirus (che provoca una sindrome simile all’influenza) e l’Epstein Barr virus (causa della mononucleosi). Dopo l’infezione primaria, questi virus restano nell’organismo per tutta la vita, ma in situazioni di benessere non causano sintomi perché sono tenuti sotto controllo dal buon funzionamento del sistema immunitario. Quando, invece, le difese naturali si riducono a causa dello stress, i virus ricominciano a moltiplicarsi dando nuovamente luogo alle manifestazioni caratteristiche.
Il ruolo del microbiota intestinale
Le ricerche degli ultimi anni hanno sottolineato che anche il microbiota intestinale ha un ruolo chiave nella modulazione della risposta immunitaria, sia a livello enterico sia in termini di difese naturali dell’intero organismo. Inoltre, è stato ampiamente dimostrato che lo stress è in grado di alterare la composizione della flora batterica intestinale, promuovendo lo sviluppo di disbiosi e patologie di varia natura (infettive, infiammatorie e allergiche) connesse al venir meno dell’equilibrio intestinale e del buon funzionamento del sistema immunitario locale e sistemico.
A oggi, le evidenze disponibili sono già sufficienti per assegnare un ruolo da protagonista alla “barriera intestinale”: una struttura dinamica, costituta dall’epitelio intestinale, dalle cellule immunitarie presenti al suo interno e dallo strato di muco che lo riveste (prodotto dall’epitelio stesso e in parte dal microbiota, con il quale interagisce costantemente). Ogni sua compromissione predispone ad alterazioni dell’assorbimento intestinale e a infiammazioni della mucosa dell’intestino che comportano un maggior passaggio verso il sangue di sostanze tossiche o sensibilizzanti (allergeni) e di microrganismi potenzialmente dannosi.
In aggiunta, il microbiota endogeno sano contribuisce direttamente a proteggere dalle infezioni gastrointestinali attraverso: la produzione di piccole proteine batteriche (batteriocine), perossido di idrogeno (H2O2) e altre sostanze ad attività antimicrobica in grado di contrastare l’attecchimento e la crescita dei patogeni; la regolazione del pH intestinale; la competizione per lo spazio e le sostanze nutrienti).
La flora batterica intestinale produce, inoltre, vitamine del gruppo B, come cobalamina (vitamina B12), biotina (B8), acido folico (B9), acido nicotinico (B3), acido pantotenico (B5), piridossina (B6), riboflavina (B2) e tiamina (B1), importanti per supportare numerose funzioni dell’organismo, come la produzione di cellule del sangue, il buon funzionamento del sistema immunitario, il metabolismo energetico ecc.
Sulla base di queste conoscenze, negli ultimi anni si è sviluppato un importante filone di ricerca sulla possibilità di modulare la composizione e l’equilibrio della flora intestinale nell’ottica di rafforzare le difese dell’organismo.
Come evitare lo stress e aumentare le difese immunitarie
Contro la riduzione delle difese naturali dell’organismo legata allo stress è, innanzitutto, necessario cercare di ridurre gli stimoli negativi presenti nella vita quotidiana, modificando anche le proprie abitudini, ma soprattutto imparare a gestire meglio le proprie emozioni e a reagire in modo più rilassato alle situazioni non sempre ideali che inevitabilmente capita di vivere.
Per farlo, è fondamentale supportare il benessere dell’organismo attraverso una dieta sana e bilanciata, in grado di fornire tutti i nutrienti e l’energia necessari per supportare un metabolismo efficiente su tutti i fronti (muscolare, cardiopolmonare, nervoso, immunitario ecc.) e mantenere il peso corporeo nella norma.
In aggiunta, è fondamentale praticare regolarmente attività fisica moderata, da soli o in compagnia, almeno 3-4 volte alla settimana, scegliendola in base alle proprie preferenze e potenzialità. È, ormai, ampiamente dimostrato che il movimento esercita innumerevoli effetti benefici e riequilibranti, sia sul fronte dello stress mentale e del tono dell’umore sia sui sintomi fisici della tensione, contribuendo a ridurre rigidità e contratture muscolari, a migliorare la digestione e la funzionalità dell’intestino, a contrastare la sensazione di debolezza e ad aumentare la resistenza alla fatica.
Un altro aspetto cruciale sia per contrastare lo stress sia per rinforzare il sistema immunitario è il sonno: dormire un numero di ore sufficiente ogni notte (almeno 6-7 ore) in modo sereno e continuativo è, infatti, indispensabile per permettere all’organismo di recuperare energie e rigenerarsi a tutti i livelli, mettendo nelle migliori condizioni fisiche e psicologiche per affrontare gli impegni della giornata, combattere le infezioni e reagire in modo adeguato alle sollecitazioni esterne e interne. Di converso, si può dire che un sonno scarso o di scarsa qualità costituisce uno dei più significativi fattori di stress per l’organismo.
Per aumentare la resistenza allo stress in modo più mirato, si possono praticare diverse tecniche di rilassamento, come la mindfulness, lo yoga, il tai-chi, la meditazione ecc., oppure semplicemente dedicarsi alle attività preferite o rilassarsi ascoltando musica o passeggiando in mezzo alla natura.
Nutrirsi in modo sano, praticare attività fisica e dormire bene non aiuta solo a combattere lo stress, ma ha anche effetti “immunostimolanti”, contribuendo al rafforzamento delle difese immunitarie. Sul piano dietetico, soprattutto durante il cambio di stagione e l’arrivo dei primi freddi, dovrebbero essere privilegiati alimenti freschi, ricchi di vitamine con elevato potere antiossidante (vitamina A, C ed E), contenute in frutti e verdure facilmente accessibili in autunno-inverno, come arance, limoni, kiwi, mele, frutta secca, carote, zucca, spinaci e broccoli, nonché negli oli di oliva e di vari tipi di semi (girasole, mais, soia ecc.), nel pesce e negli oli di pesce, nelle uova, e nei latticini (formaggi, burro).
Oltre alle vitamine, è importante assicurarsi anche il giusto apporto di sali minerali, come il potassio, importante per garantire il buon funzionamento del sistema nervoso e muscolare, il calcio, essenziale per la salute delle ossa, e il magnesio, che aiuta a contrastare la debolezza e la stanchezza tipici dei periodi di maggiore stress.
Infine, visto il ruolo svolto dal microbiota intestinale nel favorire un buon funzionamento del sistema immunitario, è importante garantirne una corretta composizione o ripristinarla in caso di alterazioni indotte per esempio dallo stress. A questo scopo è utile assumere, nelle quantità indicate sulle confezioni dei diversi preparati disponibili in commercio o consigliate dal medico di famiglia, prodotti a base di probiotici (come per esempio alcuni ceppi di fermenti lattici vivi) e/o prebiotici (come i frutto-oligosaccaridi), che favoriscono l’equilibrio della flora batterica intestinale.