L’acidità di stomaco e il reflusso gastroesofageo (MRGE) sono disturbi diffusi nella popolazione occidentale, spesso causati da abitudini alimentari e uno stile di vita che ostacolano la digestione. Per risolvere questi problemi gastrici e proteggere l’intestino è fondamentale apportare cambiamenti nell’alimentazione, nelle abitudini e, se necessario, considerare l’uso di farmaci antiacidi e probiotici.

Reflusso gastrico

Il reflusso gastrico è un disturbo legato a un’eccessiva produzione di acido cloridrico (HCl) dalla mucosa gastrica. Questa produzione può essere stimolata da vari fattori, tra cui l’alimentazione, lo stress e l’uso di sostanze stimolanti come la caffeina e la nicotina.

In condizioni normali, l’acido cloridrico svolge un ruolo fondamentale nella preparazione dei cibi per la digestione. Tuttavia, quando viene prodotto in eccesso, può causare problemi digestivi. L’acido in eccesso può irritare le pareti dello stomaco e indebolire il cardias, ossia la valvola che separa lo stomaco dall’esofago. Ciò può facilitare il ritorno dell’acido gastrico nell’esofago e nella gola, provocando infiammazioni.

Questo disturbo è associato a sintomi caratteristici, tra cui

  • bruciore e dolore al centro del torace
  • dolore nella parte superiore della schiena,
  • fitte allo stomaco,
  • mal di gola e tosse persistenti,
  • difficoltà nella deglutizione,
  • sonno disturbato
  • sgradevole sapore in bocca al risveglio.
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Pasti ricchi di proteine e grassi animali, eccessivamente elaborati o abbondanti, soprattutto durante la sera, insieme a scarsa attività fisica o al suo svolgimento in momenti inappropriati, stress, eccessivo peso corporeo, fumo e consumo di alcol, stili di vita frenetici e sonno insufficiente sono i principali nemici del benessere di stomaco e intestino, spesso associati ai disturbi gastrointestinali.

Se si soffre di iper-acidità di stomaco o MRGE, il miglioramento a lungo termine richiede un cambiamento nelle abitudini di vita. L’introduzione di terapie farmacologiche mirate o altri trattamenti dovrebbe essere considerata solo se le modifiche pratiche non riescono ad alleviare il disagio.

È importante notare che l’uso occasionale o a breve termine di farmaci antacidi, in particolare gli inibitori di pompa protonica (PPI), è sicuro e ben tollerato. Tuttavia, l’uso prolungato o inappropriato può causare effetti collaterali. Prima di considerare questi rimedi anti-reflusso, è consigliabile consultare un medico, anche se sono disponibili senza prescrizione medica.

Consigli anti-reflusso

Il reflusso gastrico può essere ostacolato e prevenuto seguendo una serie di buone pratiche quotidiane. Una dieta equilibrata, l’attività fisica regolare, il riposo adeguato, uno stato d’animo rilassato e l’astensione da fumo, caffeina e alcol sono tutti fattori chiave che possono ridurre significativamente il rischio di problemi di acidità di stomaco e MRGE.

Alimentazione: la dieta svolge un ruolo fondamentale nel favorire o prevenire il reflusso. Limitare il consumo di cibi che possono peggiorare il reflusso è consigliabile. Questi includono intingoli, fritti, salse, sughi, besciamelle, piatti molto saporiti, speziati, insaccati, formaggi grassi, menta, anice, cioccolato e caffè. La cucina etnica dovrebbe essere consumata con moderazione, soprattutto a cena, a causa della presenza di spezie e salse. Frutta acida e verdure crude dovrebbero essere consumate con attenzione e possibilmente dopo una breve cottura.

Bevande: limitare il consumo di bevande gassate, alcol, caffeina e succhi di frutta, e bere principalmente acqua naturale a temperatura ambiente. Il latte può essere bevuto con moderazione, ma evitate di berlo prima di coricarvi. Optate per camomilla o tisane rilassanti se desiderate una bevanda calda prima di dormire.

Modo di mangiare: mangiate lentamente, in un ambiente tranquillo, senza distrazioni. La masticazione accurata è fondamentale per prevenire l’ingestione di aria durante il pasto. Indossare cinture o indumenti stretti intorno all’addome dovrebbe essere evitato, poiché può contribuire al reflusso.

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Attività fisica: l’esercizio fisico regolare favorisce la digestione e riduce lo stress. Dopo i pasti, evitate di rimanere seduti o di coricarvi immediatamente. Una breve passeggiata di almeno 15 minuti può aiutare la digestione. Evitate l’attività fisica intensa subito dopo aver mangiato e optate per un periodo di attesa di almeno 3-4 ore dopo il pasto.

Controllo del peso: mantenere un peso corporeo sano è importante, poiché l’eccesso di peso, in particolare nella zona addominale, può aumentare il rischio di MRGE. La perdita di peso può spesso alleviare i sintomi del reflusso.

Sonno e stress: dormire bene è essenziale per il benessere generale. Per ridurre il disagio notturno causato dal reflusso, sollevate il materasso sotto la testa di almeno 10 cm. Dormire dal lato destro può aiutare il flusso del cibo dallo stomaco all’intestino. Ridurre lo stress attraverso pratiche di rilassamento come la meditazione, il yoga, il tai-chi o il massaggio può contribuire a migliorare la qualità del sonno e la digestione.

Fumo: l’abitudine di fumare dopo i pasti, spesso accompagnata da caffè, può amplificare l’acidità gastrica e il reflusso. Abbandonare questa pratica è consigliabile, e si può optare per il caffè decaffeinato e ridurre la nicotina.

Seguire questi consigli può contribuire notevolmente a prevenire e gestire il reflusso gastrico, migliorando la vostra qualità di vita. Consultate sempre un professionista medico se i sintomi persistono o peggiorano.

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Farmaci antiacido e antireflusso

Nelle forme moderate o gravi di malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE), che non rispondono ai cambiamenti dello stile di vita e agli accorgimenti pratici precedentemente menzionati, diventa essenziale considerare una terapia farmacologica con antiacidi.

I farmaci più comunemente impiegati in queste situazioni sono gli inibitori di pompa protonica (PPI). La scelta del dosaggio e della durata del trattamento varia a seconda della gravità del disturbo e dalla presenza di lesioni nella mucosa dello stomaco o dell’esofago. In caso di modesta infiammazione come gastrite o esofagite, il trattamento con PPI può estendersi da 2 a 4 settimane o anche oltre 8 settimane. Nei casi di ulcera duodenale, è previsto un trattamento con PPI per almeno 4-8 settimane.

In alcuni casi, i PPI possono essere somministrati per 1-2 settimane in combinazione con un trattamento antibiotico mirato per l’eradicazione di Helicobacter pylori, il batterio responsabile della maggior parte delle ulcere gastriche. 

In situazioni preventive, come quando è necessario assumere costantemente farmaci noti per aumentare la secrezione acida gastrica o ridurre la protezione dello stomaco (come farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), acido acetilsalicilico o corticosteroidi), i PPI possono essere prescritti dal medico per periodi prolungati, che possono durare mesi o persino anni.

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Disbiosi intestinale da PPI

In genere, un breve trattamento con PPI di alcune settimane non solleva particolari preoccupazioni. Ma il prolungarsi della terapia può comportare fastidi che coinvolgono fino a una persona su dieci, tra cui nausea, vomito, diarrea, dolori addominali, stipsi, gonfiore addominale e mal di testa. 

Tali effetti collaterali diventano più comuni e gravi se la terapia si protrae nel tempo, colpendo circa il 50% delle persone che assumono PPI per più di 6 mesi.

Gran parte di questi effetti collaterali sono intrinseci al meccanismo d’azione dei PPI, che riducono l’acidità gastrica e aumentano il pH dello stomaco e dell’intestino superiore. Questo cambiamento di pH può alterare l’equilibrio del microbiota intestinale, portando a disbiosi e aumentando il rischio di infezioni gastroenteriche, specialmente da parte di batteri patogeni come Clostridium difficile, Salmonella, Campylobacter e virus responsabili di gastroenteriti.

La disbiosi è una condizione in cui i batteri “protettivi” normalmente presenti nell’intestino vengono parzialmente sostituiti da batteri potenzialmente dannosi. Un tipo particolare di disbiosi è la SIBO (sovraccrescita batterica nell’intestino tenue). Si verifica quando i batteri che normalmente si trovano nel colon risalgono nell’intestino tenue e si moltiplicano in modo anormale, causando disturbi intestinali. L’uso prolungato di inibitori della pompa protonica può causare entrambi i tipi di disbiosi.

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Probiotici per proteggere l’intestino

È possibile salvaguardare l’intestino durante la terapia con inibitori di pompa protonica? Come abbiamo visto, lunghe terapie con inibitori di pompa protonica possono alterare l’equilibrio naturale dell’intestino, rendendolo più suscettibile a infezioni e malattie. Un utilizzo oculato dei probiotici può contrastare gli effetti negativi di tale terapia.

Alcuni probiotici hanno dimostrato di contrastare la crescita eccessiva di batteri nell’intestino e di influenzare positivamente la produzione di acidi grassi a catena corta, rilevanti nella prevenzione di problemi come la SIBO o infezioni intestinali, come quella da C. difficile.