Una ricerca della Beijing Technology & Business University pubblicata sulla rivista Food Science & Nutrition illustra come la quinoa possa contribuire con una certa rilevanza a promuovere una flora (più propriamente detta microbiota) intestinale sana, con effetti importanti sulla nostra salute. 

I benefici in tal senso della quinoa non sono propriamente una novità clamorosa, dal momento che l’effetto positivo di cereali integrali e fibre alimentari è ormai noto; tuttavia, da questo studio emerge per la prima volta che il consumo della quinoa possa avere un’azione prebiotica, promuovendo la crescita a livello intestinale di batteri benefici per l’uomo. 

I prebiotici sono infatti, più in generale, sostanze alimentari non digeribili dall’organismo umano, che possono essere fermentate da alcuni batteri intestinali nel colon, favorendo così l’equilibrio del microbiota intestinale

Le proprietà della quinoa

Esistono più di 6000 varietà di quinoa, una pianta originaria del Sud America. Rientra tra i cosiddetti alimenti “funzionali”, ovvero quei cibi che, grazie a componenti naturalmente presenti al loro interno, svolgono un effetto benefico per l’organismo. 

La quinoa, in particolare, è caratterizzata da un alto contenuto di proteine, è ricca di amido, di vitamine (soprattutto quelle del gruppo B) e di sali (in particolare magnesio, ferro e zinco). I suoi effetti positivi per la salute umana sono stati osservati soprattutto per quanto riguarda la prevenzione di patologie come il diabete e le malattie cardiovascolari.

Meglio cotta o cruda?

I ricercatori hanno inizialmente confrontato gli effetti della quinoa cotta o cruda sul microbiota intestinale, scoprendo che quella cruda viene digerita meno facilmente dall’organismo e fornisce quindi maggiori quantità di materiale fermentabile dai microbi intestinali. 

Entrando più nello specifico, si è osservato che, durante la fermentazione della quinoa, i batteri intestinali sono in grado di produrre acidi grassi a catena corta benefici per la salute, come per esempio l’acido propionico e l’acido butirrico.

I ricercatori hanno poi osservato che, durante la fermentazione della quinoa, si è verificato un aumento del numero di batteri benefici per l’organismo, come per esempio microbi appartenenti al genere Collinsella, che in precedenti studi sono stati associati a una riduzione della gravità e dell’incidenza di disturbi tra cui il diabete di tipo I, l’obesità e le malattie infiammatorie intestinali.

Oltre alle proprietà benefiche già note della quinoa, questo pseudocereale sembra quindi avere anche un’importante attività prebiotica, che dovrà essere confermata in studi condotti direttamente sull’uomo.