L’insieme di tutti microrganismi che colonizzano il nostro intestino prende il nome di “microbiota intestinale”. Questo termine viene però spesso, ed erroneamente, utilizzato per indicare solo i batteri; in realtà la composizione del microbiota intestinale è molto variegata e ne fanno parte, seppur in misura minore, anche virus, parassiti e funghi (detti anche lieviti).

Sebbene le ricerche si siano finora maggiormente concentrate sui batteri, sta via via emergendo l’importanza anche di altre specie di microrganismi, virus in primis, presenti nel microbiota intestinale, ma ancora poco conosciute.

I principali componenti del microbiota intestinale

I batteri sono di fatto i microrganismi più rappresentati nel microbiota intestinale. La composizione e la struttura della popolazione batterica sono tuttavia estremamente variabili, sia tra individui diversi, sia all’interno di uno stesso organismo in relazione a fattori personali (età, sesso ecc.) e ambientali (dieta, assunzione di farmaci ecc.).
Numerosi studi hanno ampiamente dimostrato il loro coinvolgimento in disturbi e/o patologie intestinali (per esempio il morbo di Crohn) ma anche cardiovascolari, psichiatriche (depressione, ansia ecc.) o metaboliche (diabete di tipo 2, obesità ecc.).

Dopo i batteri, in termini di numerosità, troviamo i virus che, nel complesso, vanno a formare il cosiddetto “viroma intestinale”.

Benché il termine virus sia associato comunemente a infezioni o malattie in genere, il nostro organismo è colonizzato anche da ceppi virali che coesistono e spesso collaborano con quelli batterici (ma non solo) per il mantenimento della nostra salute.

Batteri e virus sono però molto diversi tra loro. Mentre i primi sono organismi viventi semplici, ma completi, in grado di svolgere autonomamente tutte le funzioni che ne permettono la sopravvivenza e la replicazione, i virus per vivere hanno bisogno di una cellula “ospite” da sfruttare. Sono oltre 1.500 i tipi di virus finora identificati a livello intestinale. Quale sia la reale dimensione del viroma umano è però ancora poco chiaro.

Di quello che si conosce, più del 90% è tuttavia composto da batteriofagi (o fagi) ossia “virus parassiti” che sfruttano i batteri per la loro replicazione. Come la popolazione batterica, anche quella virale cambia nel tempo.

Rispetto all’età adulta, il viroma nei primi anni di vita è infatti molto “dinamico”, nonostante la crescita della componente batterica ne comporti presto una notevole riduzione. Anche fattori esterni come il cibo influenzano le sue caratteristiche.
Batteri e virus interagiscono, quindi, rispettando in assenza di patologie un preciso equilibrio. In condizioni fisiologiche, la presenza dei virus stimola infatti una blanda risposta immunitaria, senza causare danni o sintomatologie conclamate, ma mantenendo le nostre difese sempre all’erta.

Ben al di sotto di batteri e virus sia per espressione intestinale sia per le nostre conoscenze a riguardo, troviamo infine i funghi.

Secondo alcuni studi anche questi microrganismi, in caso di una proliferazione eccessiva, sono coinvolti insieme ai batteri nello sviluppo di alcune patologie, come quelle infiammatorie croniche intestinali o, nel caso del lievito Candida albicans, nello sviluppo della candidosi.
Il microbiota intestinale è quindi una grande famiglia composta da diversi tipi di microorganismi che interagiscono tra loro e con l’organismo che li ospita per salvaguardarne lo stato di salute.