I medici preferiscono chiamarla gastrite acuta da stress e riguarda tutte quelle situazioni di forte stress organico che innescano reazioni fisiologiche a carico di diversi organi e apparati, tra cui appunto lo stomaco, con l’aumento della secrezione acida gastrica. Da tutto ciò deriva l’indebolimento e l’infiammazione della mucosa gastrica, che può essere seriamente danneggiata dall’acido cloridrico (HCl) e dagli enzimi digestivi, fino a sviluppare ulcere e sanguinamenti.

A causare questa grave forma di gastrite da stress possono essere interventi chirurgici, malattie severe, traumi significativi e condizioni che richiedono il ricovero in terapia intensiva o l’intubazione.

Tuttavia, gli studi condotti negli ultimi anni hanno confermato l’esperienza abbastanza comune che anche stress psicologici notevoli/persistenti o stati ansioso-depressivi non adeguatamente trattati possono associarsi a disturbi gastrici e danneggiare lo stomaco in vario modo.

In questi casi, se la conseguenza principale dello stress è il bruciore di stomaco, di norma accompagnato da iperacidità, si parla di gastrite da ansia e stress.

Ma come fare per essere certi che sia proprio lo stress e non una malattia organica non ancora diagnosticata a causare i sintomi gastrici? E una volta appurato che si tratta proprio di gastrite da stress, come curarla?

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Cos’è la gastrite

Per definizione, la gastrite è una condizione di infiammazione delle pareti dello stomaco che può essere indotta da molte cause.

A favorirne l’insorgenza possono essere alimenti o bevande molto acidi, irritanti o contenenti caffeina, farmaci o altre sostanze (primi tra tutti il fumo di sigaretta e gli acolici) che aumentano la secrezione acida gastrica oppure che interferiscono con i meccanismi fisiologici di protezione della mucosa gastrica (per esempio, la produzione di prostaglandine protettive, tipicamente inibita dai farmaci antinfiammatori non steroidei, FANS).

Un’altra diffusa causa di gastrite è l’infezione da Helicobacter pylori, batterio un tempo all’origine di molti casi di ulcera peptica, oggi evitabile grazie alla diagnosi tempestiva e a terapie antibiotiche associate a gastroprotettori (in particolare, inibitori della pompa protonica, PPI) che permettono di eradicarlo efficacemente in poche settimane.

Forme di gastrite poco comuni possono essere legate anche alla presenza di malattie autoimmuni o immunomediate che comportano aumentata produzione di istamina, reclutamento di cellule infiammatorie e liberazione di mediatori dell’infiammazione a livello gastrointestinale, come la colite ulcerosa, la malattia di Crohn, l’asma allergica eosinofila, le allergie alimentari, la tiroidite di Hashimoto, il diabete di tipo 1 ecc.

A parità di eventi stressanti, che siano fisici o psicologici, alimenti o farmaci assunti, gli anziani possono sviluppare gastrite più facilmente dei giovani perché con l’invecchiamento la mucosa gastrica tende ad assottigliarsi, a rinnovarsi in modo meno efficiente e a essere meno protetta nei confronti dell’azione lesiva degli acidi gastrici.

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Gastrite acuta, gastrite cronica

La gastrite può essere acuta o cronica. Nel primo caso, si tratta di infiammazioni della mucosa gastrica più o meno intense, ma di breve durata (alcuni giorni o settimane), generalmente legate a fattori scatenanti transitori, com’è appunto il caso della gastrite da stress organico associato a un intervento chirurgico, a un grave trauma/ustione o a una malattia severa acuta.

La gastrite è, invece, definita cronica quando tende a essere presente per lunghi periodi (mesi o anni), generalmente a causa della persistenza dei fattori che la inducono (fumo, eccessivo consumo alcolico, stress cronico, ansia-depressione non compensate, assunzione di farmaci gastrolesivi necessari per la cura di un’altra patologia, presenza di una malattia organica cronica associata a infiammazione della mucosa gastrointestinale ecc.).

Quando, oltre all’eccessiva produzione di acido gastrico, è presente anche una certa “debolezza” del cardias (la valvola che separa la parte superiore dello stomaco dall’esofago), la gastrite da stress o di altra natura può essere accompagnata anche da reflusso gastroesofageo.

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Stress e gastrite: il legame

L’associazione tra stress e bruciore di stomaco è ben nota e ampiamente sperimentata in persone di ogni età, in ogni parte del mondo. Ma da che cosa dipende?

L’origine è tutt’altro che intuitiva. Nel caso di forti stress organici o psicologici le cellule presenti nelle pareti dello stomaco sono stimolate a liberare idrogeno nel lume, con conseguente aumento della quantità di acido cloridrico (HCl) e riduzione del pH gastrico, che scende anche sotto 2.0, rispetto a un valore medio di pH 4.0.

In condizioni fisiologiche, cioè normali, l’acido gastrico è necessario per iniziare la disgregazione grossolana degli alimenti e per attivare gli enzimi digestivi che liberano i carboidrati, gli aminoacidi e i grassi presenti nei cibi e che saranno poi completamente digeriti e assorbiti nel primo tratto dell’intestino, grazie all’azione di succhi pancreatici e acidi biliari. Quando è prodotto in eccesso, però, l’HCl diventa dannoso perché aggredisce le pareti dello stomaco, irritandole, soprattutto quando si è a digiuno.

A stimolare la secrezione acida gastrica sono soprattutto tre sostanze prodotte dall’organismo:

  • l’acetilcolina (ACH), un neurotrasmettitore rilasciato dalle terminazioni viscerali del nervo vago (il X nervo cranico in gran parte responsabile delle risposte gastroenteriche e vascolari agli stati emotivi);
  • la gastrina, un ormone prodotto dalle cellule G presenti nell’antro dello stomaco (la parte bassa che precede il piloro) su sollecitazione degli aminoacidi liberati dalle proteine alimentari;
  • l’istamina secreta dai mastociti presenti nei tessuti che circondano lo stomaco.

Nell’insorgenza della “gastrite da nervoso” è soprattutto l’acetilcolina a giocare un ruolo diretto. Inoltre, vanno considerati l’indebolimento delle difese dello stomaco e l’aumento dei processi ossidativi dannosi conseguenti alla riduzione dell’irrorazione sanguina della mucosa gastrica, dovuta all’aumentata liberazione di angiotensina II (un ormone che regola la funzionalità vascolare e la pressione arteriosa) in risposta allo stress.

Non si deve, poi, trascurare l’impatto negativo indiretto di comportamenti sfavorevoli per la funzionalità gastrica promossi dall’ansia e dal nervosismo come, per esempio, un maggior riscorso al fumo o agli alcolici, l’assunzione di farmaci o sostanze per ottenere un effetto calmante o per sedare sintomi legati alla tensione psicologica (come crampi muscolari o mal di testa), il consumo di alimenti “gratificanti” ma poco digeribili (come snack salati, dolci, creme, fritti, cibi grassi, speziati, piccanti ecc.), l’iperattività e l’insonnia.

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Microbiota intestinale e stress: un legame sottovalutato

Negli ultimi anni la ricerca scientifica ha messo in luce l’esistenza di un forte legame tra il microbiota intestinale e la salute mentale, in particolare in relazione allo stress.

Il nostro intestino ospita circa 100 trilioni di batteri, che sono essenziali per la digestione, la produzione di nutrienti e la regolazione del sistema immunitario. Tuttavia, questo ecosistema è estremamente sensibile e può essere facilmente perturbato da fattori esterni, come lo stress. Quando siamo sottoposti a situazioni di stress, il nostro corpo attiva una serie di risposte fisiologiche che possono portare a una condizione nota come disbiosi, un’alterazione della composizione del microbiota.

Stress e disbiosi: un circolo vizioso

Lo stress cronico può indurre cambiamenti significativi nella composizione del microbiota intestinale. Alcuni studi hanno dimostrato che lo stress può aumentare la presenza di batteri patogeni e ridurre i batteri benefici, contribuendo a una serie di problemi di salute, tra cui disturbi gastrointestinali e disturbi dell’umore.

Un altro aspetto cruciale da considerare è il ruolo dell’infiammazione. Lo stress attiva il sistema immunitario, portando alla produzione di citochine infiammatorie come l’IL-17A. Queste molecole non solo amplificano la risposta allo stress, ma possono anche influenzare la composizione del microbiota. In questo modo, si crea un circolo vizioso: lo stress altera il microbiota, che a sua volta può influenzare la risposta allo stress e il nostro stato emotivo.

La dieta gioca quindi un ruolo fondamentale nel modulare gli effetti dello stress sul microbiota. Una dieta ricca di fibre, probiotici e nutrienti essenziali può aiutare a mantenere un microbiota sano e a mitigare gli effetti negativi dello stress. Tuttavia, con i cambiamenti climatici e le variazioni ambientali, è possibile che anche la composizione del microbiota subisca modifiche, rendendo ancora più importante prestare attenzione alla nostra alimentazione.

La comprensione del legame tra microbiota intestinale e stress apre nuove strade per lo sviluppo di terapie mirate. La ricerca suggerisce che la modulazione del microbiota attraverso probiotici o cambiamenti dietetici potrebbe rappresentare un approccio promettente per affrontare i disturbi legati allo stress e migliorare la salute mentale.

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Sintomi della gastrite nervosa

I sintomi della gastrite da stress sono sostanzialmente analoghi a quelli delle gastriti indotte da altre cause, salvo per il fatto che i fastidi a livello dello stomaco (bruciore, dolore, iperacidità, senso di peso, nausea) sono accompagnati anche da nervosismo, agitazione, stanchezza, ansia e/o depressione, difficoltà a concentrarsi e a prendere decisioni.

Il connubio tra ansia e acidità di stomaco è pressoché inevitabile, mentre gastrite e reflusso da stress si riscontrano in associazione soprattutto in persone predisposte o che modificano sensibilmente le proprie abitudini alimentari e di vita a causa del particolare periodo emotivo che stanno attraversando. Basta aumentare la quantità di cibo consumata la sera o assumere piatti più elaborati e difficili da digerire del solito, concludere la cena con un caffè o un superalcolico per andare incontro, oltre che a iperacidità e dispepsia, anche a reflusso gastroesofageo durante la notte.

Tra i sintomi di gastrite nervosa c’è il dolore al petto, generalmente al centro del torace, subito sotto o dietro lo sterno: si tratta di una manifestazione particolarmente subdola perché può essere facilmente confusa con il dolore tipico dell’infarto miocardico. Per distinguerli si devono considerare soprattutto:

  • intensità del dolore/bruciore: se è modesta probabilmente la causa è gastrica, mentre se è notevole è preferibile chiamare subito il medico o rivolgersi al Pronto soccorso;
  • tempi di insorgenza: se il dolore insorge gradualmente è più probabile che si tratti di cattiva digestione, se è repentino e violento è più probabile che sia un infarto o un attacco di angina;
  • presenza di altri sintomi: se sono presenti malessere generale, sudorazione, difficoltà a respirare e dolore che si irradia al braccio sinistro, fino alle dita, o alla schiena si deve chiamare subito il medico o rivolgersi al Pronto soccorso.

In caso di disturbi persistenti di gastrite da stress, sintomi e cura dovrebbero essere valutati dal medico, soprattutto quando i comuni rimedi da banco o gli approcci “naturali” contro il bruciore di stomaco non offrono sollievo.

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Gastrite da stress: quali farmaci?

Benché la gastrite sia spesso dovuta a cause non gravi, quando i sintomi tendono a essere abbastanza intensi e/o a persistere per più giorni è sempre bene consultare il medico per una valutazione. Dopo aver escluso possibili condizioni organiche meritevoli di terapia specifica all’origine del disturbo ed esaminato i possibili fattori scatenanti eliminabili (fumo, alcol ecc.), si potrà ricorrere a diversi rimedi per la gastrite da stress, farmacologici o “naturali”.

I farmaci contro la gastrite da stress sono indirizzati a due obiettivi: in tutti i casi, ridurre la secrezione acida e i sintomi gastrici conseguenti, per offrire un sollievo immediato; se necessario, alleviare la tensione nervosa per disinnescare il legame tra stress e gastrite a medio-lungo termine.

Per ridurre i fastidi della gastrite da stress, i farmaci indicati in via preferenziale sono i PPI: antiacidi di dimostrata efficacia, che agiscono inibendo la pompa protonica presente nelle pareti dello stomaco, da cui dipende la liberazione di acido nel lume.

Il gruppo dei farmaci PPI comprende diverse molecole caratterizzate da diversa potenza d’azione e somministrabili a basso, medio o alto dosaggio, in relazione alla gravità del disturbo e alla sensibilità individuale. In genere, sono proposti in capsule o compresse gastroresistenti e devono essere assunti per almeno due settimane per ottenere un risultato apprezzabile, ma in caso di gastrite severa, ulcera o reflusso gastroesofageo, è necessario proseguire il trattamento per circa 4-8 settimane.

I PPI devono essere assunti dopo valutazione medica, secondo i dosaggi e le tempistiche indicati, anche se si utilizzano formulazioni che possono essere acquistate senza ricetta. Questa raccomandazione vale soprattutto per gli anziani e per le persone che stanno già assumendo farmaci per la cura di altre patologie, dal momento che la riduzione dell’acidità gastrica può interferire con l’assorbimento e/o l’attività di altri principi attivi, modificandone il potenziale terapeutico.

Come seconda scelta, in alternativa ai PPI, si possono utilizzare antiacidi inibitori dei recettori H2 dell’istamina: in questo caso, l’effetto che si ottiene è una minore liberazione di acido nel lume dello stomaco, con conseguente riduzione dell’irritazione gastrica e del bruciore.

Quando sono presenti gastrite e reflusso da stress può essere preferibile ricorrere a preparati che, oltre ad avere un’azione antiacida, sono in grado anche di formare uno strato di “gel” protettivo che ostacola la risalita dei succhi gastrici verso l’esofago (per esempio, grazie alla presenza di alginati).

Quando la componente psicologica è predominante, in aggiunta a rimedi antiacidi e gastroprotettivi, contro la gastrite da ansia e stress il medico può suggerire anche il ricorso a farmaci antidepressivi, in particolare della classe degli inibitori del recupero della serotonina (SSRI) a basso dosaggio, per rimuovere almeno in parte l’origine del problema e facilitarne la risoluzione. Questi farmaci devono essere sempre assunti sotto controllo medico, sia perché si tratta di medicinali da prescrizione sia perché possono essi stessi causare disturbi gastroenterici nei soggetti sensibili a questo livello.

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Gastrite da stress: i rimedi naturali

Bruciore di stomaco e stress sono un’accoppiata spesso difficile da sciogliere ricorrendo esclusivamente ai farmaci. In caso di “gastrite ansiosa”, i sintomi possono essere alleviati meglio ricorrendo anche a rimedi naturali e approcci non farmacologici, orientati al rilassamento e ad allentare la tensione psicofisica.

Tra i rimedi naturali per la gastrite da stress si possono assumere tisane lenitive e antinfiammatorie a base di camomilla, tiglio, altea o malva con un po’ di limone o miele (la sera prima di coricarsi e durante la giornata) oppure il gel di Aloe vera al 100% (preferibilmente al mattino a stomaco vuoto). Se non si soffre di ipertensione, si può assumere anche liquirizia, in losanghe o tisane, con moderazione.

Anche il ricorso ad alcune tecniche di rilassamento può favorire il benessere psicologico e aiutare ad alleviare le ripercussioni dell’ansia e dello stress sullo stomaco. Per esempio, si possono provare: lo yoga; la meditazione; il tai-chi; il rilassamento muscolare progressivo e lo stretching; l’agopuntura; la respirazione guidata e il biofeedback; il training autogeno; i massaggi e gli impacchi caldi (soprattutto, a spalle e collo).

Un ulteriore consiglio è praticare regolarmente attività fisica moderata, da scegliere in relazione alle preferenze individuali e da svolgere possibilmente in mezzo al verde per potenziare l’azione rilassante a livello fisico e mentale. Il movimento quotidiano aiuta anche a contrastare l’insonnia e a migliorare globalmente il processo digestivo e la funzionalità intestinale.

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Gastrite da stress: cosa mangiare

Anche se la tensione nervosa è una componente predominante della gastrite da stress, nella cura gioca un ruolo chiave anche l’alimentazione. In generale, la dieta per la gastrite da stress deve essere varia ed equilibrata, basata su cibi freschi, preferibilmente crudi o poco cotti (se risultano digeribili) oppure cucinati al vapore, ai ferri, al forno, con limitate quantità di condimenti (in particolare, olio extra vergine d’oliva) e senza parti carbonizzate.

Carboidrati complessi, come pasta, riso, patate, cereali per la colazione senza additivi (corn flakes, riso soffiato, avena ecc.) sono perfetti, a patto di non abbinarli a salse, sughi, creme dolci o salate, cioccolato o marmellate acide che promuovono le secrezioni gastriche e ostacolano la digestione.

Pesce e carni bianche possono essere consumati senza problemi, abbinati sia a verdure digeribili sia a carboidrati, mentre nel caso dei legumi (ottima fonte di proteine vegetali), ciascuno deve valutare la digeribilità a livello soggettivo, in termini sia di acidità gastrica sia di tollerabilità intestinale.

Anche per frutta e verdura vale il principio dell’abitudine al consumo e della tollerabilità. In alcuni casi, frutta e verdura che causano bruciore di stomaco da crudi sono ben tollerati dopo la cottura (soprattutto se bolliti, al vapore o al cartoccio).

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Gastrite da stress: cosa non mangiare

Chi soffre di gastrite da ansia, o di altra natura, sicuramente deve evitare: i fritti, le panature e i gratinati; i cibi grassi e/o molto salati in generale (quindi, carni e formaggi grassi, i salumi, gli snack dolci o salati ecc.), le salse (specie se speziate o con aceto), i sughi (in particolare, quelli al pomodoro, i ragù e tutti gli intingoli), le frittate, le spezie piccanti (peperoncino, pepe, senape, curry e paprica piccanti ecc.), il kren, lo zenzero, i sottaceti e gli agrodolci.

Tra le verdure, quelle che notoriamente peggiorano qualsiasi tipo di gastrite, “da nervoso” o meno, sono soprattutto cavoli, verze, cavolini di bruxelles, rape, rapanelli, pomodori (specie se non abbastanza maturi), cipolle, peperoni, aglio, ma anche la rucola e alcuni radicchi.

Anche i frutti acidi, per loro natura (agrumi, ribes, uva spina, pesche ecc.) o perché troppo acerbi (banane, uva, fragole ecc.), o che peggiorano soggettivamente i sintomi della gastrite da stress dovrebbero essere consumati con cautela. Proprio da evitare, invece, i succhi di frutta industriali di qualsiasi tipo, oltre a bibite gassate e/o con caffeina, il caffè, gli aperitivi e gli alcolici. Inoltre, sia i cibi sia le bevande, non dovrebbero mai essere consumati troppo freddi.

Oltre a prestare attenzione a determinati cibi, se la gastrite è da stress lavorativo, si dovrebbero adottare alcune strategie comportamentali durante e dopo i pasti per favorire una migliore digestione. In particolare, si dovrebbe mangiare in un posto confortevole (quindi, non in ufficio o davanti al computer), senza rumori fastidiosi né troppa gente intorno, cercare di allentare la tensione prima di iniziare il pasto (per esempio, facendo una breve passeggiata, ascoltando musica o pensando a cose piacevoli) e stare a distanza dallo smartphone per tutto il tempo del pasto.

Inoltre, vale la regola ben nota di masticare bene, a bocca chiusa, senza fretta ed evitando conversazioni concitate o pensieri che facciano innervosire. Mangiare in compagnia può aiutare ad allentare la tensione e digerire meglio, ma soltanto se è realmente desiderata e gradevole. Anche dopo il pasto, può essere utile passeggiare per 10-15 minuti prima di rimettersi al lavoro.

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