Gli animali domestici, primi fra tutti i cani, sono a tutti gli effetti membri della famiglia. Per questo motivo anche la loro salute è oggetto di attenzione da parte dei proprietari, che si prodigano per far vivere al proprio cane una vita sana e felice.
Tra i temi ricorrenti all’interno dell’ambiente veterinario, vi è quello del benessere dell’intestino e più in generale dell’apparato gastrointestinale, spesso colpito da lievi malesseri, fastidi e malattie vere e proprie.
Per migliorare la salute gastrointestinale dei nostri amici a quattro a zampe è importante conoscere l’intestino e lo stomaco dei nostri cani e in particolare l’insieme di microbi che li popolano. Vediamo quindi insieme cos’è il microbiota e come mantenerlo in buona salute.
Il microbiota
Il microbiota gastrointestinale del cane è formato da una complessa comunità di microrganismi, tra cui batteri, funghi, archea, protisti e virus, che vivono in un rapporto di simbiosi e di reciproco e mutuo scambio di vantaggi con l’organismo che li ospita. I batteri e tutti gli altri microrganismi, infatti, utilizzano le sostanze nutritive che arrivano dalla digestione dell’ospite, che a sua volta trae benefici dalle attività metaboliche del microbiota. In particolare, alcuni prodotti del metabolismo svolto dai batteri, come i cosiddetti SCFA (acidi grassi a catena corta), gli acidi biliari secondari e i metaboliti di un aminoacido, il triptofano, sono mediatori chiave che influenzano la salute e il benessere dell’ospite, svolgendo alcune funzioni vantaggiose, come per esempio la difesa contro i patogeni intestinali o il miglioramento delle funzioni di barriera svolte dall’intestino.
Per poter mantenere una buona salute intestinale o addirittura migliorarla, è quindi necessario assicurarsi che il microbiota si mantenga sano e che la sua composizione sia ottimale. I batteri e i microrganismi che lo compongono, infatti, seppur con qualche differenza tra i diversi animali, devono comunque rispettare una certa varietà sia in termini di specie sia in termini di quantità. Quando questo equilibrio si rompe, ovvero quando prevalgono alcune specie su altre o subentrano specie dannose per l’organismo, ecco che compaiono anche malesseri, disturbi e malattie. Questo stato di disequilibrio del microbiota si chiama disbiosi.
La disbiosi può essere caratterizzata da:
- riduzione della diversità batterica
- perdita di batteri benefici
- proliferazione di patogeni.
Queste alterazioni del microbiota intestinale, molto conosciute nell’essere umano, sono state osservate anche in gatti e cani affetti da disturbi intestinali, come enteropatie croniche, malattie infiammatorie intestinali (IBD), diarrea acuta non complicata e sindrome da diarrea emorragica acuta.
Nei cani con IBD, per esempio, è stato riscontrato un aumento di Gammaproteobacteria e una diminuzione di Erysipelotrichia, Clostridia e Bacteroidia. In altri studi si è visto un aumento di Sutterella e Clostridium perfringens e una diminuzione di Blautia, Ruminococcaceae e Turicibacter.
Probiotici e prebiotici per il benessere intestinale
Come possiamo intervenire per assicurarci che il microbiota del nostro cane sia in equilibrio? Uno degli approcci più studiati, messi in pratica e diffusi si basa sull’utilizzo dei probiotici.
I probiotici, secondo la definizione ufficiale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono “microrganismi vivi (come batteri e lieviti) che si sono dimostrati in grado, una volta ingeriti in adeguate quantità, di esercitare funzioni benefiche per l’organismo”.
Gli alimenti e gli integratori contenenti probiotici sono invece definiti come prodotti che “contengono, in numero sufficientemente elevato, microrganismi probiotici vivi e attivi, in grado di raggiungere l’intestino, moltiplicarsi ed esercitare un’azione di equilibrio sulla microflora intestinale mediante colonizzazione diretta, cioè insediandosi e aderendo direttamente alle pareti dell’intestino.”
Specie e ceppi appartenenti ai generi Lactobacillus, Bifidobacterium, Enterococcus e Saccharomyces sono comunemente usati come probiotici in alimenti funzionali e integratori alimentari. I probiotici agiscono principalmente nel tratto gastrointestinale, ma possono mostrare i loro benefici non soltanto a livello intestinale, ma anche per il resto dell’organismo.
Diversi studi hanno dimostrato che i probiotici sono in grado di esercitare un’azione benefica in caso di IBD, diarrea associata agli antibiotici, cancro del colon, allergie, diabete di tipo 2 e dermatite atopica negli esseri umani.
Solo recentemente, l’utilizzo dei probiotici è stato introdotto anche per favorire la salute e il benessere degli animali domestici, con l’obiettivo di prevenire alcune malattie tipiche di cani e gatti, ma è sempre opportuno rivolgersi a un veterinario prima di iniziare un regime di integrazione con probiotici.
Ancora più recente in ambito veterinario è l’utilizzo di prebiotici, definiti come “composti non digeribili che, attraverso la loro metabolizzazione da parte dei microorganismi nell’intestino, modulano la composizione e/o l’attività del microbiota intestinale, conferendo quindi un effetto fisiologico benefico all’ospite”.
Ad oggi, alcuni studi hanno dimostrato che l’aggiunta di prebiotici nella dieta degli animali domestici possa portare benefici grazie alla loro capacità di modulare il microbiota intestinale e proteggere gli animali dalle infezioni enteriche.
Sono stati condotti diversi studi sull’utilizzo dei prebiotici nella dieta dei cani domestici: dai dati ottenuti è emerso per esempio che l’assunzione di inulina può ridurre il pH fecale e aumentare la popolazione di Bifidobatteri. Alcuni studiosi hanno poi dimostrato che i cani alimentati con una quantità relativamente piccola di fibre alimentari presentano alterazioni della struttura del microbiota intestinale, con una maggiore densità dei Firmicutes e una riduzione di Fusobacteria.
Un altro studio ha infine sottolineato come una supplementazione dietetica a base di di frutto-oligosaccaridi (FOS) induca effetti benefici e migliori la digeribilità di diversi minerali in tutto il tratto gastrointestinale del cane.
Le malattie intestinali dei cani
I cani possono manifestare diversi sintomi come vomito, diarrea, flatulenza, gonfiore, inappetenza e disidratazione, tutti segnali che indicano che qualcosa non va a livello gastrointestinale.
Le cause possono essere infezioni virali o batteriche, intossicazioni alimentari, stress, allergie, intolleranze.
Osservare attentamente gli indicatori di disagio intestinale è essenziale per una corretta gestione del problema. È importante inoltre prestare attenzione non solo ai sintomi fisici, ma anche al comportamento: l’osservazione di segni di disagio, come l’agitazione, la perdita di appetito o cambiamenti nelle abitudini di defecazione, può essere un indicatore precoce di problemi digestivi.
Le principali malattie dei cani che riguardano la sensibilità intestinale sono:
- gastrite
- colite
- enterite (infiammazione intestinale)
- peritonite (infiammazione del peritoneo)
- occlusione intestinale
- malassorbimento
- intolleranze alimentari
- sindrome dell’intestino irritabile (IBS)
- malattie infiammatorie intestinali (IBD).
Il malassorbimento
Il malassorbimento si verifica quando il cane non riesce ad assorbire adeguatamente i nutrienti presenti nel cibo. Le conseguenze di questo disturbo possono essere anche gravi fino alla morte per “inedia”, non perché il cane non mangia ma perché non riesce a trarre i nutrienti da ciò che ingerisce.
I sintomi per identificare il malassorbimento e i campanelli d’allarme che devono portarci immediatamente dal veterinario sono:
- perdita di peso
- aumento dell’appetito
- ingestione delle proprie feci (coprofagia)
- flatulenza/gas
- stanchezza
- perdita di pelo
- diarrea cronica
- rumori intestinali
- vomito.
Le cause del malassorbimento possono essere di vario tipo: insufficienza pancreatica esocrina (EPI), IBD, la sovracrescita batterica nell’intestino tenue (SIBO), l’intolleranza alimentare alle proteine, infezioni, parassiti e l’atrofia dei villi intestinali. In caso di diagnosi, è bene chiedere consiglio a un nutrizionista specializzato in alimentazione animale per sviluppare una dieta adatta alle esigenze specifiche del cane, evitando diete standard che potrebbero non essere adatte in caso di malassorbimento.
I trattamenti
Queste patologie richiedono trattamenti specifici, che devono essere stabiliti dal proprio veterinario dopo una visita di controllo e un’attenta e accurata diagnosi, che può richiedere anche esami di laboratorio e test di diagnostica per immagini.
Dopo aver definito la diagnosi, il medico consiglierà il trattamento e i rimedi più adeguati per offrire un po’ di sollievo dai disturbi al nostro amico a quattro zampe. La terapia potrebbe prevedere la somministrazione di antibiotici, l’utilizzo di probiotici o fermenti lattici e la messa a punto di una dieta alimentare specifica, come per esempio diete “detox” composte da alimenti poveri di grassi, come petto di pollo o tacchino bolliti, insieme a verdure come zucca e carote; inoltre, mantenere il cane idratato è essenziale per favorire il recupero.
Oltre a fermenti lattici, ricette casalinghe, probiotici e prebiotici, i veterinari possono consigliare anche la somministrazione di enzimi digestivi. Queste sostanze, presenti naturalmente nell’organismo di uomini e cani, sono utili perché decompongono i nutrienti presenti nel cibo, consentendo al corpo di assorbirli correttamente attraverso l’intestino.
Nei cani, così come negli esseri umani, diversi fattori possono influenzare negativamente la produzione o la funzione degli enzimi digestivi. Quando ciò avviene possono insorgere problemi digestivi come:
- produzione di feci grasse
- perdita di peso
- carenze nutrizionali.