La produzione di gas intestinale è un processo normale e, per la maggior parte delle persone sane, comporta un volume giornaliero tra 0,2 e 1,5 litri.

Questo gas è prodotto dalla fermentazione di carboidrati e altre sostanze non digeribili nell’intestino crasso da parte della microbiota intestinale, una complessa comunità di microrganismi che popola il nostro sistema gastrointestinale.

Tuttavia, un eccesso di gas può causare fastidiosi sintomi gastrointestinali come gonfiore, dolore addominale e flatulenza.

Composizione e origine del gas intestinale

La miscela è formata in parte da gas ingeriti con l’aria e in parte da prodotti gassosi della fermentazione degli alimenti da parte dei microrganismi (batteri e lieviti) presenti nell’intestino.

Infatti più del 99% del gas intestinale è composto da idrogeno, anidride carbonica e metano, i quali sono generalmente inodori.

Al contrario, l’odore sgradevole che si associa ai disturbi intestinali proviene da composti di zolfo presenti in quantità minime, come solfuro di idrogeno (H₂S), metantiolo e dimetilsolfuro, e minime quantità di acidi grassi (come l’acido butirrico).

La produzione di gas è attribuibile a gruppi di batteri specifici, tra cui Bacteroides, Ruminococcus e Roseburia, mentre i batteri metanogeni, come Methanobrevibacter smithii, contribuiscono alla produzione di metano.

Le possibili cause di un aumento del gas nell’intestino sono molteplici.

Una di queste è l’aerofagia, cioè l’eccessiva ingestione di aria dal naso e dalla bocca mentre parliamo o mangiamo. Ci sono poi i cambiamenti nel microbiota intestinale a seguito per esempio dell’assunzione di alcuni farmaci, come gli antibiotici.

Anche l’ingestione e la successiva digestione di alcuni alimenti, per esempio cibi grassi e ricchi di fibre, possono aumentare la produzione di gas. Così come un cattivo assorbimento di alcune sostanze, in particolare dei carboidrati.

Da non sottovalutare poi la presenza di altre patologie, tra le quali allergie e intolleranze alimentari, in particolare l’intolleranza al lattosio (nella quale è carente l’enzima lattasi, fondamentale per la digestione del lattosio), celiachia (cioè l’infiammazione cronica dell’intestino tenue dovuta a una reazione immunitaria all’assunzione di glutine), colite, sindrome del colon irritabile, gastrite, ernia iatale, ulcera peptica, angina addominale, patologie della colecisti, rettocolite ulcerosa, malattia di Crohn, diverticolite.

Infine un periodo difficile, uno stress eccessivo e altre condizioni psicologiche, come ansia e depressione, possono aumentare la produzione intestinale di gas.

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Alimenti responsabili dell’aumento di gas

Gli alimenti che causano maggiormente la produzione di gas sono quelli ricchi di carboidrati non digeribili, come legumi, alcune verdure e cereali integrali, ma anche alcuni frutti e prodotti caseari per chi è intollerante al lattosio.

Questi cibi contengono oligosaccaridi, come i fruttani e i polioli, che non vengono digeriti nello stomaco e nell’intestino tenue, ma vengono fermentati dai batteri nel colon, con conseguente produzione di gas.

Ecco un elenco completo di alimenti che favoriscono la flatulenza:

  • legumi (fagioli, fave, lenticchie, piselli e ceci)
  • cipolle
  • latte e latticini
  • castagne
  • carciofi, cavoli, broccoli, porro e cavolfiore
  • patate dolci
  • frutta (banane e mele, che sono ricche di fruttosio, un importante substrato per i batteri intestinali)
  • frutta secca (noci, noccioline, mandorle e anacardi)
  • funghi
  • lievito
  • birra
  • dolcificanti artificiali (sorbitolo, mannitolo e xilitolo)

Ci sono poi i casi particolari: chi soffre di intolleranza al lattosio o al fruttosio o chi è celiaco, la presenza nel cibo degli allergeni o del glutine può provocare flatulenza.

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Effetti sulla salute del gas intestinale

Avere troppo gas nell’intestino fa male alla salute? In alcuni individui, soprattutto quelli affetti da sindrome dell’intestino irritabile (IBS) o altre patologie gastrointestinali, il gas intestinale può causare sintomi debilitanti.

Alti livelli di metano sono stati collegati a una ridotta motilità intestinale, spesso correlata alla stipsi. Allo stesso tempo, gas come l’H₂S, prodotti dai batteri riduttori di solfati, possono avere effetti tossici sulle cellule epiteliali del colon e sono associati a disturbi intestinali come le malattie infiammatorie croniche dell’intestino (IBD).

Inoltre, i problemi di flatulenza sono in genere associati a:

  • stitichezza (stipsi o costipazione), cioè difficoltà a evacuare le feci
  • meteorismo, cioè accumulo e ristagno di gas nell’intestino, che provocano distensione addominale
  • eruttazione, cioè emissione di gas prodotti nello stomaco attraverso la bocca.

Un’eccessiva flatulenza può anche accelerare la motilità intestinale e quindi portare a feci liquide.

Nei casi più gravi di flatulenza, insieme ai sintomi citati possono comparire ulteriori disturbi, come diarrea, nausea, vomito, crampi addominali, febbre, sangue nelle feci e perdita di peso.

Strategie per ridurre il gonfiore addominale

Per mitigare i sintomi legati all’eccesso di gas si consiglia una dieta progressiva che includa gradualmente alimenti potenzialmente flatulogeni, come i legumi e i cereali integrali, permettendo al microbiota di adattarsi e di aumentare la capacità di utilizzare il gas in eccesso.

Inoltre, alcuni processi di preparazione degli alimenti, come la fermentazione o la cottura prolungata, possono ridurre la quantità di composti fermentabili, migliorando la tolleranza a questi cibi.

Alcune spezie e piante medicinali possono essere utili per ridurre la produzione di gas intestinali. Le più usate sono:

Anche la masticazione è importante: masticare bene e con calma, rimanendo il più possibile rilassati durante il pasto, aiuta a ridurre la formazione dei gas intestinali.

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